Il romanzo è ambientato nella Firenze di Cosimo de’ Medici, la culla del Rinascimento.
Io narrante della storia è Lavinia, la nipote di Domenico
da Venezia,
un pittore che negli ultimi tempi non sembra più incontrare il favore dei mecenati
e fatica a trovare commesse all’altezza della sua arte.
Piero della Francesca, uno dei più abili artisti dell’epoca,
amico e discepolo di Domenico è
impegnato nell’Urbe presso il cardinale Bessarione.
Da anni egli è lontano
da Firenze dove ha giurato non sarebbe mai più tornato.
Nonostante questo, non
esita a contravvenire al suo giuramento appena giunge a conoscenza che su Domenico incombe un grave pericolo di
cui però ignora l’origine.
Giunto a Firenze Piero
scopre che il suo amico è accusato di
essere coinvolto nell’omicidio del banchiere Peruzzi. Domenico è innocente, ma
qualcuno vuole incastrarlo.
Risulta chiaro fin da
subito che chiunque sia l’autore del complotto ha tutte le intenzioni di coinvolgere
anche Piero nelle sue macchinazioni.
Riaffiora così il ricordo di alcune dolorose vicende
occorse sedici anni prima.
Piero e Domenico speravano
di essersi lasciati tutto alle spalle, ma qualcuno
non ha mai dimenticato ed è più che mai risoluto a vendicarsi.
Lo splendore della
Firenze nel suo periodo d’oro prende vita dinnanzi ai nostri occhi grazie
alle pagine del libro di Chiara Montani; riusciamo ad ascoltarne i suoni e
sentirne gli odori, assistiamo alla nascita dei capolavori della sua arte,
entriamo nelle botteghe dei grandi maestri come Paolo Uccello, ci aggiriamo per
le strade e tra i tavoli delle taverne, possiamo persino vedere con i nostri
occhi i pittori mescolare i colori e stenderli sulle tele.
Gli attori che si
muovono in questo splendido affresco
rinascimentale ricreato magistralmente
dalla penna dell'autrice sono descritti e caratterizzati in maniera minuziosa
sia fisicamente che psicologicamente.
Il personaggio di Lavinia, al contrario di quello
di Piero della Francesca, è un personaggio di pura finzione letteraria.
La nipote di Domenico è
una ragazza forte, determinata, curiosa
che non si lascia intimorire facilmente e che non intende rinunciare ai propri
sogni.
Timida e impacciata all’inizio, acquista ogni giorno sempre
più sicurezza nelle proprie capacità.
“Il mistero della
pittrice ribelle” è sotto questo aspetto anche un romanzo di formazione; Lavinia cresce e diviene donna nel corso
della storia.
È soprattutto l’arte a
operare il miracolo in lei, a darle la spinta necessaria e ad aprirle le porte
del paradiso. Attratta dall’odore della colla, dai pennelli e dai pigmenti,
Lavinia comprende che la sua vita merita di essere vissuta pienamente e che non
è giusto accettare di essere relegata in un ruolo secondario come previsto per
le donne della sua epoca a cui obbedienza e modestia sono le uniche due virtù
richieste
Piero della Francesca è un personaggio misterioso, sappiamo che era un
seguace delle dottrine neoplatoniche
e l’interpretazione delle sue opere lascia ancora oggi i critici disorientati e
confusi.
Il personaggio del libro è un uomo solitario, che ama i
suoi spazi, dal cervello finissimo e dalla lingua tagliente. Ermetico,
affascinante e geniale.
Difficile non
innamorarsi della sua figura così come di quella di Lavinia per cui l’idea
dell’autrice di un possibile seguito
che li vedrebbe protagonisti di una nuova avventura, non può che essere accolta
favorevolmente dal lettore.
“Il mistero della
pittrice ribelle” è un thriller molto
ben congeniato, la tensione è sempre molto alta e i colpi di scena non mancano mai
fino ad arrivare allo straordinario atto finale davvero inaspettato.
La storia raccontata è di pura fantasia, ma l’ambientazione è senza dubbio ben documentata e descritta minuziosamente in ogni suo particolare (abiti, personaggi, luoghi).
Se amate il Rinascimento e Firenze, non potrete che apprezzare questo libro che, come una vera macchina del tempo, riporta indietro il lettore permettendogli di respirare in prima persona il clima dell'epoca.