Il
famoso ciclo di affreschi realizzato da Benozzo Gozzoli nel 1459 si trova a
Firenze nella Cappella di Palazzo Medici Riccardi.
Il
volume di Costanza Riva non si limita a raccontarci la storia dell’affresco, ma ne indaga anche la simbologia
svelandoci quali siano i simboli disseminati nelle vesti e nei paesaggi e la filosofia ermetica alla base di tale
rappresentazione.
Il
libro inizia con un capitolo dedicato alla storia
della dottrina ermetica e alla nascita della scuola neoplatonica nella Firenze
del Quattrocento con ampi cenni biografici degli esponenti della famiglia
Medici.
Cosimo il Vecchio, influenzato dalle lezioni di Giorgio Gemisto
Pletone, al tempo del Concilio per la riunificazioni delle Chiese d’Oriente e d'Occidente spostato a Firenze proprio per l’intervento del Medici, ideò il progetto di un’Accademia che
rispecchiasse quella platonica di Atene. Tale progetto fu poi sviluppato dal nipote Lorenzo, detto il Magnifico.
Moltissimo
ci sarebbe da dire su quanto riguarda gli studi, le ricerche e i manoscritti
che vennero alla luce in quei tempi, ma ogni cosa è raccontata dettagliatamente
nel libro.
Il
secondo capitolo del volume è dedicato alla Cappella dei Magi, ma prima di entrare
nel dettaglio relativo al ciclo di affreschi realizzato da Benozzo Gozzoli,
Costanza Riva ci parla dell’innovativa
architettura di Michelozzo a cui Cosimo de’ Medici affidò la realizzazione del
palazzo in via Larga, oggi via Cavour. Forte
è il simbolismo neoplatonico espresso nella costruzione da Michelozzo che
senza dubbio doveva aver assorbito la dottrina ermetica durante il Concilio.
Per
la prima volta veniva realizzata una cappella privata all’interno di un palazzo
nobiliare e il modello a cui Michelozzo
si ispirò fu quello del tempio di Gerusalemme. La pianta presenta infatti un doppio quadrato, il primo più ampio
dove si trova il ciclo di affreschi dedicato alla Cavalcata dei Magi e un
secondo quadrato più piccolo, la
scarsella sopraelevata alla quale si accede tramite un gradino che
richiamerebbe il tavolato di cedro che divideva il Santo dal Sancta Sanctorum.
Gli stessi marmi policromi verdi, bianchi e rossi sono un chiaro riferimento ai
tre stati di coscienza che gli
alchimisti definivano Opera al Nero, Opera al Bianco e Opera al Rosso. Bellissimi
i pavimenti e il soffitto che richiamano ai mandala orientali.
Si
passa poi ad analizzare nel dettaglio la
pala d’altare originale (Adorazione del Bambino) opera di Filippo Lippi, esposta al
Museo di Berlino, e quella che oggi la sostituisce dipinta qualche anno dopo
ad opera della scuola del Lippi. Il divario della qualità pittorica delle due
opere appare evidente, ma la lettura simbolica non si discosta moltissimo.
Si
arriva così al ciclo di affreschi
realizzati da Benozzo Gozzoli con la collaborazione di Piero de’ Medici al quale
l’artista, come si può desumere dalla corrispondenza intercorsa, era legato da un profondo rapporto di amicizia e con il quale appunto collaborò strettamente sulle scelte iconografiche e
simboliche.
La lettura della Cavalcata dei Magi
inizia dalla parete est dove il
percorso si diparte da un castello sulla sommità di un’altura e al centro troviamo un giovane Gasparre, nel
quale gli storici hanno identificato il giovane Lorenzo; tra i vari
personaggi troviamo anche altri membri della famiglia tra cui Cosimo il Vecchio
con i figli Piero e Giovanni.
Sulla parete sud troviamo il Re Mago
Baldassarre nel quale gli storici
hanno voluto riconoscere l’Imperatore Giovanni VIII il Paleologo che era
intervenuto al Concilio e sulla parete
ovest l’affresco dedicato a Melchiorre. Cori angelici decorano invece le
pareti della scarsella.
Nell’ultimo
e terzo capitolo si approfondisce ulteriormente la simbologia espressa nel ciclo di affreschi e si spiega la lettura della cavalcata intesa come un viaggio mistico-iniziatico.
Gasparre simbolo della giovinezza, Baldassare della maturità e Melchiorre
della vecchiezza ci riportano all’itinerario del sole dall’alba al
tramonto e da questo al sorgere di un nuovo giorno, la rinascita.
Il
libro di Costanza Riva è un saggio
davvero esaustivo attraverso il quale non solo si comprende appieno il
valore e il significato di un’opera di
straordinario valore del Quattrocento, ma si fa chiarezza su tutta la
simbologia ermetica, neoplatonica e alchemica.
Purtroppo
non è possibile dire molto di più nello spazio di un solo post, ma vi assicuro
che è un libro assolutamente da leggere perché davvero ricco di informazioni preziose.
Ho visitato più volte Palazzo Medici Riccardi, ma solo dopo la lettura di questo saggio posso dire di essere finalmente riuscita a comprendere i significati più nascosti della sua cappella.
Vi ricordo che esiste un museo, di cui vi avevo parlato un po' di tempo fa, il BE.GO. Museo Benozzo Gozzoli a Castelfiorentino, interamente dedicato proprio all'artista.
In
attesa di poter tornare a visitare la cappella, dopo aver acquisito così tante nuove e interessanti informazioni, vi lascio qualche foto da me scattata lo scorso settembre.
Che belle foto.
RispondiEliminaIn realtà il neoplatonismo mi ha sempre intrigata. Mi sembra, tra l'altro, che qualche tempo fa avessi letto un libro che parlava ancora del rapporto de I Medici con la scuola neoplatonica.
Grazie, purtroppo quella del pavimento non è venuta benissimo ma spero renda comunque l'idea.
EliminaHa iniziato ad intrigare molto anche me e non l'avrei mai pensato possibile. Vero, avevo letto un libro di Paola Maresca nel quale si approfondiva soprattutto la simbologia alchemica ai tempi dei Medici.