Una Principessa boema… una Fiorentina mancata così recita il sottotitolo del libro.
Ma chi era davvero Anna Maria Francesca di
Sassonia-Lauenburg?
La
Signora di Reichstadt era una donna libera e volitiva che amava profondamente
la sua gente, le sue terre, la vita all’aria aperta, la caccia e i cavalli.
Dopo
essere rimasta vedova ancora giovane del primo
marito il conte palatino Filippo Guglielmo Augusto di Neuburg dal quale
aveva avuto due figlie, di cui una sola ancora in vita, non avrebbe avuto
evidenti necessità di risposarsi. Probabilmente però stanca delle continue
pressioni accettò il suggerimento del cognato di sposare il fratello di sua moglie. Il cognato di Anna Maria Francesca era l’Elettore Palatino Giovanni
Guglielmo marito di Anna Maria Luisa de’ Medici.
Anna Maria Francesca accettò quindi quella
che si sarebbe rivelata una delle unioni più mal riuscite della storia medicea:
il matrimonio con Gian Gastone de’ Medici, terzogenito del Granduca di Toscana Cosimo III, venne celebrato il 2 luglio del 1697 a Düsseldorf e, contrariamente alle usanze del tempo, fu il principe cadetto di casa Medici a
trasferirsi nelle terre della moglie e non viceversa.
Di fatto Anna Maria Francesca non vedrà
mai Firenze, non accompagnerà Gian
Gastone in occasione del suo breve rientro a Firenze nel 1705, dal quale egli ritornerà accompagnato dal tristemente famoso aiutante di camera Giuliano Dami, e neppure
quando vi rientrerà definitivamente essendo ormai chiaro a tutti che sarebbe
toccato a lui sedere sul trono granducale alla morte del padre Cosimo III. Anna
Maria Francesca diventerà Granduchessa
di Toscana, ma neppure questo evento la convincerà a lasciare la sua casa e la
sua gente.
L’intento
di Alberto Bruschi è quello di cercare di fare un po’ di chiarezza e liberare per quanto possibile la figura di
Anna Maria Francesca dai luoghi comuni ormai storicizzati nei quali si
tende a cadere quando si parla di lei e del suo matrimonio con Gian Gastone.
Rozza,
spilorcia, priva di spirito e di ogni attrattiva sono solo alcuni degli attributi più
comuni che da sempre sono stati associati alla sua persona. Dalle pagine del libro però inizia a farsi strada una donna diversa,
una donna sì ostinata, ma anche un’ottima amministratrice delle sue terre, capace di trattare in prima persona con i suoi dipendenti, una signora scrupolosa e
attenta alle esigenze dei suoi contadini.
Il rapporto con Gian Gastone fu un
rapporto conflittuale fin dall’inizio, ma la rottura divenne definitiva solo
quando Giuliano Dami, giunto a
Reichstadt con la sua astuzia e la sua malvagità, annullò definitivamente ogni possibilità di mediazione tra i coniugi
per il proprio tornaconto personale.
Attraverso
le descrizioni della tenuta di Reichstadt, oggi Zákupy, Alberto Bruschi ci
conduce a conoscere quei territori freddi e nevosi dai quali Gian Gastone
sembrava tanto infastidito. In verità questo luogo non mancava di una certa
eleganza e di un certo fascino, ma certamente poco si addiceva a un uomo con le
caratteristiche di Gian Gastone melanconico e abituato al mite clima delle soleggiate colline toscane.
Anna Maria Francesca era una donna
pratica, indipendente, abituata ad imporre la propria volontà, senza dubbio figlia di una cultura ben diversa da
quella di Gian Gastone principe
raffinato, malinconico, amante dell’arte, figlio di una civiltà che ormai
da secoli faceva della bellezza una religione, un uomo che, viste la sua infanzia
e le sue difficoltà, avrebbe avuto bisogno di una donna che lo amasse e lo
comprendesse non di una moglie pronta anch’essa a comandarlo senza alcuna
premura.
La differenza di costumi, l'incapacità di dialogo e l’incontro di Gian Gastone con Giuliano Dami furono alla base del
fallimento dell’unione tra il futuro ultimo Granduca di casa Medici e Anna
Maria Francesca di Sassonia-Lauenburg.
Con
piacere ho scoperto tra queste pagine un accenno alla storia di altri
personaggi ai quali spesso anch'io mi sono ritrovata a pensare leggendo delle vicende dell'ultimo Granduca Medici. Mi riferisco alla storia del fratello del Re Sole, Filippo d'Orléans e
al suo rapporto con Filippo di Lorena, conosciuto anche come lo Chevalier
e alla sua seconda moglie Elisabetta Carlotta del Palatinato soprannominata
Liselotte.
“Anna
Maria Francesca” è un volume prezioso, ben scritto e ben documentato,
corredato di ampia documentazione fotografica. Un libro che ancora una volta
assolve allo scopo che Alberto Bruschi si era prefissato ovvero fare di se
stesso un “suscitatore di memorie”.
Purtroppo,
come già per altri volumi di cui vi ho parlato ultimamente anche questo, edito
da SP 44 Editore nel 1995, è fuori catalogo e l’unico modo per reperirlo è
rivolgersi al mercato dell’usato.
Elisa, vedo bene anche te come suscitatrice di memorie...
RispondiElimina"Rozza, spilorcia, priva di spirito e di ogni attrattiva..." si potrebbe quasi dire che quasi tutte le donne forti venissero descritte in questo modo a un certo punto della storia.
Grazie, per me è un complimento bellissimo!
EliminaVero, le donne erano tenute lontane dal potere e quelle che nonostante tutto riuscivano ad imporsi venivano etichettate malamente. Non è cambiato tantissimo, mi sa...
Nel caso specifico lei e Gian Gastone erano veramente opposti caratterialmente. La storiografia è stata inclemente con il Granduca figuriamoci con la moglie straniera. Tutte le fonti storiche però si rifanno alla cronaca granducale, mi piacerebbe sapere cosa scrivevano di questa donna gli storici e le cronache del suo paese di origine.
Si, la storia è stata proprio ingrata verso le donne.... La sorella di Gian Gastone, per esempio, fece tanto per preservare e salvare le opere d'arte della famiglia Medici eppure questo non viene evidenziato a sufficienza.
EliminaNegli ultimi anni le cose fortunatamente sono cambiate e a Firenze il valore dell'operato di Anna Maria Luisa de' Medici è riconosciuto. Purtroppo però al di fuori di Firenze e della Toscana pochi conoscono la sua storia.
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