Il 24 maggio 2004 si diede avvio al Progetto Medici una ricerca paleopatologica, storica e storico-artistica sui componenti del ramo granducale della famiglia Medici. Tale progetto vedeva impegnate diverse istituzioni tra cui le Università di Pisa e Firenze. Questo progetto del quale si parlava già da una decina di anni divise l’opinione pubblica in merito alla legittimità di voler violare nuovamente la pace dei sepolcri medicei per soddisfare la curiosità scientifica. La legittimità di questo intervento risultò subito valida appena si riscontrarono gli ingenti danni che l’esondazione dell’Arno aveva provocato nel 1966 compromettendo lo stato di alcune sepolture.
“Illacrimate
sepolture” (2006) di Donatella Lippi non affronta quanto emerso dagli ultimi
studi, ma si pone l’obiettivo di
ripercorrere la storia delle esumazioni che hanno avuto luogo nel corso dei
secoli a partire già dal 1559 quando i corpi di Lorenzo il Magnifico e del
fratello Giuliano de’ Medici vennero traslati nella Sacrestia Nuova.
Il libro si apre con una breve
introduzione dedicata alla storia del sepolcreto di famiglia, le Cappelle
Medicee, e alla Chiesa di San Lorenzo
che, fondata nel IV secolo d.C., divenne successivamente la chiesa di famiglia
della dinastia.
La Sacrestia Vecchia venne terminata prima della morte di Giovanni di
Bicci che aveva affidato il progetto al Brunelleschi mentre la Sacrestia Nuova, opera di
Michelangelo, fu commissionata dal primo papa Medici Leone X, figlio del Magnifico.
La Cappella dei Principi, il
mausoleo di famiglia, tanto desiderato da Cosimo I, iniziò ad essere realizzato
solo anni più tardi ad opera del figlio di questi Ferdinando I.
Nel
libro si esamina approfonditamente la
ricognizione voluta dal Granduca Leopoldo II nel 1857, l’analisi è
corredata da ampia documentazione e sono riportate anche delle schede relative alle diverse esumazioni dove vengono
evidenziati lo stato di conservazione, il corredo funerario e le iscrizioni.
Le riesumazioni del Novecento condotte
da Giuseppe Genna e Gaetano Pieraccini sono quelle che per metodo e concezione
hanno maggiormente fatto discutere e diviso l’opinione pubblica influenzando notevolmente anche una ripresa delle
indagini in occasione del più recente Progetto
Medici. Donatella Lippi a questo riguardo cerca di inquadrare il periodo
storico nel quale si mossero Genna e Pieraccini per dare un quadro quanto più
reale dello sviluppo del pensiero scientifico dell’epoca.
Indubbiamente
leggendo questo libro gli elementi che
emergono posso essere interessanti dal punto di vista storico-scientifico.
Pensiamo ad esempio al fatto che per secoli si è pensato che il male dei Medici
fosse la gotta, mentre dagli studi sono emersi scenari molto diversi. Sembra,
infatti, che Piero il Gottoso e suo padre Cosimo il Vecchio fossero in realtà
afflitti da una forma di artrite anchilosante e Lorenzo da una forma congenita
di iperostosi. Inoltre, dalle iscrizioni e dai corredi funebri possiamo
risalire a importanti informazioni sulla vita di personaggi meno noti come, ad
esempio, i tre figli illegittimi di Don Antonio: Don Paolo, Anton Francesco e
Don Giulio ai quali il padre non poté lasciare nulla in eredità ma rimasero
comunque vicini alla famiglia e alla loro morte vennero sepolti nello stesso
luogo.
Nel progetto di Pieraccini era previsto di prelevare i crani, dei quali venivano effettuati
anche dei calchi, per realizzare una cranioteca medicea da collocarsi
all’interno delle stesse cappelle, questa doveva essere il coronamento
delle ricerche effettuate sull’eredità biologica e sul fattore biologico. Fortunatamente i protagonisti delle
operazioni cambiarono nel 1955 e i crani vennero riposti nelle loro sepolture
originarie.
Dalle
pagine dell’Avvenire d’Italia il 10
maggio 1956 Gaetano Pieraccini tuonava contro
l’insanabile conflitto nel nostro Paese tra
coscienza religiosa e coscienza scientifica che vedeva sempre vittoriosa la
prima sulla seconda.
È
davvero difficile per me parlare di questo libro, così come è stato
emotivamente molto impegnativo leggerlo.
I
miei studi archeologici mi portano a non essere prevenuta su tutto ciò che
riguarda la ricerca paleopatologica e la ricerca storica associata al rito
delle sepolture. Ammetto però che leggendo le schede delle esumazioni
dell’Ottocento ho provato davvero molto fastidio quasi fossi io stessa a profanare
quelle tombe, tralascio quindi cosa io abbia pensato leggendo dell’idea di
realizzare addirittura una cranioteca.
Quando
avevo letto degli studi del Progetto Medici
in “Gian Gastone (1671-1737). Testimonianze e scoperte sull’ultimo Granduca de’Medici” confesso che ero rimasta impressionata, anzi per certi versi mi ero
anche appassionata all’argomento, quindi, credo che molto dipenda da come queste indagini vengano condotte oltre che da
come vengano riportati i dati raccolti.
Quando
lessi dei primi interventi di Alberto Bruschi fortemente contrario da principio
al Progetto Medici non riuscivo a
comprendere il motivo di tanta ostilità, tra l’altro poi superata dallo stesso
Bruschi, nel momento in cui si evinse che l’intervento era risultato necessario
per la messa in sicurezza delle sepolture.
Ebbene,
dopo aver letto la storia e la cronaca di questi interventi precedenti, adesso comprendo molto bene quelle perplessità e quel disappunto.
Sarà
perché ormai da tempo mi interesso alla vita dei personaggi della
famiglia Medici e li sento più vicini, ma non riesco a non tenere conto di quali fossero i loro sentimenti. Se anche per noi moderni è corretto che la
coscienza scientifica abbia il sopravvento su quella religiosa, non è forse il
loro riposo quello che è stato disturbato? Non sarebbe quindi forse stato
più giusto pensare a quale fosse il loro sentire piuttosto che il nostro? Non
posso fare a meno di chiedermi cosa avrebbero provato un uomo devoto come Cosimo
III o la stessa Anna Maria Luisa che, pur senza essere bigotta come il padre,
era però permeata da un forte sentimento religioso dinnanzi a certi gesti e a certe azioni.
Voglio
sperare che finalmente i Medici possano adesso essere lasciati riposare in pace. Parce sepultis.
Questo è un argomento spinoso. Realizzarono, tra l'altro, qualcosa di simile con Caravaggio, portando avanti uno studio genetico.
RispondiEliminaPure non volendo fare dei paragoni veri e propri, a volte mi interrogo anche sulla 'profanazione' delle scritture private di artisti o personaggi storici di rilievo.
Non sapevo di Caravaggio!
EliminaHo voluto leggere questo libro per meglio capire alcune prese di posizione, tra l'altro ho anche una recente pubblicazione sull'argomento ancora da leggere. Questo libro però si rifaceva ai tanto discussi vecchi interventi. Credo che il fatto che io conosca ormai piuttosto bene i personaggi abbia influito, ma leggere come era stati composti i corpi nella sepoltura e cosa indossavano mi riportava alla memoria frammenti delle loro vite ed è stato davvero penoso. Inoltre leggere di come siano stati trattati i resti privandoli di ogni dignità... Non è una cosa accettabile quello che è accaduto.
Hai ragione in un certo modo anche scrutare nelle scritture private è una violazione e anche su questo punto si potrebbe aprire un dibattito.