Primo volume di una
trilogia “La sorella minore” racconta la storia di Emma Watson la più piccola dei figli del reverendo John
Watson.
A differenza delle tre
sorelle e dei due fratelli Emma è
cresciuta lontano da casa, allevata dalla sorella della madre e dallo zio,
il dottor Maitland, a cui Emma era molto affezionata.
La zia però, rimasta
vedova e unica erede dei beni del marito, decide inaspettatamente di risposarsi
con uno uomo senza sostanze e trasferirsi in Irlanda con il nuovo consorte; ad
Emma non resta quindi che tornare a casa dalla propria famiglia d’origine.
La giovane si deve confrontare di punto in bianco con una
mentalità e uno stile di vita totalmente diversi da quelli a cui era abituata;
fratelli e sorelle sono per lei dei perfetti estranei così come il padre che
si rivela essere sin da subito un indolente invalido incline alla depressione.
Emma è una ragazza bella e gentile, ma allo stesso tempo
anche forte e orgogliosa.
Proprio queste sue
caratteristiche faranno sì che venga notata
fin dal primo ballo a cui parteciperà non solo dai giovani del luogo, ma anche dai membri dell’alta società ed
in particolare da Lord Osborne suscitando l’invidia di una delle sorelle.
Se il nome Watson vi
ricorda qualcosa, sappiate che siete nel giusto. I Watson era infatti il titolo di un racconto iniziato da Jane Austen
verso il 1803 e poi abbandonato a seguito della morte del padre.
Catherine Hubback è
la nipote di Jane Austen,
figlia del fratello Francis. L’autrice non lesse mai il manoscritto originale,
ma ne ascoltò senza dubbio più volte il racconto dall’altra sua zia Cassandra,
che era invece in possesso dello stesso, e dalla quale venne anche a conoscenza
di come la zia Jane avrebbe voluto proseguire la storia.
Il racconto di Catherine Hubback non riprende la storia dove
terminava il racconto della più celebre scrittrice, ma la riporta integralmente
dall’inizio rifacendola sua.
Il racconto degli
Watson della Austen coincide quindi con i primi cinque capitoli di questo primo
volume della Hubback.
L’autrice rimane comunque fedele alla trama originaria ad eccezione di alcuni
piccoli particolari (ad esempio l’età del piccolo Charles Willis) e di alcune
precisazioni in cui si fa chiara menzione che gli avvenimenti narrati sono
ambientati non nell’Inghilterra contemporanea, ma sessant’anni prima ai tempi dei balli di campagna, prima che quadriglie,
valzer e polke cambiassero l’aspetto delle sale da ballo.
È sempre rischioso
mettere mano ad un racconto scritto da altri tanto più se l’autore è del
calibro di Jane Austen, ma Catherine
Hubback non delude assolutamente il lettore e scrive il libro che tutte noi
Janeites avremmo voluto leggere.
I Watson era un
racconto davvero promettente e ognuna di
noi dopo aver partecipato al ballo con Emma si è interrogata a lungo su quale sviluppo avrebbe potuto avere la storia: l’accattivante Lord Osborne si
sarebbe rivelato un nuovo Mr Darcy? Oppure l’ottima impressione del più posato
Mr Howard sarebbe stata confermata agli occhi della inappuntabile e orgogliosa
Emma? Cosa aspettarsi poi dall’affettato e ricercato Mr Tom Musgrove? Quale
futuro avrebbe atteso la mite e rassegnata Elizabeth? Cosa pensare della
sventata Margaret così simile alla frivola Lydia Bennet di "Orgoglio e
Pregiudizio"?
Grazie a Catherine Hubback possiamo avere il nostro finale
certe che la sua penna non deluderà le nostre aspettative, dobbiamo solo avere
un po’ di pazienza in quanto la Vintage Editore ha deciso di rispettare il
piano di pubblicazione originale dell’opera in tre volumi.
Non ci resta quindi che
attendere la seconda uscita…