La prima pietra della nuova
cattedrale fu posata nel 1296 su progetto di Arnolfo di Cambio.
Nel 1367 si decise di adottare
il progetto di Neri di Fioravanti per la cupola di Santa Maria del Fiore. Mai
nessuna cupola di quelle dimensioni era stata progettata prima di allora.
Il progetto rimase tale fino a
quando nel 1418 venne indetto un nuovo concorso per la sua realizzazione. Il modello di Neri di Fioravanti rimaneva indiscusso, ma doveva
essere risolta la sua esecuzione. Diversi erano i dubbi da sciogliere come
l’utilizzo di strutture provvisorie in legno, capaci di sostenere l’opera
muraria durante la sua costruzione, e il sistema con cui trasportare i pesanti
blocchi di marmo e di arenaria alla notevole altezza richiesta.
Due furono i progetti
finalisti quello del Filippo Brunelleschi e quello di Lorenzo Ghiberti. Dopo
quasi vent’anni dall’assegnazione della commessa per le porte del Battistero,
la storia si ripeteva. Brunelleschi e Ghiberti erano nuovamente uno di
fronte all’altro. Questa volta però Brunelleschi non avrebbe fatto un passo
indietro e avrebbe trovato col tempo il modo di estromettere di fatto il
suo storico rivale.
In questo volume si analizzano
nel dettaglio gli elementi architettonici e le problematiche affrontate da
Brunelleschi, ma non ci si limita alla sola esposizione tecnica del progetto e
della sua esecuzione.
Punto di forza di questo
valido saggio è, a mio avviso, il fatto che la costruzione della cupola sia posta
al centro di un racconto più ampio che non tralascia nessun particolare che
la riguardi.
Il lettore è affascinato dalle
soluzioni trovate dal Brunelleschi per innalzare la cupola, ma resta
altrettanto coinvolto e conquistato dagli elementi biografici che riguardano
il suo architetto e dalla storia di Firenze, all’epoca uno dei centri più
prosperi d’Europa.
La storia della cupola è fatta
anche di rivalità, di intrighi e gelosie tra artisti, di maestranze i cui nomi
non sono a noi giunti, di guerre e di pestilenze.
Singolare fu la capacità di
Brunelleschi nel creare e costruire macchinari
straordinari, frutto del suo ingegno. Spesso si pensa a Brunelleschi solo
come all’architetto della cupola, pochi conoscono questo suo aspetto, passatemi
il termine, leonardesco di inventore di macchinari.
La realizzazione della cupola della cattedrale, che mai fu eguagliarla per larghezza e altezza fino al XX secolo, grazie alla possibilità di utilizzare più moderni materiali, dovette moltissimo all’orgoglio di Brunelleschi ma anche a quello dei suoi concittadini.
La costruzione di una cattedrale che doveva essere eretta con
la più grande magnificenza, che doveva essere il tempio più bello di tutta
la Toscana fu infatti dettata fin dall’inizio più dall’orgoglio cittadino che
dalla fede religiosa.
La cupola di Brunelleschi con
il suo profilo ogivale, prodigioso frutto della mente di un uomo
straordinario, domina Firenze, una vista miracolosa da qualunque punto la
si osservi, orgoglio e vanto dei fiorentini di oggi come lo fu di quelli del
passato.
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