Il titolo richiama subito
alla mente quello di un celebre romanzo, opera di Edward Morgan Forster, “Camera
con vista”, portato sul grande schermo nel 1985 dal regista James Ivory.
Firenze, la città d’arte che
diede i natali a tantissimi poeti, pittori, scultori, letterati, pensatori e
non solo, in verità, fu spesso la meta
preferita di altrettanti artisti e personaggi non comuni che, affascinati dalla
sua bellezza, non vollero più lasciarla.
Tra coloro che si
stabilirono nella città del Giglio troviamo Elizabeth Barrett Browning, poetessa inglese, moglie del poeta Robert
Browning. Le loro nozze furono molto contrastate dal padre di lei e i due
scelsero Firenze come città dove trovare rifugio. La loro casa è oggi un
piccolo museo e la Browning riposa al Cimitero
degli Inglesi a cui è dedicato un capitolo del libro.
I fiorentini coniarono addirittura
un termine piuttosto buffo con cui appellare i numerosi esponenti della comunità
inglese, gli Anglobeceri, per il loro strano modo di parlare fiorentino o
toscano. Del resto, i fiorentini hanno sempre avuto un soprannome per tutti, basti ricordare come chiamavano i politici e diplomatici piemontesi ovvero Buzzurri
oppure Nuvoloni, per via di quel loro francese Nous Voulons pronunciato ad ogni inizio di frase.
La
città fu spesso fonte di ispirazione per passioni travolgenti e per spregiudicati amori
clandestini. Ecco, allora, che tra le
storie narrate da Barbara Chiarini, troviamo quella a lieto fine di Rosa Vercellana, conosciuta da tutti
come la bella Rosin, prima amante e poi moglie morganatica di Vittorio
Emanuele II, e quella, purtroppo, destinata ad un ben più triste epilogo, che
vide come protagonisti Livia Malfatti Raimondi e il futuro imperatore d’Austria, Leopoldo II.
Ci sono poi anche altre storie d’amore e di passione come quelle di Emilio Pucci ed Edda Ciano o quella del premio Nobel per la
letteratura, Eugenio Montale, ed Irma
Brandais, colei che nella poesia delle Occasioni sarà appellata con il nome
di Clizia.
Tante anche le storie
curiose come quella del Marajah Rajaram
Chuttraputti che, arrivato in visita a Firenze, vi trovò la morte a seguito
di un malore improvviso. Nel Parco delle Cascine si trova il monumento che venne eretto in sua
memoria.
Non posso, però, non accennare
alla storia di Violante di Baviera,
moglie del Gran Principe Ferdinando de' Medici. Il loro fu un matrimonio mal assortito.
Per lei fu amore a prima vista, ma lui non ricambiò mai i suoi sentimenti. Ferdinando
contrasse la sifilide durante una delle sue gaudenti notti veneziane e, nonostante
tutto, la moglie gli rimase accanto fino alla fine assistendolo amorevolmente. Quando
Violante morì, espresse la volontà di essere
sepolta nella cripta di Santa Teresa ma. nonostante fossero passati diciotto
anni dalla dipartita dell’amato, volle che
il proprio cuore, seguendo la tradizione della propria famiglia d’origine, venisse posto accanto al marito.
“Una finestra sull’Arno” è un
libro dal titolo evocativo, ricco di
storie dal fascino incredibile come i suoi protagonisti e come Firenze, una
città che i secoli hanno lasciata immutata nel suo splendore.
Infinito è l’elenco dei
personaggi famosi che nel passato restarono stregati dalla magnificenza della città del
Giglio e ne furono ispirati. Tra i tanti possiamo menzionare Shelley, Lawrence,
Montale, Dostoevskij, Tchaikovsky, D’Annunzio.
Impossibile restare
indifferenti di fronte a tanta bellezza e non perché lo dica io che, si sa,
sono perdutamente innamorata di Firenze, ma perché è la sua stessa storia a
raccontarlo attraverso l’arte, i monumenti e le tradizioni secolari che ancora
oggi fanno parte della sua singolare quotidianità.
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