domenica 7 maggio 2023

“Lorenzo il Magnifico in salute in malattia” di Emiliano Panconesi e Lorenzo Marri Malacrida

Questo piccolo volume, terza uscita della Collana Loggia Rucellai, si pone come obiettivo si analizzare la figura di Lorenzo il Magnifico da un punto di vista diverso da quello consueto.

Oggetto di questo breve saggio non è quindi il Lorenzo statista, letterato, politico e mecenate, tutte sue caratteristiche che qui vengono ricordate solo a scopo biografico.

L’argomento centrale di questo saggio è invece quello della malattia del Magnifico e del rapporto che questi ebbe con la medicina. Gli autori indagano quindi quali furono le sue caratteristiche fisiche e psichiche.

Lorenzo de’ Medici mori all’età di 43 anni. Il 1492 fu davvero un anno particolare perché non solo se ne andava colui che allora era l’ago della bilancia della politica italiana ed europea, ma anche un grande pittore a lui contemporaneo quale fu Piero della Francesca, uno dei tanti artisti che Lorenzo de’ Medici ebbe la fortuna di poter incontrare nel corso della sua vita.  Ad ottobre di quello stesso anno Cristoforo Colombo sbarcava sulle coste del nuovo continente e da quel momento in poi si sarebbe entrati ufficialmente nell’Era Moderna.

Nel Quattrocento non esisteva una marcata differenza tra le discipline come la conosciamo noi oggi. All’epoca del Magnifico tra il sapere medico-fisico e la cultura letteraria e filosofica vi era uno stretto legame. Studiando la biblioteca di Pier Leoni (o Pierleone) da Spoleto medico di Lorenzo si può facilmente comprendere quanto fossero intrecciate tra loro discipline quali la filosofia, la medicina, la matematica ma anche l’astrologia. La cultura rinascimentale in generale e quella del Rinascimento fiorentino in particolare erano davvero complesse.

Interessante è l’approfondimento dedicato all’accezione del termine saturnino in cui si spiega come durante il Rinascimento melanconico e saturnino perdettero via via sempre più la connotazione patologica o negativa che essi mantenevano ancora in epoca medievale.

Tutti i Medici, da Cosimo Pater Patriae fino ad arrivare a Cosimo III e al figlio di questi il Gran Principe Ferdinando, furono affetti dalla gotta. Il padre di Lorenzo de’ Medici fu definito addirittura “Il Gottoso” e neppure Lorenzo trovò scampo dalla nemica di famiglia. 

Di Lorenzo si sa che già all’età di diciotto anni fu afflitto da un eczema di notevole aggressività al quale poi seguirono manifestazioni di iperuricemia.

Difficile, nonostante gli studi effettuati sui resti del Magnifico, in particolare da Genna e Pierraccini nel 1945, riuscire a individuare le vere cause che portarono Lorenzo alla morte. La gotta può degenerare in forme di reumatismo cronico e interessare non solo le articolazioni ma anche altri organi quali occhi, cuori, nervi, stomaco e reni.

Dagli scritti del Poliziano sappiamo che Lorenzo soffri negli ultimi giorni di fortissimi dolori presumibilmente di stomaco. Questi dolori gli autori del saggio non escludono potessero essere imputati oltre alla gotta anche a qualche ulcera gastrica o duodenale. Alcuni avvenimenti della vita di Lorenzo quali la perdita del fratello Giuliano nella Congiura dei Pazzi, il Sacco di Volterra e la decisione di concedere la mano della giovane figlia prediletta Maddalena al dissoluto Franceschetto Cybo figlio di Papa Innocenzo VIII per opportunismo dinastico e politico contribuirono probabilmente a minare ulteriormente la già malferma salute del Magnifico.

Un saggio interessante che, sebbene forse un po' datato in quanto edito nell’anno 1992, prova a risolvere importanti interrogativi utilizzando una chiave di lettura davvero insolita e particolare.

 


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