sabato 3 ottobre 2020

“Le quattro piume” di Alfred E.W. Mason

Harry, unico figlio del generale Feversham, è l’ultimo discendente di una famiglia i cui membri fin dalla prima generazione hanno abbracciato la carriera militare.

Il destino del giovane è stato scritto il giorno della sua nascita: arruolarsi e seguire le orme paterne è la sua unica opzione. 

Rimasto orfano della madre da piccolo, Harry è cresciuto nel timore di non essere all’altezza delle aspettative paterne, ma nonostante le sue diverse inclinazioni e le sue paure, non si tira indietro dinanzi alle sue responsabilità e entra tra le fila dell’esercito di Sua Maestà.

Purtroppo per Harry il luogotenente Sutch, l’unico ad aver intuito la sua solitudine e la sua sofferenza quando lui era poco più che un adolescente, non aveva trovato il coraggio di provare a scardinare la sua reticenza a esternare il proprio malessere.

Siamo nel 1882, Harry ha ventisette anni e sta per sposare una ragazza irlandese; proprio la sera in cui sta comunicando la lieta notizia agli amici, il giovane riceve un telegramma in cui gli si notifica l’imminente partenza per una campagna militare che lo porterà a combattere in prima linea in Egitto e in Sudan.

Harry decide di dimettersi dall’esercito; le imminenti nozze e la poca propensione della futura sposa a lasciare il suo amato Donegal potrebbero essere motivazioni più che sufficienti a giustificare la sua scelta, ma Harry sa che dietro il proprio gesto c’è molto più di questo.

Il giorno del fidanzamento Harry riceve dai suoi compagni tre piume bianche, simbolo della sua codardia, a queste la sua fidanzata Ethne Eustace, sconvolta per l’accaduto, ne aggiunge una quarta strappandola dal proprio ventaglio.

Harry ha ormai perso tutto: l’onore, l’amore della sua donna e l’affetto del padre.

Gli resta solo un modo per provare a riabilitarsi dinnanzi agli occhi della gente, ma soprattutto davanti agli occhi di Ethne, partire per l’Africa e lì attendere un’occasione per riscattare il proprio onore.

Da questo romanzo sono state tratte diverse trasposizioni cinematografiche; ricordo quella del 2002 che, nonostante l’ottimo cast, non mi aveva entusiasmato per niente. Proprio per questo motivo sono stata a lungo in dubbio se leggere o meno il libro.

Si dice spesso che i film non sono quasi  mail all’altezza del romanzo, credo che mai come in questo caso si possa essere d'accordo con tale affermazione.

“Le quattro piume” è un romanzo d’avventura e d’amore, ma è anche sopratutto un romanzo psicologico. Ciò che lo rende particolarmente interessante infatti sono i personaggi stessi e l’indagine approfondita della loro psicologia da parte dell’autore, il loro modo di saper reagire ai cambiamenti così come, per alcuni di loro, l’incapacità di saper contrastare gli eventi restando ostinatamente fermi sulle proprie posizioni.

Terminata la lettura del romanzo ho deciso di rivedere il film per rendermi conto del perché il mio giudizio fosse stato così negativo; ebbene, al di là di molti episodi completamente distorti, quello che davvero manca al film è l’introspezione psicologica, i personaggi del film sono piatti, privi di emozioni e incapaci di trasmetterne.

I personaggi del romanzo al contrario riescono a coinvolgere emotivamente il lettore e questo non vale solo per il protagonista Harry, ma anche per tutti gli altri, in particolar modo per Ethne e il colonnello Durrance.

Quando Harry rassegna le sue dimissioni e riceve le famose quattro piume non cambia solo il corso della propria storia, ma anche la vita di coloro che gli sono vicini.

Ethne è il personaggio che meno ho amato del libro anche se pagina dopo pagina ho dovuto addolcire il mio giudizio nei suoi confronti. Non è facile da accettare che proprio colei che ama Harry e sta per legarsi a lui per la vita lo ferisca aggiungendo addirittura il carico della quarta piuma. Lei, più di tutti, avrebbe dovuto cercare di comprenderlo e invece lo condanna crudelmente preoccupata di quello che potrebbe pensare la gente, rivelando così di essere proprio lei la vera codarda della coppia.

Harry trarrà forza dal dolore e dalla delusione inferti involontariamente a Ethne per cercare il proprio riscatto e mai, neppure per un secondo, la incolperà di qualche mancanza nei suoi confronti.

La paura di Harry ha origine dalla sua immaginazione; è sempre stato solo e il padre lo ha cresciuto usando il pugno di ferro, non ha mai potuto confidarsi con nessuno. Il suo timore nasce dalla paura di potersi comportare da codardo, non nasce assolutamente dalla mancanza di coraggio tanto è vero che saprà dimostrare grandemente a tutti il proprio valore.

Il suo però non potrà mai essere il valore cieco e indottrinato proprio del soldato perché la sua capacità immaginifica lo porterà sempre a prevedere gli eventi e sono proprio queste possibilità future a intimorire Harry. Tutto ciò non ne fa necessariamente un codardo anzi, proprio nel momento del pericolo, egli è in grado di dare il meglio di sé e superare di gran lunga gli altri per valore e temerarietà nell’azione.

Altro personaggio che non si può non amare è l’amico di Harry, Jack Durrance; l’empatia nei suoi confronti cresce inevitabilmente pagina dopo pagina.

La sua posizione non è facile fin dall’inizio quando, innamorato della donna che sta per diventare la moglie del suo migliore amico, quella donna che lui stesso gli ha presentato, accetta di farsi da parte in silenzio, senza scalpore, senza lasciare trapelare nulla dei propri sentimenti feriti.

Durrance trae ispirazione dalla musica e come la vera musica egli non si lamenta. L’ouverture della Melusina è la colonna sonora del romanzo, la musica del violino di Ethne è sempre sincera e rivelatrice dei suoi stati d’animo; per un attento uditore come Durrance non possono esserci fraintendimenti nell’interpretare, attraverso il suono del violino, i veri sentimenti di Ethne tranne in rari casi in cui l’uomo viene sopraffatto da false speranze.

Non posso davvero rivelarvi di più sul personaggio di Jack Durrance per non rovinarvi la lettura del romanzo, ma vi assicuro che egli è il protagonista indiscusso di meravigliose pagine cariche di tensione emotiva laddove ingaggia con Ethne una vivace e acuta battaglia psicologica fatta di schermaglie ricche di arguzia e non comune ingegno.

Afred E.W. Mason fu un politico e un militare dalla vita avventurosa e questo indubbiamente lo ha facilitato nella stesura delle pagine dedicate alle azioni di guerra che sono scritte con cognizione di causa, ma è soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi che egli ha saputo dare il meglio di sé.

Egli ha dimostrato di essere un notevole esperto di psicologia ed è facile sovrapporre la sua figura di scrittore a quella di uno dei personaggi, il luogotenente Sutch, descritto come un appassionato dello studio della natura umana e dotato di grande spirito di osservazione.

Sono grata a Scrittura & Scritture per aver riproposto a distanza di cinquant’anni dalla sua ultima pubblicazione “Le quattro piume”; il libro di Afred E.W. Mason è un classico da non perdere, una storia affascinante che merita di essere letta e non conosciuta solo attraverso le trasposizioni cinematografiche che, per quanto fedeli possano essere,  non saranno mai in grado di rendere giustizia alla profonda psicologia dei personaggi nati dalla penna dello scrittore. 

Un’ultima parola voglio spenderla per l'impeccabile qualità della veste grafica sempre molto accurata dei libri editi da questa casa editrice che, anche in questo particolare caso, risulta essere oltremodo elegante, accattivante e azzeccata.




4 commenti:

  1. Dopo aver visto il film avevo cercato il libro senza trovarlo. In seguito ho rivisto il film e a questo punto non so se leggere il romanzo, perché conosco benissimo la pellicola e in questi casi la lettura ne risente e si rischia di cercare ciò che esiste nel film e non nel libro. Buon fine settimana.

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    1. Io ho visto solo la versione cinematografica del 2002 e rispetto a quella posso dirti che la trama è piuttosto diversa o meglio il film semplifica troppo.
      Inoltre nel libro sono presenti anche altri personaggi e alcuni sono completamente diversi.
      Rivedere il film mi è servito perché grazie alla lettura sono riuscita a dare spessore alla psicologia dei protagonisti riuscendo a comprendere meglio certi "meccanismi mentali.
      Personalmente leggendo il libro ho dato il volto degli attori ai protagonisti (Harry e Ethne), ma non più di questo.
      Capisco il tuo dubbio.

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  2. Devo ammettere che sei davvero riuscita a intrigarmi. Sapevo la trama de Le quattro piume a grandi linee e non credevo potesse essere nelle mie corde. Il tuo post me ha fatto rivalutare il mio approccio al libro.

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    1. Guardando il film e leggendo la trama non sarebbe neppure nelle mie corde, però il libro si è rivelato essere tutta un'altra cosa.
      In caso non si fosse capito ho amato il personaggio di Jack anche se normalmente non sarebbe stato il mio tipo, ma non posso dirti di più in caso tu decidessi di leggere il libro.
      Le pagine dedicate alle battaglie per quanto ben riuscite non mi appartengono, ma sono limitate rispetto a quelle dedicate alle vicende che innescano una profonda introspezione psicologica dei personaggi da parte dell'autore.
      Puoi condividere o meno le scelte dei personaggi, ma non puoi restare indifferente di fronti ai loro drammi emotivi.
      E' un libro che credo potrebbe piacerti.

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