IL PROFUMO DEL CAFFE’
di Anthony
Capella
NERI POZZA
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Londra
1896. La regina Vittoria in lutto si è ritirata dalla vita pubblica, il
principe sfuggito alla sorveglianza della madre trascorre i giorni divertendosi,
i gentiluomini frequentano le prostitute.
E' l’epoca del dandismo, l’epoca in
cui Oscar Wilde con i suoi scritti e il suo modo di vivere sconcerta i
contemporanei.
Robert Wallis, il protagonista della storia, ha ventidue anni. E’
stato appena cacciato da Oxford ed il padre non intende più sostenere economicamente
il suo dispendioso modo di vivere. Egli
si ritiene uno scrittore, o meglio un poeta, in realtà è solo un giovane
presuntuoso, un dandy, un bohémien a cui piacciono i bei vestiti e gli oggetti
di lusso.
Un
giorno al Café Royal, locale frequentato da artisti nullafacenti come lui,
conosce per caso Samuel Pinker, un
mercante di caffè, che lo assume per scrivere una guida per la standardizzazione
degli aromi di questa bevanda.
In
questo progetto che prevede non solo la pubblicazione di una guida ma anche la
creazione di un cofanetto contenente gli aromi di riferimento, Robert Wallis
sarà affiancato dalla figlia del suo datore di lavoro, Emily Pinker.
Emily
è una giovane affascinante, dalle idee moderne che non vuole vivere nel
passato, ritiene un lusso poter lavorare e vuole assolutamente essere trattata
come tutti i dipendenti del padre.
Lei
e le sorelle minori, Ada e Philomena,
hanno perso la madre molto giovani e fin da piccole sono state incoraggiate dal
padre a leggere e a partecipare a conferenze.
Tra Emily e Robert nasce
inevitabilmente un reciproco sentimento ostacolato però dal padre di lei.
Samul
Pinker propone allora che Robert si trasferisca per quattro/cinque anni in
Africa, nella regione dell’Abissinia
conosciuta con il nome di Kaffa a sud-ovest di Harar.
Qui il pretendente
della figlia dovrà dare prova delle sue capacità e creare una piantagione che produca
un caffè di ottima qualità che un giorno possa rivaleggiare con le migliori
qualità del Brasile e di Sumatra. Al ritorno Robert avrà il permesso di sposare
la sua Emily.
Wallis
parte nel giugno del 1897 ma nulla andrà come programmato. Si innamorerà di una
bellissima schiava di nome Fikre,
conoscerà una terra selvaggia, entrerà in contatto con popolazioni esotiche e non
riuscirà a portare a termine l’impresa.
Nel
frattempo a Londra Emily inizierà a frequentare Arthur Brewer, un giovane politico liberale…
Al suo rientro in patria, Robert si
renderà conto che nulla è più come l’aveva lasciato. Londra è cambiata, la “sua” epoca è finita con la
morte della regina Vittoria seguita da quella di Oscar Wilde e di John Ruskin…i
dandy, i bohemien non sono più di moda, le suffragette lottano per il diritto
di voto alle donne, le automobili hanno definitivamente soppiantato le carrozze
trainate dai cavalli….
L’incipit
del libro è davvero accattivante. Il quadro che l’autore dipinge della Londra
di fine Ottocento è affascinante.
E’
avvincente leggere le vicende dei protagonisti, partecipare alla loro crescita,
alla loro formazione, mentre sullo sfondo assistiamo contemporaneamente
all’avvicendarsi di due diverse epoche.
Bellissime
sono le descrizioni dei paesaggi africani così come quelle della città di
Londra. Capella è davvero bravo a tradurre in parole gli aromi e i profumi.
Il
romanzo è piuttosto lungo (526 pagine) ma, anche se per questo motivo il ritmo
del racconto inevitabilmente a tratti cala, la lettura resta comunque sempre
scorrevole perché i colpi di scena sono
davvero sorprendenti.
La
caratterizzazione dei personaggi è ottima. Quello che colpisce di più è il realismo di questo romanzo. I
sentimenti di amore e di amicizia, la passione di cui si legge in questo libro
sono reali, non hanno nulla del “romanzato”.
Il
richiamo che Capella fa ai personaggi reali dell’epoca di cui scrive rendono il
tutto ancora più vero, come quando ci racconta della presenza al ballo in
maschera di Bosie, ovvero Lord Alfred Douglas l’amante di Oscar Wilde oppure la
presenza di Rimbaud in Africa.
Interessanti
sono poi le citazioni di personaggi e letterati come Wilde, Freud, Goethe…
Ad
essere sincera le spiegazioni relative alla nascita dell’economia finanziaria, con l’introduzione dei nuovi
termini come legge di mercato,
investimenti, obbligazioni, titoli derivati non sono sempre di facilissima
comprensione per chi come me è completamente digiuno di economia, ma anche in
questo caso l’autore è stato bravissimo a cercare di essere il più chiaro ed
esaustivo possibile.
“Il
profumo del caffè” è un libro sull’amore, su ogni tipo d’amore, perché questo
sentimento non è fatto di un’emozione sola, ma di molte come molti sono
gli odori di un buon caffè.
Questo libro mi ispirava moltissimo. Poi mi misi a leggerne delle particine qui e là e incominciai a trovarvi dei risvolti drammatici che non mi andava di affrontare, quindi decisi di non leggerlo.
RispondiEliminaTi capisco, io l'avevo visto tempo fa e come te ero davvero indecisa. Il mio problema era la parte di storia che si svolgeva in Africa, non amo moltissimo i romanzi ambientatati in questo continente.
RispondiEliminaAlla fine sono contenta di averlo letto, un bel libro.