
“L’amministratore”
è il primo libro della serie di sei romanzi (gli altri cinque si intitolano:
“Le torri di Barchester”, “Il Dottor Thorne”, “La canonica di Framley”, “La
casetta di Allington” e “Le ultime cronache del Barset”) che formano il
cosiddetto ciclo delle cronache del Barsetshire. In questi romanzi Trollope ci
racconta le storie ricche di speranze, timori e intrighi di una società dominata
dagli esponenti del clero; tali vicende sono ambientate in una regione
immaginaria (Barsetshire) nella quale si trova una cittadina, sede vescovile,
altrettanto immaginaria (Barchester).
“L’amministratore” è una storia molto semplice,
con pochi personaggi, ricca però di ironia e di senso del’humour. La lettura
delle prime pagine può risultare un po’ ostica se non si è esperti conoscitori
della politica ecclesiastica, ma è solo un’impressione iniziale, superata questa
apparente difficoltà, infatti, il romanzo si rivela una lettura piacevole e ci offre
anche diversi spunti di riflessione molto interessanti.
Protagonista
del primo romanzo delle cronache del Barsetshire è il reverendo Harding, primo
cantore della cattedrale di Barchester e amministratore del pensionato per
vecchi lavoratori (incarico legato alla nomina di primo cantore).
L’amministratore
e gli anziani ospiti del pensionato vivono grazie ai proventi di un lascito del
1434, anno in cui John Hiram, un mercante di lana, lasciò in eredità la propria
casa ed i propri terreni per il sostegno di dodici cardatori a riposo.
L’istituto dall’epoca era prosperato, i terreni adibiti al pascolo erano stati
edificati e le case costruite su di essi affittate; nel frattempo non
trovandosi più cardatori a Barchester gli ospiti venivano scelti in base ad
altri requisiti, direttamente dal vescovo e dai suoi collaboratori.
Septimius
Harding è un uomo buono e amabile, è vedovo e ha due figlie: Eleanor, la
minore, che vive ancora con il padre e Susan, la maggiore, moglie del reverendo
Grantly, figlio del vescovo nonché arcidiacono di Barchester e rettore di
Plumstead Episcopi.
Quando
John Bold, giovane medico, paladino dei poveri e degli oppressi, sempre pronto
ad eliminare ogni forma di sopruso, scopre l’iniqua suddivisione dei proventi
del pensionato per cui l’amministratore percepisce una parte molto superiore a
quella degli assistiti, decide di dover fare assolutamente qualcosa per
rimediare a questa ingiustizia. Così, nonostante sia innamorato di Eleanor, che
contraccambia il sentimento, e nonostante sia amico del reverendo Harding, non
esita a denunciare pubblicamente la questione, intentando una causa e sensibilizzando
anche la stampa. Tutti vengono coinvolti nella controversia ed, oltre
ovviamente ai personaggi sopra nominati, entrano nel dibattito anche illustri
avvocati, grandi cariche della chiesa e gli stessi anziani dell’ospizio; Trollope
riesce a descrivere perfettamente di ognuno caratteristiche, motivazioni,
passioni ed eccentricità individuali. Alla fine, Septimius Harding, prostrato
ed amareggiato, ed in aperto contrasto con quanto gli verrà suggerito da
avvocati e familiari, deciderà di seguire comunque la propria strada e la propria
coscienza perché:
Quel che non poteva sopportare era venir
accusato dagli altri e non assolto da se stesso. Dubitando, come aveva
cominciato a dubitare, della legittimità della sua posizione al ricovero,
sapeva che non gli sarebbe stata restituita la fiducia perché il signor Bold
era caduto in errore riguardo a certe questioni procedurali; né poteva
accontentarsi di cavarsela perché, grazie a qualche scappatoia legale, lui che
riceveva dal ricovero il maggior profitto andava considerato solamente come uno
dei dipendenti.
Non
ci sono personaggi totalmente positivi o negativi, i personaggi descritti da
Trollope sono semplicemente uomini e donne, e come tali hanno debolezze,
desideri, aspirazioni; a volte sono egoisti, testardi e vogliono imporre la
loro volontà altre volte sono confusi, incerti e tormentati dai dubbi.
(Il
Dottor Grantly) voleva il successo per la
sua parte e la sconfitta per quella dei nemici. Il vescovo voleva la pace a
riguardo; una pace stabile se possibile, ma la pace a ogni modo fintantoché non
si fosse concluso quel poco che restava dei suoi giorni; ma il signor Harding
non solo voleva il successo e la pace, bensì chiedeva anche di essere
discolpato agli occhi del mondo.
Certamente
in questo romanzo niente e nessuno è salvo: Trollope attacca la chiesa
d’Inghilterra, la stampa (The Times che all’epoca di Trollope era noto come il
The Thunder, viene nel romanzo chiamato Jupiter), la legge (tribunali,
avvocati, magistrati) e non tralascia neppure una frecciata ad un collega, il signor Popular Sentiment, chiaro
riferimento a Charles Dickens.
“E questo sarebbe il monte Olimpo?”
chiede l’estraneo incredulo. “E’ da questi piccoli edifici, scuri, sudici che
hanno origine quelle leggi infallibili a cui i consigli dei ministri si sentono
in dovere di obbedire; da cui devono essere guidati i vescovi, controllati i
membri della Camera dei Lord e dei Comuni – istruiti sulle leggi i giudici, in
fatto di strategia i generali, sulle tattiche navali gli ammiragli e sulla
gestione dei loro carretti le venditrici di arance?”. “Sì, amico mio…da queste
mura. Da qui vengono emesse le uniche bolle di cui si riconosca l’infallibilità
per la guida delle anime e dei corpi britannici. Questa piccola corte è il
Vaticano d’Inghilterra. (…)
E’ un fatto stupefacente per i comuni
mortali che il Jupiter non sbagli mai.
L’impressione
ricevuta dalla lettura di questo primo romanzo è stata piuttosto positiva, ma
prima di esprimere un giudizio totalmente favorevole verso Trollope, preferisco
leggere il secondo romanzo. Sono
abbastanza curiosa di sapere se le mie aspettative saranno soddisfatte. Chissà
se i miei dubbi e il mio desiderio di conferme nascano dal fatto che l’autore
non si è rivelato molto gentile nei confronti di uno dei miei
scrittori preferiti e del romanzo d’appendice in genere; a voler proprio essere
sinceri, non è che Trollope si sia allontanato poi così tanto dalla verità
descrivendo i personaggi dickensiani…
Dickens
fa della carica sentimentale il suo punto di forza, i suoi personaggi sono
sempre schierati dalla parte del bene o del male, nelle sue descrizioni punta
spesso sul grottesco e sul comico, caratteristiche che gli hanno fatto
guadagnare grande successo di pubblico ma che non sempre hanno attirato i
favori della critica.
Trollope,
come abbiamo già detto, descrive le passioni umane per quello che sono, nel
bene e nel male, non è mai tutto bianco o nero, le persone non sono mai o buone
o cattive, nelle sue pagine c’è ironia, mai sarcasmo. Per tutti questi aspetti,
ritengo che pur appartenendo alla stessa corrente letteraria del realismo
inglese, Anthony Trollope sia forse da considerarsi più realista di Charles Dickens.
Noi ora ci muoviamo con passo più
leggero e più veloce; lo scherno risulta più convincente del ragionamento, i
tormenti immaginari commuovono più dei veri dolori e i romanzi a pubblicazione
mensile persuadono dove dotti volumi in quarto non riescono a farlo. Se è
destino che il mondo sia raddrizzato, l’impresa verrà compiuta dai fascicoli da
uno scellino.
Tra tutti i riformatori del genere, il
signor Sentiment è il più potente (...)
Il signor Sentiment è senza dubbio un uomo molto potente e forse
lo è di più perché i suoi poveri meritevoli sono così estremamente meritevoli;
i suoi spietati ricchi così estremamente spietati e i genuinamente onesti così
tanto onesti (…)
:D ma ci sono un sacco di autori che ce l'hanno con Dickens. Capisco che effettivamente, se uno ci pensa, Dickens non era una grande persona, anzi piuttosto un ipocrita. Ed è vero che i suoi romanzi hanno dei colpi di scena assurdi a volte. Però David Copperfield rimarrà comunque uno dei miei romanzi preferiti in assoluto :D è meraviglioso.
RispondiEliminaSe vuoi buttarti nelle atmosfere gotiche vittoriane letterarie leggi Drood di Dan Simmons. Ha protagonista Wilkie Collins e Charles Dickens! :D stupendissimo!!
Drood???? non lo nomini mai questo libro!! ;-) Ho sentito pareri contrastanti e non sempre positivi, ma va bene mi hai convinta! lo aggiungerò alla lista dei libri da leggere :-)
RispondiEliminaHo terminato da poco l'intero ciclo, una delle letture più belle della mia vita.
RispondiEliminaGianluca
Mi fa piacere conoscere un lettore entusiasta di Trollope, non so perchè ma questo autore viene troppo spesso dimenticato.
EliminaPurtroppo ho talmente tanto da leggere che, nonostante i buoni propositi, mi sono fermata al primo libro. Spero di continuare quanto prima.