I
tabernacoli disseminati per le strade di Firenze, preziosi segni di devozione
pronti a toccare il cuore di chiunque alzi sguardo verso di loro, sono
numerosissimi
Il
libro ci accompagna in una passeggiata alla loro scoperta lungo le strade
dei quattro storici quartieri fiorentini (Santo Spirito, Santa Croce, Santa
Maria Novella e San Giovanni) e ci conduce a fare quattro passi fuori le mura.
Probabilmente
l’usanza di porre immagini sacre agli incroci delle strade o sugli edifici
iniziò intorno al XIII secolo per contrastare il movimento eretico dei
Patarini. Ad ogni modo, qualunque sia stata la vera origine di codesta tradizione,
senza dubbio questa si affermò così diffusamente che oggi a Firenze tra le centinaia
di tabernacoli che possiamo ammirare ce ne sono di appartenenti alle più
diverse tipologie, epoche e forme.
Il
libro ci spiega non solo quali fossero i materiali più utilizzati e quali
modifiche vennero apportate nel corso dei secoli ai diversi tabernacoli, quali
restauri vennero effettuati, quali immagini vennero sostituite, ma anche gli
scopi per cui alcuni di essi vennero collocati.
Firenze,
nel corso dei secoli, venne spesso colpita dalla peste e molti di questi
tabernacoli furono proprio posti per invocare protezione o ringraziare dello
scampato pericolo. Alcuni di essi, per lo più di epoca trecentesca,
appartengono ad una particolare categoria detta “a mensa”. Essi venivano,
infatti, usati per celebrare le messe all’aperto così da cercare di evitare il più
possibile il contagio dovuto all’affollamento.
La devozione verso le immagini sacre ospitate nei tabernacoli è
ancora oggi molto forte, non è raro infatti imbattersi in edicole dove sono
stati posti dei fiori.
Nel
1991 nacque il Comitato per il Decoro e il Restauro dei Tabernacoli in seno
all’Associazione degli Amici dei Musei e dei Monumenti Fiorentini, ma il
patrimonio da salvaguardare è davvero immenso.
Talvolta
i restauri sono stati e sono tutt’oggi finanziati da privati, ma queste magnifiche
testimonianze di religiosità e devozione popolare sono purtroppo sempre più spesso
messe in pericolo non solo dal passare del tempo, ma anche dall’incuria e dal
vandalismo.
Alcuni
di questi tabernacoli conservano opere attribuite ad importanti artisti quali
Lorenzo di Bicci o Domenico Ghirlandaio, solo per citarne alcuni.
Questo prezioso volume non
si limita a raccontare la loro storia artistica, ma ci narra pure tanti curiosi aneddoti relativi alle strade dove
questi tabernacoli sono collocati, ci parla degli strumenti utilizzati dagli artigiani
dell’epoca, ci riferisce la storia delle famiglie nobili con i loro stemmi e ci
narra le leggende popolari.
Una
lettura interessante, uno vero scrigno di modi di dire e curiosità che fanno
da cornice al racconto di queste opere che hanno sfidato i secoli per
giungere fino a noi.
Una
menzione meritano anche le belle fotografie che corredano i testi di questo
volume dalla veste grafica estremamente elegante e piacevole.
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