lunedì 12 giugno 2023

“Tabernacoli fiorentini” di L. Artusi – P. Messeri – E. Petrioli

I tabernacoli disseminati per le strade di Firenze, preziosi segni di devozione pronti a toccare il cuore di chiunque alzi sguardo verso di loro, sono numerosissimi

Il libro ci accompagna in una passeggiata alla loro scoperta lungo le strade dei quattro storici quartieri fiorentini (Santo Spirito, Santa Croce, Santa Maria Novella e San Giovanni) e ci conduce a fare quattro passi fuori le mura.

Probabilmente l’usanza di porre immagini sacre agli incroci delle strade o sugli edifici iniziò intorno al XIII secolo per contrastare il movimento eretico dei Patarini. Ad ogni modo, qualunque sia stata la vera origine di codesta tradizione, senza dubbio questa si affermò così diffusamente che oggi a Firenze tra le centinaia di tabernacoli che possiamo ammirare ce ne sono di appartenenti alle più diverse tipologie, epoche e forme.

Il libro ci spiega non solo quali fossero i materiali più utilizzati e quali modifiche vennero apportate nel corso dei secoli ai diversi tabernacoli, quali restauri vennero effettuati, quali immagini vennero sostituite, ma anche gli scopi per cui alcuni di essi vennero collocati.

Firenze, nel corso dei secoli, venne spesso colpita dalla peste e molti di questi tabernacoli furono proprio posti per invocare protezione o ringraziare dello scampato pericolo. Alcuni di essi, per lo più di epoca trecentesca, appartengono ad una particolare categoria detta “a mensa”. Essi venivano, infatti, usati per celebrare le messe all’aperto così da cercare di evitare il più possibile il contagio dovuto all’affollamento.

La devozione verso le immagini sacre ospitate nei tabernacoli è ancora oggi molto forte, non è raro infatti imbattersi in edicole dove sono stati posti dei fiori.

Nel 1991 nacque il Comitato per il Decoro e il Restauro dei Tabernacoli in seno all’Associazione degli Amici dei Musei e dei Monumenti Fiorentini, ma il patrimonio da salvaguardare è davvero immenso.

Talvolta i restauri sono stati e sono tutt’oggi finanziati da privati, ma queste magnifiche testimonianze di religiosità e devozione popolare sono purtroppo sempre più spesso messe in pericolo non solo dal passare del tempo, ma anche dall’incuria e dal vandalismo.

Alcuni di questi tabernacoli conservano opere attribuite ad importanti artisti quali Lorenzo di Bicci o Domenico Ghirlandaio, solo per citarne alcuni.

Questo prezioso volume non si limita a raccontare la loro storia artistica, ma ci narra pure tanti curiosi aneddoti relativi alle strade dove questi tabernacoli sono collocati, ci parla degli strumenti utilizzati dagli artigiani dell’epoca, ci riferisce la storia delle famiglie nobili con i loro stemmi e ci narra le leggende popolari.

Una lettura interessante, uno vero scrigno di modi di dire e curiosità che fanno da cornice al racconto di queste opere che hanno sfidato i secoli per giungere fino a noi.

Una menzione meritano anche le belle fotografie che corredano i testi di questo volume dalla veste grafica estremamente elegante e piacevole.




 

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