Potrei
dire di aver scelto questo libro perché attratta dall’affascinante figura di
Galileo Galilei oppure, più semplicemente, perché non sono solita rinunciare a
leggere un romanzo ambientato
a Firenze, tanto più se tra i personaggi appare un esponente della famiglia
Medici, ma la verità è che quello che
mi ha spinto ad acquistare questo libro è stata la bellezza della copertina.
Non
è una cosa così singolare, a tutti noi capita talvolta di scegliere un libro
per la sua copertina, però mi ha fatto sorridere che l’autore giochi con l’idea
che qualcosa di simile potesse essere accaduta anche ad Urbano VIII con “Dialogo sopra i due
massimi sistemi del mondo” di Galileo Galilei.
La
storia è ambientata nel 1631. A Firenze la peste imperversa e il Granduca Ferdinando II cerca di
difendersi come meglio può dalle assillanti richieste, dai continui suggerimenti e dai numerosi rimedi di
cui gli esponenti del clero
sembrano essere terribilmente provvisti.
Galileo
è prossimo a dare alle stampe la sua opera che, sotto forma di dialogo e
scritta in volgare, renderebbe accessibile a tutti la teoria per cui è il Sole
ad essere al centro dell’universo e non la Terra. Lo
scienziato si è da poco trasferito a Villa il Gioiello vicino al convento di
San Matteo ad Arcetri, poco distante
da Firenze.
Nel
convento si trovano le
sue due figlie: Suor Maria Celeste, al secolo Virginia, e Suor Arcangela, al
secolo Livia. Suor Maria Celeste,
la maggiore, è molto legata al padre ed è a lei che Galileo affida i suoi
scritti per essere trascritti in bella copia poiché altrimenti risulterebbero
incomprensibili a tutti anche al tipografo.
In
convento accade una terribile disgrazia e Galileo Galilei si ritroverà
coinvolto in prima persona, suo malgrado, in una propria e vera corsa contro il
tempo per cercare di risolvere il mistero.
Il
romanzo è preceduto, come si trattasse di un testo teatrale, da alcune pagine
in cui vengono presentati i protagonisti della storia. I personaggi, quasi tutti realmente
esistiti, sono descritti minuziosamente e
appaiono talmente ben caratterizzati che al lettore sembra davvero di
conoscerli tutti di persona.
Il
Granduca Ferdinando II de' Medici è una figura intrigante. È abilissimo a gestire i problemi scaricando quelli più scottanti sui suoi
sottoposti così da potersi prendere il giusto tempo per esaminare le
situazioni. Una volta presa, però, la sua decisione sarà legge e non dovrà
essere messa in discussione da nessuno. Nell’insieme un sovrano illuminato, vicino ai suoi sudditi, che non manca di visitare
gli infermi nei lazzaretti e confortare i parenti dei defunti.
Galileo
Galilei è un uomo di scienza, ma anche
un personaggio che ama la buona tavola e il vino. Talvolta sembra perdersi nel
suo mondo inseguendo qualcosa di indefinito, ma improvvisamente ritorna in sé con
la giusta illuminazione. Molto
legato alle figlie, non è privo di dubbi e rimorsi per aver scelto per loro la
via del convento. Bisogna dire però,
a sua discolpa, che nel Seicento, per delle fanciulle senza dote, il convento
era l’unico luogo sicuro dove vivere e soprattutto dove poter studiare.
Suor
Maria Celeste e Suor Arcangela
non potrebbero avere caratteri più diversi; tanto dolce, remissiva e posata
Virginia, quanto focosa e intemperante Livia. Inutile dire che inevitabilmente
Suor Arcangela, nonostante i suoi modi bruschi e poco ortodossi, o forse
proprio per questi, riuscirà ad entrare nelle simpatie del lettore quanto se
non più della sorella stessa.
Il
racconto all’inizio è forse un po’ lento. Le teorie e gli stralci dei documenti
riportati necessitano infatti un po’ di impegno da parte del lettore, ma sono
passi imprescindibili per calarsi nel giusto clima narrativo. Superate le prime pagine il racconto
prende ritmo e ci si trova piacevolmente coinvolti dal dipanarsi degli eventi. Impossibile non sviluppare empatia nei confronti di
molti dei personaggi della storia.
Ironico
e divertente Marco Malvaldi sa davvero
come catturare l’attenzione del lettore e tenerlo incollato alle pagine.
È
vero che un libro non deve mai essere giudicato dalla copertina, ma in questo
specifico caso, la copertina è decisamente all’altezza del libro. Divertente,
spiritoso e illuminate.
Io in verità sono respinta proprio dalla copertina, infatti non amo le grafiche così "piene". Non è certo un buon motivo per escludere la lettura, ma, per il momento, è bastato a farmi preferire altro. In futuro, chissà... La storia di Galileo e del suo "Dialogo" mi affascina molto.
RispondiEliminaLa copertina è proprio quello che finora mi ha tenuta lontana da questo libro (a mio gusto la grafica è troppo "piena") e, se non è certo un motivo valido per escluderne la lettura, al momento di spinge a preferire altro. Poi, magari, la curiosità verso Galileo e il suo "Dialogo" rimedierà...
RispondiEliminaIn genere non è il tipo di copertina che prediligo neppure io ma, per qualche strano motivo, questa mi ha attirato parecchio. Per quanto riguarda la storia è piacevole, ma molto molto romanzata.
EliminaDa quello che intuisco io tu cerchi più un libro tipo "L'occhio di Galileo" di Jean-Pierre Luminet pubblicato da La Lepre Edizioni. Ne ho parlato un po' di tempo fa. Il protagonista lì però era principalmente Keplero.