Il libro venne pubblicato in occasione
della mostra “Il ritorno dell’Elettrice” presentata a Firenze nel 1993
presso la Loggia Rucellai, allora sede dell’antiquario-editore Alberto
Bruschi, che ne fu l’ideatore con il patrocinio del Comune di Firenze.
Proprio l’editore Alberto
Bruschi, con lo spirito arguto e ironico che lo ha sempre contraddistinto, apre
il volume con quello che definisce il suo pensierino.
Poche pagine ma molto significative per comprendere quanto grande e profondo
fosse l’attaccamento che l’antiquario nutriva per gli ultimi Medici ed in particolare
in questo caso per l’Elettrice Palatina. Non stupisce quindi che proprio questa
mostra e l’interesse di Bruschi siano stati elemento di spinta per il recupero
della figura di questa ultima esponente della famiglia a cui finalmente oggi
viene tributato il giusto riconoscimento. A Firenze, infatti, dal 2002 è stata
istituita il 18 febbraio, giorno della sua morte avvenuta nel 1743, la giornata
dell’Elettrice Palatina. Dall’anno 2002 fino al 2008 si sono susseguite in
questa occasione anche una serie di giornate di studio a lei dedicate i cui
atti sono stati raccolti in due volumi.
Stefano Casciu ci racconta la
vita di Anna Maria Luisa de’ Medici attraverso le testimonianze dei suoi
contemporanei e attraverso l’enorme patrimonio artistico a noi giunto proprio
grazie alla sua lungimiranza e alla sua tenacia.
Ci racconta di quella bambina
vivace dalle guance paffute che ancora oggi ci guarda curiosa dai ritratti e di
quell’adolescente, dalla folta chioma corvina e dagli occhi neri, orgogliosa
della sua stirpe. Ci racconta di un Principessa alla corte tedesca felice e
spensierata, adorata dal marito e sempre pronta ad organizzare spettacoli e
divertimenti, della sua passione per i gioielli e della sua delusione per la
gravidanza non portata a termine. Scopriamo attraverso le lettere da lei indirizzate
ai famigliari la nostalgia per Firenze dove farà ritorno alla morte dell’Elettore.
Qui potrà riprendere il suo ruolo, un po’ a spese della cognata Violante vedova
del Gran Principe Ferdinando, e il suo posto accanto al padre che tanto amava
quella figlia determinata e pia.
Il saggio è soprattutto
incentrato sul mecenatismo dell’Elettrice. Come tutti gli esponenti della
famiglia anche Anna Maria Luisa aveva la vocazione a proteggere artisti e
musicisti. Il suo mecenatismo assunse aspetti diversi con il mutare della
sua condizione. In Germania il suo interesse fu soprattutto rivolto verso la
musica e il teatro. A Düsseldorf il marito per compiacerla fece costruire un
nuovo teatro che fu frequentato da diversi artisti, tra cui Händel. Le commissioni
ai pittori riguardavano spesso la richiesta di esecuzione di ritratti. Molti erano
ritratti dell’Elettrice e del marito in costume, abiti che la stessa Anna Maria
Luisa faceva confezionare per sé e per il consorte per essere indossati durante
delle feste a tema e divertire tutta la Corte. Numerose furono le opere
scambiate come omaggio tra la Corte dell’Elettore e quella Granducale, dalla
prima giungevano a Firenze soprattutto ritratti dei coniugi e dipinti
fiamminghi, mentre da Firenze partivano capolavori dell’arte italiana tra cui addirittura
un Raffaello.
Tornata a Firenze il suo
mecenatismo non ebbe battute d’arresto, ma si indirizzò verso commissioni di
soggetto religioso più consone all’aria che si respirava nel Granducato di
Toscana sotto Cosimo III.
Dopo la morte di questi e a causa
dei dissapori con il fratello Gian Gastone, il nuovo Granduca, l’Elettrice si
rifugiò per buona parte dell’anno nella Villa La Quiete, sede
dell’educandato delle Montalve, un luogo che era stato tanto amato anche dalla
nonna Vittoria della Rovere.
Negli ultimi anni della sua vita
i suoi sforzi furono tutti improntati alla chiesa di famiglia, la Basilica di
San Lorenzo, e al tentativo di portare a termine le Cappelle Medicee che
purtroppo, nonostante l’impegno e il denaro profusi, rimasero la sua re imperfecta.
La sua più grande opera resta
senza dubbio la Convenzione di Famiglia, meglio conosciuta come il Patto di
Famiglia, ratificata a Vienna il 31 ottobre del 1737. Il patto vincolava tutta
l’eredità medicea alla città di Firenze e alla Toscana. Nonostante i suoi bellicosi
tentativi di stilare inventari per impedire l’emorragia delle opere e delle suppellettili,
moltissimo fu comunque trafugato dai Lorena che l’Elettrice non esitava a
definire gente affamata.
Il libro di Stefano Casciu è un breve e interessante saggio sulla figura di Anna Maria Luisa de’ Medici. Una
valida lettura per chi voglia conoscere questa straordinaria donna, degna
erede dei suo illustri avi, e magari poi approfondire l’argomento con la
lettura degli atti dei convegni e del libro dedicato al suo testamento.
Sempre chiara nell'esporre ciò che riguarda gli ultimi Medici e nel trasmettere la passione per essi e per la mia città! Ci fossero più fiorentini col tuo stesso affetto, Firenze ne sarebbe grata!
RispondiEliminaGrazie! Il merito però è del tuo babbo. Senza i suoi libri non mi sarei mai appassionata così tanto agli ultimi Medici.
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