mercoledì 7 settembre 2022

“Vita del Reverendo Padre Athanasius Kircher. Autobiografia” a cura di Flavia De Luca

Sono venuto alla luce in questo mondo di calamità alle tre dopo mezzanotte del 2 maggio 1602 (…)

Inizia così l’autobiografia di Athanasius Kircher (1602-1680) astronomo, letterato, geologo, matematico, egittologo, musicista… Difficile elencare tutte le discipline a cui il gesuita Athanasius Kircher si dedicò nel corso della sua esistenza tanto più ai giorni nostri dove ogni singola materia viene suddivisa tra i più differenti specialisti. Nel Seicento però le cose erano molto diverse, non c’era alcun netto confine tra le varie scienze.

L’autobiografia, scritta con ogni probabilità negli ultimi anni della sua vita, venne pubblicata postuma nel 1684. Esistono diverse versioni di questo scritto, quella proposta in questa edizione a cura di Flavia De Luca è basata sulla copia manoscritta dell’Archivium Romanum Societatis Jesu. Laddove la curatrice abbia avuto dubbi sulla corretta interpretazione del testo si è avvalsa dell’edizione a stampa conservata presso la Biblioteca Marciana di Venezia.

Nella prefazione Flavia De Luca afferma di aver privilegiato una certa ricerca di scorrevolezza nella traduzione del testo così da renderne la lettura fluida e fruibile anche al lettore che non sia un profondo conoscitore del mondo seicentesco. Il risultato è una lettura piacevole e accattivante che riesce a coinvolgere e appassionare il lettore.

Athanasius figlio di Johanne Kircher, filosofo e professore di teologia, dimostrò fin da piccolo di possedere un’intelligenza non comune. Il padre, pertanto, lo avviò subito agli studi del latino, della musica e della geografia. In seguito, per permettergli di progredire nella conoscenza, lo inviò a Fulda presso il convento della Compagnia del Gesù.

La vita di Athanasius Kircher fu una vita anche movimentata nella quale non mancarono avvenimenti avventurosi quali naufragi, terremoti, incidenti e incontri con soldati malintenzionati. Ogni volta però l’autore attribuisce la sua salvezza alla Divina Clemenza.

Nonostante fosse stato scelto per ricoprire il ruolo di matematico imperiale alla corte di Vienna, mentre era in viaggio fu chiamato a Roma a seguito delle pressanti richieste di Papa Urbano VIII e del Cardinale Francesco Barberini. Nell’Urbe egli trascorse il resto della sua vita a parte qualche breve viaggio.

La sua più grande passione furono i geroglifici che per primo provò a decifrare. Lo stesso Champollion due secoli più tardi riconobbe l’importanza del contributo da lui apportato. 

L’ambiente dei Collegi era un ambiente molto competitivo e Kircher dovette spesso guardarsi dall’invidia altrui. Riuscì sempre a difendersi dagli attacchi e non ebbe mai problemi ad ottenere finanziamenti per le proprie ricerche e pubblicazioni.

L’autobiografia è pervasa da un forte sentimento religioso. Athanasius Kircher era un uomo di profondo sapere, le sue opere affrontano le più svariate discipline, ma era invero sempre pronto a rimandare all’intervento divino ogni evento si manifestasse nella sua vita.

Egli non si allontanò mai dalla retta via indicata dalla Chiesa. Per esempio in astronomia, come tutti i suoi confratelli, fu un seguace del compromesso tichoniano. Non ebbe il coraggio di un Galileo Galilei che, pur esiliato e costretto ad abiurare, tenne sempre fede a se stesso.

Galileo Galilei fu uno dei protagonisti della fondazione del metodo scientifico basato sull’esperimento come strumento alla base dell’indagine. Celebre è il motto dell’Accademia del Cimento, fondata da Leopoldo de’ Medici nel 1657, “Provando e riprovando”. Lo stesso Kircher non era estraneo a questa istituzione. Esiste infatti una corrispondenza tra il gesuita e Leopoldo de’ Medici e il fratello di questi, il granduca Ferdinado II de’ Medici.

Il metodo fu proprio quel quid che mancò ad Athanasius Kircher legato per tutta la sua vita alla tradizione aristotelica e alla sua devozione religiosa.

Nonostante la sua inclinazione al compromesso e la totale mancanza di laicità, non si possono però non riconoscere a Kircher i suoi importantissimi e molteplici meriti in materia di ottica, meccanica, egittologia e quant’altro senza dimenticare la sua Wunderkammer annoverata tra i più bei musei allora conosciuti e le cui collezioni sono oggi disseminate tra varie nostre realtà museali.

Ho scelto di leggere questo libro senza dubbio perché incuriosita dalle mie precedenti letture sugli esponenti della famiglia Medici ed il loro interesse per la scienza nonché dalla visita fatta un po’ di mesi fa all’Osservatorio Ximeniano di Firenze.

Sarò sincera, mi aspettavo un libro un po’ noioso e invece l’autobiografia di Kircher si è rivelata una lettura preziosa e ricca di fascino. Un libro coinvolgente, a tratti quasi una sorta di romanzo di avventura, che permette al lettore di avvicinarci piacevolmente e fare conoscenza con un mondo tanto vario quale fu il multiforme mondo intellettuale del Seicento.

 


2 commenti:

  1. Un altro libro interessante da La lepre edizioni. Ha davvero un catalogo che mi incuriosisce. Pure la grafica di copertina mi cattura sempre.

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    1. Sì, la Lepre Edizioni ha delle vere chicche in catalogo. Questa l'ho scoperta per caso e non credevo davvero mi sarebbe piaciuta così tanto. Davvero interessante,

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