Lorenzo de’ Medici è senza dubbio la figura ricordata
come la più rappresentativa del Quattrocento. Invero, un altro esponente della famiglia fu altrettanto significativo del
Magnifico: Cosimo de’ Medici.
Cosimo Pater Patriae non fu solo colui che portò il Banco Medici alla sua massima
espansione con la creazione di filiali in tutta Europa, ma fu colui
che diede anche un notevole impulso all'architettura.
Non è mai corretto fare confronti fra le varie figure
storiche, ma è fuor di dubbio che Lorenzo non fu altrettanto abile del nonno
quando si trattava di affari. Al suo tempo non solo il Banco avviò una spirale
negativa, ma addirittura ci fu chi dubitò della sua onestà ritenendo che egli
si fosse appropriato di denaro pubblico per finanziare i propri interessi.
Nonostante il grande contributo che, come mecenate,
dimostrò verso artisti e letterati, Lorenzo de’ Medici non contribuì quanto Cosimo
allo sviluppo dell’architettura. La sola commissione attribuita al
Magnifico fu, infatti, la villa di Poggio a Caiano che tra l’altro fu portata a
termine dal figlio Giovanni, il futuro Leone X.
Si stima che
dal 1434 fino al 1471 vennero spesi da Cosimo ben 664mila fiorini in
costruzioni, elemosine e contributi per il benessere e le necessità della
comunità cittadina.
Marsilio Ficino scrisse di Cosimo “egli era tanto
acuto nel disputare quanto prudente e forte nel governare”.
Le basi per
il governo mediceo furono indubbiamente gettate da Cosimo il Vecchio sia politicamente
che economicamente. Di vitale
importanza fu la sua lungimiranza nel voler stringere una stretta alleanza con Milano. L’alleanza con gli Sforza fu importante
per Firenze, ma ancora di più lo fu come protezione e salvezza del regime
mediceo.
Cosimo ebbe solo un
unico grande rammarico, quello di non essere riuscito ad estendere il
dominio di Firenze su terre più vaste e nella fattispecie di non essere mai riuscito, nonostante i
tentativi più volte fatti, a conquistare la città di Lucca.
Le due epoche in cui vissero Cosimo e Lorenzo furono
molto diverse sia per i movimenti sullo scacchiere politico italiano sia per la
politica fiorentina. Al tempo di Cosimo
era impensabile poter divenire signori assoluti di Firenze come di fatto lo
divenne poi il Magnifico.
Cosimo Pater Patriae fu non solo un ottimo banchiere, ma anche un ottimo statista che dimostrò
di saper guidare con giudizio i suoi interlocutori e orientarne le scelte ora
con il denaro ora con un gioco di scambio politico.
La sua più grande dote fu forse proprio quella di sapere guidare
senza comandare, giocando sempre sull’ambiguità
degli eventi per condurli all’esito a lui più favorevole.
Caratterizzato da una personalità poliedrica, Cosimo si adoperò spesso per la promozione di imprese assistenziali
e religiose.
Il libro di Tanzini affronta i tanti suoi aspetti: quello del banchiere, dello statista, del cittadino, del politico, del capofamiglia, del collezionista, del mecenate e dell’uomo di cultura. Un saggio molto ben documentato, puntuale e dettagliato. Un ottimo testo per approfondire la conoscenza di questa affascinante figura storica.
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