UN VIAGGIO ITALIANO
di Philipp
Blom
MARSILIO
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Questa è la storia di un’ossessione. Una caccia all'uomo, un viaggio alla scoperta di
un mondo dal quale ci separano trecento anni. Un’indagine sulle orme di una
persona la cui vita e la cui morte, spazzate via dalla risacca degli eventi,
non sembrano avere lasciato alcuna traccia. Nessuna fonte, nessun autore hanno
serbato il benché minimo ricordo della sua esistenza: rimane solo lo strumento
che le sue mani hanno creato, e che ora vibra nelle mie.
Inizia così “Un
viaggio italiano. Storia di una passione nell'Europa del Settecento”, un
libro a metà tra il romanzo e l’indagine storica.
Philipp Blom, storico e scrittore, fin da ragazzo aveva sognato una carriera da musicista, ma aveva dovuto arrendersi dinnanzi all'evidente mancanza
di talento; non sempre infatti la pazienza e la determinazione sono sufficienti
per realizzare i propri sogni.
La passione per il violino però non l’ha
mai abbandonato e,
tranne per un breve periodo della sua vita, non ha mai smesso di suonarlo.
Grazie alla musica egli ha sempre trovato
conforto nei momenti di crisi e rifugio nei tempi difficili.
Un giorno,
quasi per caso, il nostro io narrante entra
in possesso di un antico violino del Settecento, un violino fatto probabilmente
in Italia, ma da un liutaio tedesco.
Nasce così in
lui l’ossessione di scoprire di più su
colui che diede vita a questo strumento.
Inizia da qui
un lungo viaggio nel tempo fatto di innumerevoli incontri
con esperti disposti ad esaminare il violino, di indagini storiche d’archivio complesse ed affascinanti, ma anche estenuanti, e di
numerose perizie al fine di ottenere una datazione certa grazie all'indagine
dendrocronologica.
Sulla base
delle fonti storiche Philipp Blom
ricostruisce una storia alquanto verosimile della vita dello sconosciuto
liutaio.
Forse all'inizio
del 1700 un giovane lasciò Füssen alla volta dell’Italia, giunse a Venezia, dove divenne apprendista nella bottega
di qualche famoso artigiano, magari addirittura di Goffriller.
Forse il nostro
giovane rimase a lavorare nella bottega del suo maestro e non ebbe mai il
coraggio o la possibilità economica di mettersi in proprio o, magari, aprì egli
stesso una sua bottega, o forse lasciò Venezia per un’altra città.
Le
possibilità sono infinite, ma di tutto ciò non ci è dato sapere nulla, perché questo
è
il triste destino degli ultimi superstiti: non hanno più nessuno con cui
parlare.
Attraverso le
pagine di questo splendido libro Philipp Blom ci riporta indietro in un’epoca di artigiani girovaghi, aristocratici e musicisti
di corte; un’epoca in cui l’Italia era un paese ancora diviso, governato da
potenze straniere e funestato da guerre.
Eppure,
nonostante il periodo così travagliato, l’Italia era anche un paese in grado di
esprimere il meglio nelle arti e nelle scienze dando i natali a personaggi
quali Antonio Vivaldi e Giacomo Casanova, solo per citare alcuni dei personaggi
che incontriamo proprio nel libro di Blom.
Philipp Blom
ci racconta della nascita della liuteria
a Füssen e del suo declino, delle botteghe
italiane ed in particolare delle differenze che intercorrevano tra quelle
cremonesi e quelle veneziane, della vita
degli apprendisti e del loro operato all'interno di quelle stesse botteghe,
dei violini, di quelli costruiti da liutai famosi quali Stradivari, Guarneri del Gesù, Testore, e di quelli nati dalle mani
di artigiani meno conosciuti dai più, come Goffriller,
Stainer, Kaiser.
Il libro di
Philipp Bloom è un libro che dischiude al lettore
le porte di un mondo appassionante e sconosciuto come quello della
compravendita degli strumenti d’epoca e di un mondo altrettanto
affascinante come quello dei laboratori
dove persone dalla capacità straordinarie riparano inestimabili capolavori
della liuteria.
Philpp Blom attraverso
le pagine del suo libro ci regala un originale affresco dell’Europa ed in
particolare dell’Italia dell’età dei lumi e, grazie alle sue descrizioni di
paesaggi urbani e culturali insoliti, ci sembra di poter scrutare il tutto da un punto di osservazione privilegiato, quasi che
noi stessi ci trovassimo dentro una di quelle meravigliose vedute di Canaletto
e da lì potessimo gettare uno sguardo sulla seducente vita della Venezia del
Settecento.
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