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UNA FINESTRA VISTALAGO
di Andrea
Vitali
GARZANTI
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Il romanzo inizia con la narrazione di
fatti accaduti nel 1929 per poi arrivare a raccontare gli eventi occorsi nei primi
anni ’70, nucleo centrale del libro.
Il romanzo è ambientato a Bellano, un piccolo paese affacciato
sulla riva orientale del lago di Como.
Come spesso accade nei piccoli centri
molti portano lo stesso cognome e qui a
Bellano di Arrigoni Giuseppe ce ne sono davvero tanti ed è impossibile
conoscerli tutti.
La vita di Eraldo Bonomi, operaio nel cotonificio locale e militante del PSIUP,
viene segnata proprio da questo nome, Arrigoni Giuseppe.
Grazie ad esso infatti, per uno strano
gioco del destino, Eraldo conosce Elena
una giovane bella e provocante, che non si sa per quale misterioso capriccio accetti
di sposarlo.
Elena sposa l’ottuso Eraldo non certo per amore tanto che il
matrimonio sarà per lei una vera prigione dalla quale cercherà fin
da subito di evadere.
Il
Bonomi sembra proprio essere una calamita per i guai e così, equivoco dopo equivoco, non
solo si procura un sacco di nemici, ma a sua insaputa favorisce la scoperta di
più di un segreto dei suoi compaesani.
Del resto, come si sa, in un piccolo paese di provincia, seppur all’apparenza la
vita sembri scorrere monotona, in realtà spesso i suoi abitanti nascondono
scheletri negli armadi e sono ben intenzionati a far si che questi non
vengano esumati.
Intorno alle vicende del Bonomi e della
bella Elena ruotano una serie infinita di altri personaggi come il dottor Aurelio Tornabuoni, la signora Maria Grazie Perdicane,
l’astioso Benito Vitali, antagonista
del Bonomi, solo per citarne alcuni.
“Una finestra vistalago” è un romanzo
corale sarebbe pertanto impossibile anche solo provare a nominarli tutti.
Ognuno di loro, da quelli più importanti
a quelli che appaiono sulla scena solo come piccole comparse, è caratterizzato in modo ben dettagliato.
I personaggi di Vitali sono tutti molto
verosimili e, per quanto vengano descritti dall’autore con molta ironia e
bonomia, non assumo mai la
caratteristica della macchietta.
L’impianto
narrativo è molto teatrale
e, assistendo a questa sfilata di innumerevoli personaggi, sembra di assistere
ad una vera e propria rappresentazione scenica.
I protagonisti del romanzo sono i rappresentanti
di un’Italietta che vorremmo dimenticare
e contro la cui grettezza combattiamo ancora ogni giorno.
Sono personaggi dalla mentalità meschina e provinciale,
spesso inadeguati tanto che pochi di loro riescono ad emergere dalla loro
modestia intellettuale, dalla loro ipocrisia, dalla loro smania di possesso e
dall’arrivismo imperante.
In questo romanzo gli unici personaggi
per cui sono riuscita a nutrire stima sono il maresciallo Pezzati che, a differenza degli altri, dimostra di essere
un uomo equilibrato e intelligente e, anche se in minor misura, il dottor Tornabuoni perché nonostante
gli scheletri nell’armadio ed i suoi piccoli difetti, dimostra di saper operare
con giudizio e buon senso almeno nella maggior parte dei casi.
Il romanzo di Andrea Vitali scorre
veloce, la scrittura è molto fluida e
pulita.
L’autore dimostra una grande padronanza
nel saper costruire storie, nel saper descrivere luoghi ed atmosfere, nel riuscire a raccontare
l’anima di ogni personaggio rendendolo vivo e reale.
Devo confessarvi, però, che questa
storia non mi ha entusiasmata particolarmente e non certamente per demerito
dell’autore che anzi dà prova straordinaria
di saper raccontare i tanti vizi e le poche virtù dell’uomo di provincia con
una grazia e un garbo davvero non comuni, ma piuttosto perché io in un romanzo
sono solita cercare evasione e divertimento oppure qualcosa che possa essere
edificante per lo spirito.
“Una finestra vistalago”, nonostante un grande senso dell’humour e l’ironia
dimostrata dal suo autore, è un romanzo amaro che mette il lettore dinnanzi a
tutti quei difetti insiti dell’uomo come la povertà di spirito, la mediocrità,
lo squallore e l’ottusità che spesso non ci dispiacerebbe poter dimenticare.
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