PER SEMPRE
di Susanna Tamaro
GIUNTI
EDITORE
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Nora
e Matteo sono una coppia felice. Hanno un bambino di nome Davide e sono in
attesa di un secondo figlio. Lui è un esperto chirurgo vascolare. La loro è una vita perfetta.
Una domenica però al rientro da una
gita, la macchina di Nora sbanda e precipita da un viadotto
dell’autostrada.
Matteo che segue la moglie con la propria auto, assiste impotente alla scena, costretto a
guardare il terribile rogo che sta distruggendo tutta la sua famiglia.
L’uomo
è annichilito dal dolore oltre che dal dubbio, istillatogli in seguito agli
accertamenti della polizia stradale, che l’incidente sia stato provocato
volontariamente da Nora.
Ogni giorno sprofonda sempre di più
nell’abisso: inizia a mentire ai
genitori, si stordisce con gli alcolici e trascura il lavoro.
Alla
morte del padre, grazie ad una lettera di questi in cui lo esorta a non
arrendersi e a perseguire quella “nobiltà
dell’animo” che sempre aveva cercato di insegnargli e che a sua volta lui
aveva appreso da suo padre, scatta qualcosa
in Matteo che finalmente comprende che è giunto il momento di ricucire i pezzi
della propria esistenza.
Lascia definitivamente il lavoro
all’ospedale e si trasferisci sui monti.
Decide
di tornare alla terra, alle cose semplici, ai ricordi di quando da piccolo,
ospite a casa dei nonni, passeggiava per i campi.
Osservare
la natura lo riavvicina alla vita:
il cielo stellato, il trascorrere delle stagioni, la vicinanza degli animali
selvatici e l’impegno di prendersi cura di quelli domestici.
Giorno
dopo giorno Matteo ritrova se stesso e lassù,
sulla sua montagna, dopo aver riparato il proprio cuore ferito è pronto ad
aiutare chiunque il caso conduca alla sua porta.
La
sua casa è aperta a tutti, per ognuno c’è un pezzo di formaggio, un po’ di vino
o anche semplicemente un bicchiere d’acqua fresca.
Matteo
non esercita più la professione di cardiochirurgo, ora egli è un medico
dell’anima, perché solo chi ha conosciuto un dolore tanto profondo e lacerante
può avere la capacità di comprendere la sofferenza e il disagio degli altri.
E’
passato molto tempo da quando lessi “Va’ dove ti porta il cuore”, ricordo che
quel libro mi aveva profondamente commossa, ma ricordo anche che mi aveva
lasciato una tale malinconia addosso che, nonostante mi fosse piaciuto immensamente,
mi ero ripromessa che mai mi sarei avvicinata di nuovo ad un libro di Susanna
Tamaro.
Gabrielle
Zevin ha scritto “Bisogna incontrare le
storie al momento giusto. Le cose che ci colpiscono a vent’anni non sono
necessariamente le stesse che ci colpiscono a quaranta, e viceversa. Questo è
vero nei libri e anche nella vita”.
Ecco,
forse io semplicemente non ero ancora pronta ad affrontare quella lettura, ad
accettare certe verità che fanno inevitabilmente parte della vita di ogni
essere umano.
Lo
scorso anno una cara amica mi ha regalato “Per sempre” costringendomi così a
confrontarmi per la seconda volta con un romanzo della Tamaro.
Ho
ritrovato le stesse emozioni di quando lessi “Va’ dove ti porta il cuore”, ma
probabilmente l’età più matura e le esperienze di vita, mi hanno fornito la
forza di poter affrontare queste pagine in un modo più maturo, facendomi
trasportare dall’intensità del racconto senza però venirne schiacciata.
Il filo conduttore del romanzo è il
dolore della perdita e la capacità che ciascuno di noi ha di affrontarlo.
Non
tutti riescono a superare il distacco nello stesso modo, così Matteo non ha la
stessa forza che suo padre aveva dimostrato quando appena quattordicenne, per
colpa della guerra, perse non solo la vista ma anche che la sorella e il padre.
“Per sempre” è la storia di un amore
totale e profondo che supera le barriere del tempo e dello spazio; una lunga lettera ad una persona che fisicamente non
c’è più, ma che è ancora ben presente nella vita del protagonista che si rivolge a
lei quasi fosse ancora in vita.
Il lungo e faticoso percorso di
guarigione che Matteo affronta offre al lettore moltissimi spunti di
riflessione.
E’
più che umano quando succede qualcosa di terribile, interrogarsi sui “se” e sui
“ma” per riuscire a capire se ciò che è accaduto potesse essere evitato in
qualche modo.
Così
come è proprio dell’essere umano porsi la fatidica domanda “Perché?” e
arrovellarsi il cervello cercando di rispondere ad essa come se riuscire a
farsi una ragione di quanto accaduto, dipendesse esclusivamente dal
comprenderne le cause, come se non fosse possibile accettare semplicemente che
tutto sia dipeso dal caso, dalla sorte, dal destino.
Il
romanzo fa riflettere su ciò che davvero conti nella vita come l’importanza dei sentimenti, degli
amici e della famiglia…
Solo invecchiando ci si rende
conto della gravità di certe parole e tutto ciò che abbiamo mancato – per
superficialità, per egoismo, per fretta – comincia a pesare sul nostro cuore,
ma il tempo ormai è andato e non torna più.
Ci
porta a meditare sul tempo che crediamo
ci sia concesso in quantità illimitata, siamo sicuri che il futuro sia
nostro e invece quanto meglio sarebbe cercare di vivere ogni giorno pienamente
come se fosse l’ultimo a nostra disposizione perché basta così poco perché
tutto finisca…
Divertirsi sembra ormai l’unico
imperativo del tempo libero.
Che
dire poi dell’insensata frenesia che ci
coglie nel cercare di riempire ogni attimo, senza mai fermarsi a riflettere
su ciò che vogliamo veramente, su ciò di cui abbiamo bisogno, su quello che ci piace
davvero?
(…) questo mondo sempre di
corsa, affastellato di cose, prigioniero di una volgarità che inquina ogni
respiro. Non ho dubbi che la prima cosa che ti avrebbe irritato sarebbe stata
senz’altro il rumore. Tra tutte le forme di violenza è quella più sottile, più
devastante.
Il
nostro assurdo e continuo bisogno di
classificare le cose, le persone…
I
primi tempi non riuscivo ad accettare questo continuo bisogno di trovare una
definizione. Non esisti se non c’è un aggettivo, un nome che aiuti a sistemarti
da qualche parte.
E
soprattutto la sconsiderata idea che qualunque cosa facciamo debba essere
finalizzata a ottenere qualcosa, ossessionati
continuamente dalla smania di possedere più di quanto ci sia necessario…
“Qual
è il suo lavoro?”
“Produrre
le cose che mi servono per vivere.”
“Tutto
qui?” commentano, stupiti. “Ma non è un vero lavoro!”
“Per
sempre” è un romanzo che attraverso la storia di un uomo riesce a raccontare la
storia dell’umanità.
Un
libro elegante e toccante che arriva dritto al cuore del lettore.
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