UN PASSATO IMPERFETTO
di Julian Fellowes
BEAT
|
Quando
ho scelto di leggere questo libro ignoravo che lo scrittore Julian Fellowes
fosse anche l’autore della celebre serie
Downton Abbey, in realtà ero stata semplicemente incuriosita dalla trama
del romanzo scritta sul retro della copertina.
Vi
anticipo subito che le mie aspettative verso questo romanzo non sono state per
niente deluse. “Un passato imperfetto” è
un libro divertente, ironico e a tratti velato da quella malinconia tipica di
quando si prende coscienza dello scorrere inesorabile del tempo.
A Damian Baxter, un uomo ricchissimo afflitto da una
malattia incurabile, rimangono ormai
solo tre mesi di vita.
Damian
partito da zero è riuscito a creare un
impero dal nulla. Nel corso della sua vita ha viaggiato, ha fatto fortuna e
si è divertito. Ha solo un rimpianto: non ha legami sentimentali, non ha una
famiglia e quindi nessuno a cui poter lasciare il suo ingente patrimonio.
Grazie
ad una strana lettera anonima
ricevuta una ventina di anni prima da una sua ex, Baxter è a conoscenza del
fatto di avere un figlio o una figlia. Deciso a scoprirne l’identità contatta
un vecchio amico, un vecchio compagno di studi dei tempi di Cambridge, per
aiutarlo a trovare l’erede.
Sarà
proprio questo amico con il quale aveva litigato tanti anni prima a raccontare
in prima persona la storia narrata nel romanzo.
Non
voglio anticipare nulla di più sulla trama perché questo libro va gustato
pagina per pagina, entusiasmandosi ad ogni citazione
di autori e poeti come Charles Dickens, Jane Austen, Keats, Shakespeare, Oscar
Wilde…ce ne sono davvero tantissime.
Julian
Fellowes è bravissimo a creare dei personaggi carichi di sfumature psicologiche
e a tratteggiarne perfettamente i caratteri. E’ davvero bravo inoltre a tenere
incollato il lettore alle pagine del libro coinvolgendolo nella ricerca della madre
dell’erede di Damian e tenendolo sulla corda, senza soddisfare la sua curiosità
fino alle ultime pagine, sul motivo e le dinamiche che hanno portato i due
uomini a rompere la loro amicizia.
Ma
l’abilità più grande di Fellowes è indubbiamente quella di riuscire a
raccontarci la storia di un’epoca o meglio il tramonto di questa e l’alba di quella
nuova.
“Un
passato imperfetto” è un romanzo avvincente, un’elegante satira di un mondo destinato al declino. Fellowes
rimpiange l’Inghilterra che non esiste più, non lo snobismo di un tempo, ma
quella gentilezza e quella cortesia tipiche del paese cinquant’anni fa.
Sulle
tracce della madre del figlio/figlia di Baxter il protagonista ripercorrerà gli
anni della sua gioventù alla fine degli anni Sessanta e ci farà conoscere un ’68 diverso da quello che tutti noi
conosciamo. Le canzoni dei Beatles sono la colonna sonora del racconto, ma
gli ideali sessantottini sono solo uno slogan senza anima per i protagonisti
della nostra storia appartenenti all’upper class inglese.
Il
’68 del racconto di Fellowes è quello della season londinese, fatto di debutti in società, feste da ballo, cene
e maestri di cerimonia.
Arrampicatori
sociali, principesse, nobili decaduti, madri in cerca di ricchi rampolli per le
loro figlie sono i protagonisti di questo libro che spesso ricorda le trame dei
romanzi di Jane Austen.
Il
modo di scrivere di Fellowes è piacevole, scorrevole ed arguto. Alcune frasi
potrebbero essere aforismi scritti dallo stesso Oscar Wilde. Un esempio?
“Anche
se non saranno mai disposti ad ammetterlo, i privilegiati adorano sentirsi
invidiati”.
Solo
un piccolo consiglio: se deciderete di leggere questo libro, e io ve lo
consiglio davvero, cercate di essere indulgenti nei confronti di Damian Baxter,
non condannatelo senza appello fin dalle prime pagine perché mai nulla è come
sembra e come scrive lo stesso Fellowes:
“Talvolta
lasciamo che le persone diano una sbirciatina, ma solo in superficie:
preferiamo far i conti da soli con i meandri più oscuri della nostra memoria”.
Buona
lettura!
La mia indecisione sulle opere di Fellowes regna sovrana: non so se provare a leggerlo o aspettare. Alla fine, in realtà, aspetto sempre perché mi dico: «Visto che sono tanto insicura, tanto vale dedicarsi alla scorta di libri che ho già e che tende a infinito.»
RispondiEliminaVada per la vena malinconica, ma tu hai trovato anche dei toni drammatici? E il senso dello humor inglese?
Come ben sai scegliere di leggere o meno un libro è molto soggettivo. A me personalmente è piaciuto molto e sono piuttosto curiosa di leggere Snob. Non sono un'accanita fan di Downton Abbey di cui ho visto solo la prima serie e l'inizio della seconda.
EliminaTornando al nostro libro alcune parti sono drammatiche ma la bravura di Fellowes sta proprio nel non appesantire il racconto. Una cosa che ho molto apprezzato è il suo senso dello humor tipicamente inglese di cui trovi esempi fin dalle prime pagine.
Neanche io sono una super-fan di Downton Abbey: l'ho sempre visto a spizzichi e bocconi, a sbirciatine.
EliminaSinceramente questo mi ispira più di Snob. Un'altra lettrice mi ha confessato di averlo trovato un pochino più allegro. Lieta che l'autore non appesantisca il racconto... in questo periodo non riesco a leggere letteratura contemporanea drammatica.
Ho letto prima questo libro, scoperto per caso nella mia libreria di fiducia e poi Snob. Incantevoli entrambi. Sembra di passeggiare per Londra o per la country e sentire questi racconti ora drammatici ora ironici che una mano sapiente quale quella dell'autore è capace a dosare in modo perfetto. Alla fine non si parteggia per nessuno perché ci si accorge di aver contemplato per tutte le ore della lettura un enorme affresco dell'upper class inglese. Davvero un tempo di lettura prezioso e usato al meglio.
RispondiElimina