DIFESA DELLA POESIA
di Percy
Bysshe Shelley
RUSCONI
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Il
post nasce quasi per caso così come per caso mi sono imbattuta qualche tempo fa
in questo volume mentre mi aggiravo tra le bancarelle della Fiera del Libro che
una volta all’anno si svolge nella mia città.
Vi
anticipo subito che queste poche righe non vogliono essere né una recensione né
tanto meno una mini-lezione su Shelley e il Romanticismo.
Sono
semplicemente una proposta di lettura un
po’ diversa dal solito.
La
“Difesa della poesia” è stata scritta da P.B. Shelley nel 1821 come risposta al saggio intitolato “Le quattro
età della poesia” di T.L. Peacock nel quale l’autore sosteneva l’inutilità
della poesia in un’epoca di progresso e innovazione.
L’epoca
in cui nacque Shelley (1792-1822) è conosciuta anche come l’epoca delle tre rivoluzioni: la rivoluzione francese e la
rivoluzione americana di pochi anni precedenti alla nascita del poeta e la
rivoluzione industriale che ebbe inizio proprio in quegli anni.
Il
Romanticismo che si sviluppò alla fine del XVIII secolo ebbe caratteristiche
diverse nelle varie nazioni: in Francia e in Italia ebbe un carattere
rivoluzionario e patriottico, in Germania filosofico e in Inghilterra ebbe invece
un carattere poetico - letterario.
Shelley fu insieme a John Keats e Lord
Byron uno dei massimi esponenti di quella che fu definita la seconda
generazione romantica.
Lo
spirito classico era un elemento fondamentale del romanticismo, ma mentre Keats
si ispirava agli oggetti e ai manufatti dell’epoca classica, Shelley era interessato
soprattutto alla filosofia classica. Le sue opere sono infatti permeate da un
idealismo panteista e il suo modello è Platone.
Come
scrive nella sua introduzione Angiola Mazzola “Shelley fu il cantore della Bellezza, della Libertà e dell’Amore”.
La
“Difesa della poesia” si può dividere in tre parti: la prima parte nella quale
il poeta ne elenca caratteristiche, principi ed elementi, la seconda parte
nella quale Shelley riassume la storia della poesia dalle sue origini (Omero)
fino all’epoca contemporanea e ne descrive gli effetti da questa prodotta nel
corso dei secoli sulla società e l’ultima e terza parte nella quale difende e
sostiene il valore della poesia in quanto questa rende immortale la “Bellezza” del mondo.
Quali sono le differenze secondo P.B.
Shelley tra poesia e prosa?
“La differenza tra il racconto e il componimento poetico è che
il primo è un catalogo di fatti separati che non hanno altro legame se non
tempo, spazio, circostanze, causa ed effetto, il secondo è creazione di azioni
secondo le immutabili forme della natura umana come sono nella mente del
creatore, che è essa stessa l’immagine di tutte le menti. Il primo è parziale e
si riferisce solo a un determinato periodo di tempo e a una combinazione di
eventi che non si ripeterà mai; il secondo è universale e contiene in sé il
germe di una relazione con qualsiasi motivo o azione possa aver luogo nella
varietà della natura umana”.
Non
posso dire che la “Difesa della poesia” sia una lettura scorrevolissima anzi alcuni
passaggi sono piuttosto ardui, ma questo saggio è un tassello importante per
conoscere e capire meglio Shelley e la sua poetica.
La poesia per il poeta romantico è
qualcosa di divino, è il centro della conoscenza, comprende tutte le scienze e a
questa tutte le scienze debbono fare riferimento.
E’
probabile che l’edizione Rusconi (anno di pubblicazione 1999) che ho acquistato
io sia ormai fuori catalogo ed è un vero peccato perché è ricca di note e
corredata di un’interessante appendice dedicata alle parole chiave per sintetizzare
e chiarire meglio i concetti fondamentali del saggio. Inoltre
l’ampia introduzione a cura della professoressa Angiola Mazzola è davvero esaustiva
e facilita notevolmente la lettura e la comprensione del testo.
Sembra proprio una lettura interessante, me la segno per il futuro. Proprio oggi, con uno studente, stavamo ricapitolando le linee fondamentali del Romanticismo, e, in effetti, si nota una differenza significativa di prospettive fra i vari paesi europei; molti i poeti che si ascrivono al movimento, però, travalicano i confini nazionali e si uniscono in questa concezione della poesia come un mezzo espressivo naturale, libero dalle convenzioni e fonte di eterna bellezza. Il tema merita sicuramente un approfondimento, grazie dell'indicazione!
RispondiEliminaSono contenta di essere stata utile.
EliminaA presto!
Concordo. Sembra una lettura molto interessante. Si evince dai passi che hai riportato che non sarà particolarmente scorrevole, ma secondo me ne varrà la pena. Lo aggiungo in lista!
RispondiEliminaUn saluto
Maria
Attendo il tuo commento dopo la lettura ^_^
EliminaArrivo qui grazie all'evento creato da Cristina.
RispondiEliminaComplimenti per il post: mi hai fatto pensare un po' a questa intervista a Montale che ascoltai tempo fa e che mi piacque tanto.
Benvenuta! ^_^
EliminaHo ascoltato l'intervista, hai perfettamente ragione. Una bella intervista, grazie per avermela segnalata