di Nathaniel
Hawthorne
EINAUDI
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Nathaniel
Hawthorne è ritenuto con Edgar Allan Poe, Herman Melville e Mark Twain uno dei
più importanti scrittori dell’Ottocento statunitense.
Nato
a Salem nel 1804, cittadina famosa per il processo alle streghe, raggiunse la
celebrità proprio con “La lettera
scarlatta”, il suo romanzo più conosciuto.
Il
primo antenato di Hawthorne ad emigrare dall’Inghilterra nel 1630 fu il padre
di John Hathorne, il cui nome è giunto sino a noi perché fu uno dei giudici del
processo alle streghe di Salem.
Proprio
per prendere le distanze dal suo antenato e dai delitti da lui commessi, lo
scrittore decise di cambiare il suo cognome da Hathorne in Hawthorne.
Non
stupisce quindi la sua scelta di scrivere un romanzo ambientato nel New England
del Seicento in cui poter analizzare le
restrizioni e i valori della società puritana dell’epoca.
L’introduzione che fa da cornice alla
storia narrata nel libro è il racconto di come un impiegato della dogana di
Salem, un alter-ego dello stesso
Hawthorne che realmente dal 1846 al 1848 ricoprì l’incarico di supervisore
della dogana di Salem, trovi dei documenti relativi alla vicenda insieme ad un
pezzetto di stoffa decorata da una lettera “A” ricamata in rosso.
Il
racconto, ambientato a Boston, inizia con Hester
Prynne che tenendo in braccio una neonata, la figlia dello scandalo, viene
scortata attraverso la folla e condotta sul palco della gogna. Qui la donna
viene esposta al pubblico ludibrio per aver commesso adulterio e condannata per
il resto dei suoi giorni ad esibire
cucita sul petto la lettera “A” di adultera.
Nonostante
le numerose e pressanti richieste, Hester Prynne si rifiuta categoricamente di
rivelare chi sia il padre della piccola Pearl.
Il marito di Hester, che nessuno conosce, è appena tornato dopo essere
stato tenuto prigioniero dagli indiani per un lungo periodo. Incontra la moglie
e davanti al suo rifiuto di voler pronunciare il nome dell’amante, le impone di
non di non rivelare a nessuno la sua vera identità e assume il nome di Roger Chillingworth.
Il
marito decide quindi di stabilirsi a Boston e di dedicarsi alla professione medica sfruttando
le sue conoscenze e quanto appreso dagli indiani durante la sua prigionia in questa materia.
Tra
la folla, oltre al dottor Chillingworth un altro protagonista della storia
assiste al triste spettacolo, il
reverendo Arthur Dimmesdale, un predicatore eccellente nonché un pastore amato
da tutta la comunità.
Sin
dalle prime pagine risulta chiaro però che proprio lui è in verità il
colpevole, il padre di Pearl.
“La
lettera scarlatta” è un romanzo dove il confine tra vizio e virtù è davvero
sottile e difficilmente definibile; è una storia di colpa e redenzione, di sete
di vendetta e di ricerca della verità.
Ogni
personaggio deve convivere con la propria colpa, affrontare il proprio destino
e fare i conti con la propria coscienza.
Hester ha deciso di proteggere l’uomo di cui è innamorata
non rivelandone il nome. E’ cosciente della colpa commessa e accetta pertanto
di espiare la sua pena, vivendo isolata ai margini della società. Ha un unico
conforto: la compagnia della figlia
Pearl, “la bambina folletto” che sembra nata proprio per ricordare alla
madre il suo peccato e mantenere vivo in lei quel senso di colpa che, complice
la lettera scarlatta ricamata sul suo petto, non l’abbandona mai.
Arthur Dimmesdale accetta in un primo tempo il sacrificio fatto da
Hester per proteggerlo, ma resta ben presto schiacciato dal peso del senso di colpa non solo per aver lasciato
sola la donna amata ma soprattutto per non essere più in grado di sostenere
l’inganno perpetrato nei confronti dei suoi parrocchiani che lo venerano come
un santo.
Roger Chillingworth è l’unico che nelle prime pagine potrebbe sembrare
senza colpe, ma è solo un’illusione. La sua colpa ha avuto inizio nel momento
in cui, già avanti con gli anni, ha sposato una donna giovane e piena di vita
per lasciarla ben presto sola, dedicando il suo prezioso tempo libero
esclusivamente allo studio. Infine proprio lui diventa il colpevole per eccellenza quando, ossessionato dalla sete
di rivincita, decide di vendicarsi del reverendo portandolo sull’orlo della follia.
“La lettera scarlatta” è anche il
titolo di un film del 1995, un
adattamento cinematografico proprio del libro di Hawthorne, per la regia di
Roland Joffè, con protagonisti Demi Moore nei panni di Hester, Gary Oldman in
quelli del reverendo Dimmesdale e Robert Duvall in quelli del dottor
Chillingworth.
Un
bellissimo film che però presenta molte differenze con il romanzo non solo per
la diversa impostazione del racconto ma anche per le modifiche apportate al
testo originale e per un finale completamente diverso.
Ho questo libro sullo scaffale da anni, ma ne ho letto solo una riduzione inglese ai tempi del liceo: devo assolutamente recuperare (mannaggia alla mia mania di accumulare libri anche quando ho scorte in abbondanza), la tua recensione mi ispira molto! :)
RispondiEliminaTi confesso un segreto...sono anni che l'ho in libreria anch'io e mi sono decisa a leggerlo solo quest'estate :)
EliminaVoglio leggerlo.
RispondiEliminaTi consiglio anche "L'isola dei due mondi" di Geraldine Brooks sempre sul genere anche se ovviamente non un classico della letteratura come "La lettera scarlatta"
Eliminahttp://lenovefigliedizeus.blogspot.it/2013/10/lisola-dei-due-mondi-di-geraldinebrooks.html