LA BATTAGLIA DI MONTAPERTI
di Duccio
Balestracci
Editori
Laterza
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La battaglia di Montaperti si svolse il 4 settembre del 1260.
La maggior parte di noi ricorda questo
scontro per la descrizione che ne diede
Dante nel X canto dell’Inferno dove, riferendosi a questa giornata, la
descrisse come il giorno dello “strazio e ‘l grande scempio / che fece l’Arbia
colorata in rosso” (Inferno, X, 85).
La battaglia di Montaperti potrebbe
riassumersi come lo scontro tra due
città Siena e Firenze, tra due schieramenti Ghibellini e Guelfi, due poteri
l’Impero e la Chiesa.
La storiografia sia senese che fiorentina
ha riportato un ampio racconto dello storico conflitto tanto che, secolo dopo
secolo, lo stesso si è arricchito di sempre maggiori dettagli.
Oggi siamo in grado di conoscere ogni particolare che caratterizzò quella
giornata perfino le parole che i comandanti usarono per caricare le
rispettive truppe.
In realtà però poco o nulla ci resta dei
documenti dell’epoca e tutto ciò che è giunto fino a noi è in verità dovuto a
epoche successive.
Le fonti sono concordi nel ricordare una battaglia cruenta e sanguinosa dove
furono catturati migliaia di prigionieri.
La risoluzione dello scontro a favore di
Siena e degli Svevi però non ebbe l’esito sperato: la vittoria ghibellina infatti inasprì ulteriormente la scelta
anti-sveva della Chiesa e il successo conseguito con le armi si trasformò
nell’inizio della crisi del ghibellinismo, riportando guelfi e papato
nuovamente al centro della politica italiana.
Duccio Balestracci nel suo saggio non
solo cerca di fare chiarezza sullo svolgimento della battaglia ma anche sugli
effetti della stessa sul territorio e sugli equilibri politici.
La battaglia di Montaperti infatti non fu
un episodio importante solo nell’ottica dello scontro tra due città rivali
perché non riguardò esclusivamente le
due città toscane, ma piuttosto deve essere inserito in uno scenario più ampio
che vide coinvolti il Papa, l’Impero, il Regno di Sicilia e la politica che
Manfredi mise in atto nel Mediterraneo.
Il saggio cerca di fare soprattutto chiarezza
sulla veridicità degli schieramenti, sostenere infatti che i guelfi fossero
dalla parte della Chiesa e i ghibellini dalla parte dell’Impero risulta spesso una
valutazione troppo semplicistica.
Bisogna tenere conto che guelfismo e ghibellinismo nel Duecento
erano concetti ben differenti rispetto al secolo precedente e lo saranno ancora
di più rispetto alle epoche successive.
Gli interessi politici ed economici che
muovevano gli equilibri tra le varie parti erano talmente sottili da rendere
alquanto difficile, se non impossibile, poter fare un quadro chiaro e lineare della
situazione.
Il saggio di Duccio Balestracci è un’opera interessante, approfondita e
completa.
L’autore, nonostante l’argomento non sia
dei più semplici, è riuscito a rendere la lettura il più scorrevole possibile
anche a costo di sembrare a volte un po’ ripetitivo.
Ripetitività decisamente necessaria per
permettere al lettore di non perdersi tra le pagine e riuscire a seguire nel
modo migliore lo svolgersi degli eventi.
Il
libro non è però di facilissima lettura se non si ha già un preciso quadro
dell’età storica trattata e soprattutto dei numerosi personaggi che si
muovevano sulla scena politica dell’epoca.
La lettura di “La battaglia di
Montaperti” può essere un valido sistema per avvicinarsi all’argomento, ma se si
è a digiuno della materia trattata e la si vorrebbe fare propria, suggerirei di
leggere il libro una seconda volta per meglio focalizzare e assimilare gli
avvenimenti e poter magari poi passare a qualche altro volume sull’argomento
per ulteriori approfondimenti.