PICCOLI ESPERIMENTI DI
FELICITA’
di Hendrik
Groen
LONGANESI
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Hendrik
Groen ha 84 anni e un quarto e vive in
una casa di risposo di Amsterdam.
Non
ha nessuno al mondo a parte una moglie che soffre da anni di sindrome maniaco
depressiva ed è ricoverata in un altro istituto. Va a trovarla ogni sei mesi
circa, ma lei ormai sembra non riconoscerlo più. Avevano una sola figlia morta bambina
all’età di appena quattro anni.
Hendrik Groen sa di essere
considerato da tutti un uomo affabile e gentile, ma ripensando alla sua vita si rende conto che lui non è proprio così
come gli altri lo vedono.
Troppe
volte si è ritrovato nel corso degli anni a dire “sì” quando avrebbe voluto
urlare “no” e questo semplicemente perché non ha mai trovato il coraggio di
essere altrimenti e di agire diversamente.
Ma
ora ha deciso che le cose dovranno
cambiare, per una volta darà voce al vero Hendrik Groen, così per un anno terrà
un diario fedele, aggiornato e senza censure di ciò che accade nell’ospizio.
Al
termine dell’anno, che per la precisione è il 2013, Hendrik deciderà se
continuare a vivere ed attendere una nuova primavera oppure se procurarsi la pillola del dolce sonno perché non
più in grado di sopportare l’idea di vivere nella desolante attesa della fine.
Compagni di avventura sono
gli altri cinque componenti del club VEMAMIMO ovvero vecchi-ma-mica-morti.
Insieme
ai suoi compagni di viaggio Ever,
Edward, Grietje, Eefjee Graeme ai quali si aggiungeranno in un secondo
tempo una coppia, marito e moglie, di anziani cuochi, Hendrik Groen esaurirà
desideri sempre repressi e farà nuove esperienze alla ricerca di un po’ di
felicità.
A
turno ogni socio dovrà organizzare
un’uscita per i membri del club tenendo ovviamente conto delle difficoltà
motorie e non solo dei partecipanti: leggeremo quindi di lezioni di golf,
tour enogastronomici, lezioni di cucina, di arti marziali, di disegno.
E
pur vero che anche all’interno del ricovero il personale è solito organizzare attività
ricreative per gli ospiti tra cui perfino un corso di ginnastica, ma tutto
oltre ad essere regolamentato da una disciplina ferrea, è sempre proposto in modo
impersonale ed organizzato freddamente così come con civile freddezza vengono
trattati gli anziani.
I componenti del club
vecchi-ma-mica-morti invece sono un gruppo un po’ goliardico che vuole provare a dare
un senso alla propria vita per quanto breve essa possa ancora essere, sono sei
anziani che si vogliono divertire secondo le loro regole.
I
membri del club VEMAMIMO sono molto affiatati tra loro, sono profondamente legati
dall’amicizia e dal rispetto reciproco, inoltre sono sempre disponibili se uno
di loro ha bisogno di aiuto.
Proprio
questo fa la differenza: l’umanità, il
senso di appartenenza ad un gruppo e la consapevolezza di poter essere ancora
utili a qualcuno è ciò che permette a Hendrik Groen di voler proseguire
l’avventura della vita.
Tutto
può essere riassunto in due frasi tratte dal diario di Hendrik Groen:
finchè ci sono progetti
c’è vita
avere belle prospettive è
importante per mantenere la voglia di vivere
Sono
proprio i progetti, i sogni ancora da realizzare, la voglia di mettersi in
gioco ed il desiderio di imparare sempre qualcosa di nuovo che ci fa desiderare
di vivere, sta a noi riuscire a trovare gli stimoli giusti per andare avanti anche
se ormai intravediamo il capolinea della nostra esistenza.
Il libro è divertente e
comico, l’anziano che
fa truccare la carrozzina elettrica dal nipote come fosse un ragazzino alle
prese con il suo motorino, gli scherzi e le battute di Evert, il traffico da
ore di punta per l’ingresso e l’uscita dagli ascensori tra sedie a rotelle,
bastoni e girelli, le esercitazioni antincendio dall'improbabile riuscita.
Non si può dimenticare
però che “Piccoli esperimenti di felicità” è un libro che parla di persone
anziane con tutto ciò
che questo comporta: malattie, pillole, pannoloni, lutti ed allora inevitabilmente scende spesso anche un velo
di tristezza.
Con
tanta ironia e grazia Hendrik Groen porta il lettore a riflettere su temi delicati come l’eutanasia, la qualità
della vita degli anziani nelle case di riposo, i costi della pubblica
assistenza.
Ciò
che è davvero apprezzabile del diario di Hendrik Groen è che il protagonista
non si piange mai addosso o almeno non più di quanto sia umanamente possibile.
Non
tralascia ovviamente di evidenziare i lati negativi della vecchiaia e condanna la freddezza e la superficialità
con cui gli anziani sono trattati, ritenuti solo un costo ed un peso per la
società in quanto non più produttivi.
Allo
stesso tempo però è imparziale nell’evidenziare
che se da un lato ci sono comportamenti irrispettosi da parte dei giovani nei confronti
degli anziani questi stessi talvolta non fanno nulla per rendersi più
gradevoli.
Per
Hendrik Groen gli anziani potrebbero essere ancora una risorsa per la società
moderna, ma troppo spesso si lascino andare trascurando il loro aspetto
esteriore, emanando cattivi odori e lamentandosi continuamente di tutto e di
tutti, rimpiangendo i tempi andati come se ogni cosa nel passato fosse stata migliore:
(…) all’epoca e solo all’epoca.
Vivete un po’ il presente, mummie!
“Piccoli esperimenti di
felicità” è un libro che fa sorridere, riflettere e talvolta rattrista, ma fa
tutto parte della vita ed il segreto sta proprio nel riuscire ad accettarlo.
Due
parole ancora sull’autore. Hendrik Groen
è uno pseudonimo dietro il quale si cela uno scrittore misterioso, quasi nulle
sono le informazioni sulla sua identità.
Le
ipotesi sono diverse qualcuno ritiene che sia uno scrittore olandese famoso,
qualcuno un comico, altri che sia davvero un anziano signore.
Qualunque
sia l’identità dell’autore, di certo il libro si è rivelato un caso editoriale
in Olanda con la sua permanenze per numerose settimane ai vertici delle
classifiche ed è stato già pubblicato in moltissimi paesi.
In
Italia il romanzo uscirà in libreria il primo ottobre 2015 edito da Longanesi.
Colgo
l’occasione per ringraziare la casa editrice per avermi dato la possibilità di leggerlo
in anteprima e fare così la conoscenza dell’intrigante e irresistibile Hendrik Groen, vecchietto adorabile, ma non
troppo che non potrà non conquistarvi.