![]() |
DUE MADRI
Ugo Barbàra
FRASSINELLI
|
Idéo
giace nella neve, aveva solo 16 anni ed era una testa calda.
Chi
l’ha ucciso, probabilmente un tedesco in fuga braccato dai partigiani, l’ha
colpito alle spalle lasciandolo lì, a faccia in giù nella neve.
Inizia così il romanzo “Due madri”, con il racconto di un fatto all’apparenza slegato dalle vicende che
prenderanno vita nelle pagine successive, ma che alla fine della narrazione una volta che saranno
ricomposte tutte le tessere del mosaico, risulterà essere il perno della
storia.
Due vicende corrono
parallele: quella di Stella e quella di Olga.
A
loro che, sembrano non avere nulla in comune, sono intitolati i capitoli
del libro che si alternano così come si alterna il racconto della vita delle
due donne.
Stella è vedova, vive da
sola nel piccolo borgo di San Virginio, ha un figlio già grande che lavora
lontano.
Stella
è una donna anziana, ha visto la guerra e ha un grande peso sul cuore:
“Ho peccato”, dice.
“Ma non sono pentita. Non
sono pentita affatto.”
Un
giorno decide di confessare al giovane prete del paese la sua storia, pur
sapendo che laddove non c’è pentimento non può esserci neppure assoluzione.
Ha commesso un grave
crimine, ma l’ha commesso per amore. Come è possibile quindi che per lei non
possa esserci riscatto?
Così,
complice una giornata di pioggia, apre la sua anima a Dio e in chiesa, al buio, inizia a raccontare di tanto tempo prima.
Era
giovane Stella, allora. Aveva un marito e un figlio piccolo. Un giorno il
marito fu chiamato alle armi ed inviato a combattere al fronte in Russia. Non
fece mai ritorno.
Stella
si trovò coinvolta, suo malgrado, a nascondere le armi dei partigiani nella sua
casa e quando il figlio si ammalò di tifo non esitò a chiedere aiuto ad un
medico tedesco per salvargli la vita.

Olga è una giovane donna
con un figlio piccolo Juanito ed è in attesa di un altro bambino. Vive a Baires in Argentina.
Suo
marito è un sindacalista. Un giorno Miguel
non rientra a casa, diventando uno dei tanti desaparecidos dei quali i familiari perdono le tracce.
Olga
e Juanito protetti dal partito riescono a fuggire e trovano riparo presso una giovane coppia che gestisce un albergo a
Bariloche, una località montana.
Linda, la moglie è sempre assente,
ufficialmente impegnata a promuovere l’albergo, ma in realtà è completamente
assorbita dall’attività politica.
Il
marito Federico, non condividendo la
passione politica della moglie, resta a casa a gestire gli affari di famiglia
sotto la supervisione del suocero.
La caratterizzazione dei
personaggi è precisa e ben costruita, tutti hanno un ruolo ben definito
all’interno della storia, ruolo che li rende molto credibili e molto reali.
Non
so se questo dipenda solo dall’indubbia bravura dell’autore o anche dal fatto
che, per quanto ampiamente inventati, molti episodi siano basati su fatti realmente
accaduti seppur romanzati come viene specificato dallo stesso Ugo Barbàra nei
ringraziamenti a termine del volume.
Come
sempre ognuno proverà più simpatia per un personaggio piuttosto che per un
altro, personalmente Stella delle due o meglio alla fine delle tre donne del
romanzo è quella che mi ha coinvolta maggiormente.
Stella è una donna forte e
coraggiosa a mio avviso molto più di quanto lo sia Olga che nelle difficoltà ha sempre potuto
contare sull’aiuto di qualcuno anche se di sconosciuti.
Stella ha capito fin da
subito di dover contare solo sulle proprie forze, ha combattuto per la sua sopravvivenza
e per quella di suo figlio; diventa
addirittura lei stessa l’ancora di salvezza per un’altra persona mettendo a
repentaglio la sua stessa vita per proteggere chi l’ha aiutata.
Olga
è più debole, perché se in un primo momento è giustamente spaesata, obbligata
dalla necessità a doversi fidare di chi non conosce; successivamente quando
ormai è al sicuro e potrebbe almeno in parte cercare di ritrovare un proprio
equilibro personale e interiore, tende comunque ad appoggiarsi troppo a
Federico.
Federico
e Linda sono una strana coppia.
Linda completamente
assorbita dalle sue ideologie politiche, non tenta in alcun modo di venire
incontro alle esigenze del marito.

L’impressione
è che sia una donna terribilmente viziata e troppo concentrata su se stessa.
Dall’altra
parte abbiamo Federico, un uomo talmente
innamorato della moglie che, pur di non rischiare di perderla chiedendole conto
del loro rapporto, è disposto ad accettare qualunque cosa, anche le briciole.
Subisce
passivamente i capricci di Linda e quando non la sente per giorni, cerca di
tranquillizzarsi raccontandosi che tanto prima o poi torna sempre da lui.
Nonostante
questo amore assoluto per la moglie però non riesce a non provare qualcosa per
Olga che incarna invece il suo ideale di compagna, una donna presente e
materna.
Tanto
Federico è dolce e comprensivo, tanto il suocero
è freddo e burbero, almeno all’apparenza, ma sarà lui quello che riuscirà
meglio degli altri a comprendere la gravità della situazione che si è creata e
con essa i danni che ne potrebbero derivare.
Al
di là dell’empatia che possiamo provare o meno per i vari personaggi, le due
storie sono comunque perfette, entrambe coinvolgono, emozionano e appassionano
il lettore.
“Due
madri” ha il respiro dei grandi classici della letteratura neorealista, ricorda
a tratti i romanzi di Vittorini, Pavese, Fenoglio…
La
scrittura è lineare, scorrevole e piacevole; la storia forte e delicata al
tempo stesso.
Il
mio suggerimento è: se state preparando la lista dei libri da portare in vacanza
con voi, non dimenticate di inserire questo romanzo nel vostro elenco.
Nessun commento:
Posta un commento