Papa Paolo III, al secolo
Alessandro Farnese, non è mai riuscito a negare nulla al figlio prediletto
nonostante questi abbia dimostrato in più d’una occasione di essere un’anima
nera.
Nel
1545 Pier Luigi Farnese ottiene dal padre il ducato di Parma e Piacenza sebbene
molti, tra cui anche l’imperatore, avrebbero preferito che il titolo ducale fosse
stato assegnato al figlio del Farnese, Ottavio, marito di Margherita d’Austria
e figlia naturale di Carlo V.
Animato dalla più una sfrenata
ambizione e dalla smania di dimostrare le proprie doti di abile principe, Pier Luigi Farnese, appena stabilitosi a
Piacenza, suscita fin da subito con il suo arrogante comportamento l’ostilità della
nobiltà locale la quale, a sua volta, non perde tempo ad organizzarsi per
liberasi di lui con la forza.
Tra
i nobili chiamati a partecipare alla congiura c’è Gianluigi Confalonieri, un uomo giusto
e leale, la cui fermezza però, dinnanzi ai soprusi perpetrati dal Farnese, inizierà
a vacillare. La moglie, la bellissima e
irreprensibile Elisabetta, dovrà impegnarsi non poco per fare desistere il
marito dal tradire i suoi saldi principi.
Il libro di Corrado Occhipinti
Confalonieri porta sulla scena personaggi realmente esistiti e tesse, restando
quanto più possibile fedele alla veridicità storica, una coinvolgente trama in cui le vicende dei protagonisti danno vita ad
un susseguirsi di colpi di scena.
Amori,
tradimenti, alleanze, vendette, inganni, speranze e sogni infranti si alternano
pagina dopo pagina. Ogni dettaglio, anche il più piccolo, apporta
il proprio contributo nel ricreare l’affresco dell’epoca narrata: la
descrizione di un abito, la ricetta di un dolce, la spiegazione di un’opera
d’arte, l’illustrazione di una fortificazione.
Dopo una prima parte dedicata in
maggiormente alla narrazione di fatti più strettamente storici, prende avvio
la seconda parte del racconto dove a fare da padrone è l’amore.
Una
storia intensa e appassionata, che
si rifà alla poesia epica-cavalleresca e riporta alla mente del lettore le vicende
delle coppie di amanti più famose della letteratura quali Paolo e Francesca,
Tristano e Isotta, Ginevra e Lancillotto.
Per dovere di cronaca devo
sottolineare la presenza di un passaggio del libro che mi ha fatto un po’ sorridere
poiché la scena in questione sembra ambientata più in un salotto di epoca
Regency che in un palazzo rinascimentale; tutto è però concesso trattandosi di
fatto di un romanzo e non di un saggio.
Ecco, quello che più ho
apprezzato del libro di Corrado Occhipinti Confalonieri è proprio questa sua grande capacità di riuscire a far
volare il lettore con la fantasia, trasportandolo in un altro tempo e in un
altro mondo.
I romanzi storici sono difficili da affrontare perché è sempre molto complicato per l’autore riuscire a trovare la giusta combinazione tra verità storica e fantasia.
“I superbi. Una
donna tra amori e vendette” è un romanzo
ben strutturato, un racconto di evasione che si basa su solide basi storiche
senza che queste ne appesantiscano la trama e dove ampio spazio è concesso alla
creatività e all’immaginazione.
Sempre difficile fare
paragoni, ma se dovessi pensare ad un autore di romanzi storici che si possa
avvicinare come stile a Corrado Occhipinti Confalonieri, ricorderei la penna di
Marina Colacchi Simone, autrice di “Florentine. La pupilla del Magnifico” e di “Sacro Romano Impero. La Principessa di Charolles”.
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