venerdì 14 maggio 2021

“Florentine. La pupilla del Magnifico" di Marina Colacchi Simone

Nel 1466 Luca Pitti insieme ad Agnolo Acciaiuoli, Diotisalvi Neroni ed altri personaggi ordirono un attentato ai danni di Piero de’ Medici. L’attentato venne fortunatamente sventato, ma in quell’occasione Francesco de‘ Bardi riportò un grave ferita facendo scudo al figlio di Piero, Lorenzo de’ Medici. Una volta guarito l’uomo partì alla volta della Borgogna dove mise la sua spada al servizio di Carlo il Temerario. A Firenze Francesco de’ Bardi lasciò la moglie e i due figli piccoli.

La sedicenne Vanna de’ Bardi è rimasta sola, la madre e il fratello sono morti e del padre non sa più nulla da molto tempo. Dopo sette anni trascorsi in un convento ad Arezzo, grazie alla bontà del fratello della madre, Duccio Salimbeni, può ora tornare a Firenze. Lo zio di Vanna è una persona molto vicina a Lorenzo de’ Medici e proprio questi, per il rispetto e l’affetto che lo legano al Salimbeni, accetta di prendere la ragazza sotto la sua protezione donandole anche delle proprietà insieme al titolo di contessa.

Vanna viene condotta dalla più ammirata dama della città del Giglio, Simonetta Cattaneo Vespucci, entrando a far parte dell’elitaria cerchia delle sue dame. In casa Vespucci la ragazza incontra per la prima volta il nipote di Clarice, la moglie del Magnifico, l’affascinante e pericoloso Matteo Orsini la cui avvenenza e i modi sfrontati non lasciano Vanna indifferente seppure parecchio confusa.

Ad una festa a casa Medici però Vanna ritrova un caro amico d’infanzia, il bellissimo Guido Montefiori. Il giovane innamorato di Vanna sin da ragazzino non l’ha mai dimenticata e Vanna ricambia i suoi sentimenti.

Ovviamente, come in ogni romanzo che si rispetti, mille saranno le traversie che i due giovani dovranno affrontare per coronare il loro sogno d’amore.

Intrighi di corte e passioni si compenetrano alla perfezione in questo romanzo che a tutti gli effetti si sviluppa su due piani narrativi: a fare da contraltare alla storia romantica di Vanna de’ Bardi e Guido Montefiori abbiamo infatti la storia di Firenze e del suo signore Lorenzo de’ Medici.

La finzione letteraria si intreccia perfettamente alla verità storica; sullo sfondo delle rocambolesche vicende che vedono coinvolti i due innamorati contrastati si intravedono le prime avvisaglie della terribile congiura dei Pazzi (26 aprile 1478).

Ogni cosa è descritta in maniera minuziosa: dagli arredi, all’abbigliamento, ai gioielli nessun dettaglio viene tralasciato per ricreare in modo impeccabile i fasti della grandiosa corte medicea.

L’autrice è molto riguardosa nel descrivere la storia d’amore che lega Simonetta Cattaneo a Giuliano de’ Medici; non ci è dato sapere se il loro fosse stato realmente solo un amore platonico e Marina Colacchi Simone lascia rispettosamente il lettore nel dubbio.

L’elemento protagonista del finale del romanzo, senza anticiparvi troppo, posso dirvi che è l’agnizione, una soluzione da commedia plautina quella del riconoscimento che si rivela nell’insieme indovinata.

Moltissimi sono i personaggi e tutti molto ben caratterizzati. Non si può non provare empatia per la giovane Vanna, rimanere affascinati dalla figura carismatica di Lorenzo de’ Medici o incuriositi da quella di Agnolo Poliziano, detestare Girolamo Riario e Matteo Orsini, ma un personaggio in modo particolare mi ha davvero colpita ed è quello di Duccio Salimbeni uomo colto, intelligente e d’animo nobile che al momento giusto sa dimostrare una forza e una determinazione che non ti aspetti.

Il libro di Marina Colacchi Simone è un ottimo romanzo storico, il perfetto compromesso tra verità e finzione.

Un’ultima precisazione sul titolo. Perché Florentine? Florentine è il nome del diamante che Francesco de’ Bardi riceve dal duca di Borgogna per i servizi resi e che invia ai suoi figli prima di morire. Nel libro al grande diamante giallo paglierino viene dato il nome di “Florentine” da Matteo Orsini in onore di Vanna. In realtà, come si legge nelle note dell’autrice al termine del volume,  il diamante entrò in possesso dei Medici solo con Ferdinando I e la sua storia prima di allora è molto lacunosa, tante sono le versioni. Gli Asburgo-Lorena ne entrarono in possesso alla morte di Gian Gastone, ultimo granduca di Toscana. Resta avvolto nel mistero cosa sia accaduto a questa preziosa gemma dopo il 1919.

 



5 commenti:

  1. Eeh, chissà chi custodisce adesso Florentine? Chissà se si rende conto di quello che ha tra le mani?

    Elisa, è incredibile quanti romanzi storici tu riesca a scovare. Sarebbe bello un post che descrive il tuo percorso nel trovare e scegliere i libri da leggere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà si racconta anche che il diamante potrebbe essere stato tagliato in più pezzi e alcuni di questi potrebbero forse essere stati riconosciuti in due brillanti più piccoli apparsi uno sul mercato americano (1923) e l'altro battuto ad un'asta da Christie's (1981).

      Sarebbe bello in effetti ma, ora che mi ci fai pensare, in verità devo dire che non seguo mica tanto una logica. Sai come si dice, spesso sono i libi a trovare il lettore e non viceversa.

      Elimina
  2. Lorenzo de Medici non poteva dare titoli nobiliari. La scrittrice fa un enorme errore storico confondendo la Signoria Repubblicana con il Ducato di Toscana che verrà parecchi anni dopo la morte di Lorenzo de Medici. È un’ errore assai grave. Poi le donne all’epoca non avevano dame di compagnia. Mi dispiace sinceramente che su una storia a me cara come quella della Signoria Fiorentina e di Lorenzo de Medici si facciano errori di concetto così grossolani.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Indubbiamente ci sono delle imprecisioni, o se vogliamo delle licenze, che l'autrice si è concessa per meglio seguire il racconto che resta un racconto di fantasia. Se si ricerca la verità storica bisogna per forza affidarsi ai saggi e purtroppo devo ammettere che talvolta ho trovato anche in questi errori grossolani, cosa ben più grave.
      Se ci si affida alla lettura di un romanzo storico si sa già che la verità storica non sarà mai perfettamente rispettata. Si incontreranno autori che la rispettano di più, altri meno ma sta di fatto che il romanzo è un'opera di narrativa, un'opera di fantasia. Neppure scrittori Dumas rispettavano la verità storica e nessuno gliene ha fatto una colpa.
      Ovviamente questa è solo la mia opinione e devo ammettere che anche io ultimamente leggendo tanta saggistica faccio fatica a relazionarmi con i romanzi. Però se perdessimo totalmente la capacità di sognare leggendo un romanzo, sarebbe davvero una fine ben triste per noi lettori.

      Elimina
    2. Marina Colacchi Simone29 gennaio 2023 alle ore 17:21

      Gentile Anonima/o, non volevo rispondere al Suo commento, lo ha fatto molto bene la blogger che ci ospita, ma mi stuzzica il fatto che il suo intervento non sia firmato. Recentemente qualcun altro ha imitato il Suo sistema di “incognito” su Amazon e in tal modo il parere si può manifestare anche come una calunnia, gesto molto grave. Rispondo brevemente agli erorri grossolani che Lei mi imputa : le damigelle o fanciulle che accompagnavano più di altre la vita di una nobile o di una regina, ci sono sempre state. Dagli Egizi in poi. Lorenzo, il “nostro” Lorenzo, perché leggo che Lei come me lo ama molto, non crea un titolo per Vanna de’Bardi ma trasferisce alla fanciulla una grossa eredità che le darà modo di aspirare ad un buon matrimonio e con quella eredità le arriverà anche il titolo del vecchio conte Vergani, ormai defunto. E’ certamente fantasia dell’autore che serve a colorare di più fatti storici che, nudi e crudi, forse sarebbero stucchevoli. Come ci ricorda efficacemente la nostra blogger citando Dumas. Infine, pensa che io possa confondere la Signoria medicea con il Ducato di Cosimo I ? Sono quarant’anni (dal 1983) che studio la vita dei Medici… Poi giustamente l’autore può sbagliare ed è bene che qualcuno glielo faccia notare…ma non in modo anonimo. Se lei è una storica o uno storico si qualifichi e il nostro colloquiare diventerebbe proficuo ed interessante per entrambe. Tanto le dovevo.

      Elimina