Come la stessa Valentina Fornaciai ci anticipa
nell’introduzione l’intento del libro è quello di indagare un aspetto della famiglia Medici diverso da quelli di cui siamo soliti leggere.
Oggetto di queste pagine sono l’igiene personale, la
profumeria e la cosmesi. Un itinerario che attraverso i ricettari di corte, le
collezioni fiorentine e gli ambienti delle residenze medicee ci conduce alla
scoperta di quell’aspetto forse meno conosciuto, ma non per questo meno importante
che caratterizzò la raffinata corte
medicea dall’epoca di Cosimo I (1569-1574) fino all’ultimo granduca Gian
Gastone (1737).
La pratica dell’igiene personale subì variazioni nel
corso dei secoli non solo in base alle mode, ma anche a seguito degli eventi
storici. Si pensi infatti che nel XVII
secolo la pratica del bagno cessò del tutto per venire sostituita dalla
toilette asciutta.
Quest’ultima veniva effettuata attraverso
strofinamenti e fregamenti con ciprie e profumi usati in sostituzione dell’acqua.
Perché questo? Perché durante la peste
del Seicento i dottori ritenevano che l’acqua calda, dilatando i pori, potesse
favorire la trasmissione del contagio. Inoltre, in un periodo di grande fervore
religioso, i bagni che fin dai tempi dell’antichità erano considerati luoghi di
aggregazione e divertimento furono condannati
dalla chiesa come luoghi di immoralità.
La chiesa, è vero, condannò aspramente per molti
secoli anche l’uso dei profumo perché lusinga corporea, ma con le Crociate i
profumi fecero il loro rientro in Europa importati da Genova e Venezia.
Firenze
divenne il centro del profumo tanto che
Caterina de’ Medici andando sposa ad
Enrico di Valois lo introdusse in Francia portando con sé valenti chimici.
Tutti gli esponenti della famiglia Medici furono però appassionati
di profumi e il primo a favorire questa arte o scienza fu proprio il Magnifico che diede impulso allo studio delle erbe e delle spezie
nella villa di Cafaggiolo nonché alla produzione di ceramiche per contenere
le stesse.
I Granduchi
poi svilupparono una vera passione per la botanica. Non va dimenticato che nei primi tempi non esisteva una
vera distinzione tra medicina, cosmesi e alchimia; così nei ricettari si trovavano
rimedi terapeutici accanto ai trattamenti di bellezza.
Il libro attraverso le fonti storiche e d’archivio ci racconta delle fonderie granducali, delle officine farmaceutiche e dei ricettari ad opera di personaggi illustri come quello di Don Antonio, figlio di Francesco I e Bianca Cappello.
Francesco I stesso
del resto era un gran appassionato di scienza alchemica e nello studiolo di Palazzo Vecchio possiamo ammirare ancora oggi un suo ritratto opera di Giovanni
Stradano che lo ritrae proprio nelle sue vesti di curioso indagatore della
natura.
In questo
libro viene esplicitato e preso in considerazione ogni aspetto legato ai temi
dell’igiene e della cosmesi: il lavaggio dei capelli, le acconciature, l’uso delle parrucche su cui Cosimo III impose
addirittura una tassa in base al ceto di appartenenza, i bagni e le stufe, i tipi di essenze
animali e vegetali, le preferenze dei diversi granduchi in fatto di profumeria
e non solo, l’apporto dato dai vari
esponenti della famiglia Medici alla scienza medica e alchemica e persino i canoni della bellezza femminile con i relativi
consigli degli esperti del tempo per uniformarsi ad essi.
Inutile dire che molti rimedi proposti dai ricettari,
dei quali sono riportati diversi stralci, oltre a fare sorridere il lettore
erano anche altamente tossici, ma ci sono anche ingredienti le cui proprietà
sono ancora oggi riconosciute valide.
Il libro di Valentina Fornaciai consta di poco più di
un centinaio di pagine, ma è una
pubblicazione davvero ricca e approfondita oltre ad essere corredata di una
sostanziosa bibliografia per chi volesse indagare ulteriormente
l’argomento.
Ho trovato questo piccolo libro nel bookshop di
Palazzo Vecchio e incuriosita dall’argomento mi sono decisa ad acquistarlo
senza tante aspettative e invece mi sono ritrovate tra le mani una piccola chicca, una lettura davvero
piacevole e interessante.
Questa è una vera chicca. Tra l'altro va a infoltire la tua biblioteca dei profumi.
RispondiEliminaSì, ero un po' scettica quando l'ho acquistato visto le dimensioni invece è davvero ben fatto. Non pensavo neppure entrasse così nello specifico su certi argomenti come i profumi.
EliminaTi ricordi bene, erano due romanzi di Cristina Caboni che, guarda caso, erano proprio ambientanti in Francia e a Firenze.
E' sempre interessante sbirciare nella vita quotidiana dei nostri antenati oltre che istruttivo sotto tutti i punti di vista!
RispondiEliminaVero! Sono quegli argomenti che ti incuriosiscono e che lì per lì sembrano magari anche superficiali, ma dai quali alla fine si possono trarre dettagli interessanti anche per comprendere meglio l'intero quadro storico.
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