IL GIORNO CHE SONO
NATO
C’ERA SCIOPERO DELLE
CICOGNE
di Fulvio Fiori
I LIBRI DI FULVIO
FIORI
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E’ lo stesso
protagonista del romanzo a raccontarci in prima persona la storia della sua
vita che ebbe inizio quando, ancora un
feto nel grembo materno, fu costretto a combattere ogni giorno per ottenere un
po’ di tranquillità senza tuttavia mai riuscirvi.
Il battito
assordante del cuore della madre sempre agitata gli impediva infatti di
riposare e, quando il padre, nel tentativo di tranquillizzarla, si metteva a
cantare allora era la sua voce a non permettere al nascituro di rilassarsi e
trovare un po’ di pace.
Venuto al mondo a metà degli anni ’50 in
una tipica famiglia del dopoguerra
dove la paura era il potente controcanto
dell’amore, il protagonista cresce a suon di carezze e baci alternati a
sonori schiaffoni, tra sensi di colpa e goffi tentativi di affermare la propria
identità.
Per questo timido ragazzino fragile e insicuro,
schiacciato dal peso di una famiglia ingombrante e soffocante, non sarà per
nulla facile riuscire ad affrancarsi dai parenti.
Come ogni
adolescente egli cercherà, purtroppo con scarsi risultati, la sua strada
nell’arte, nella letteratura e nella musica, fino ad approdare alla tenera età di vent’anni alla arti
marziali, croce e delizia della sua nuova vita.
Ma chi sono questi genitori dai quali è
cosi difficile emanciparsi?
Questa madre e questo padre che vorrebbero restasse per sempre un bambino/adolescente?
La madre del protagonista è
una donna avara di energie, di tempo e di denaro, ma soprattutto avara di
affetto, forse proprio per esserne stata privata lei stessa durante l’infanzia.
L’unica
persona di cui le importi veramente è il padre del quale cerca
costantemente l’approvazione, mentre con
la madre è sempre in aperto conflitto, un continuo braccio di ferro soprattutto
per l’amore del suo stesso figlio che invece vede nella sua dolce e affettuosa
nonna la sua vera mamma.
Cosa ha
trasmesso al figlio questa madre che ha brillato per la sua assenza nonostante
la sua opprimente presenza? Un bagaglio
di paure e di insicurezze emotive oltre alla terribile consapevolezza che
nella vita alla fine si resta sempre soli dal momento che tutto è transitorio.
Il padre del protagonista è un uomo
dalla duplice personalità: l’uomo prepotente e autoritario lascia infatti il
posto all’uomo simpatico ed espansivo che si cela dentro di lui appena varcata
la soglia di casa.
Il rapporto
del protagonista con il proprio padre è un rapporto fatto di incomunicabilità, ma allo stesso tempo,
nonostante i sensi di colpa che il padre è capace di instillare in lui fin
dalla nascita, è un rapporto fatto anche
di stima e rispetto.
Un rapporto
che il protagonista paragona ad un tiro alla fune in cui entrambi cercano di
dimostrare la propria forza e la propria ragione.
Con il tempo
il protagonista arriverà a comprendere che il padre non è quell’uomo senza
cuore che talvolta gli è apparso nel corso degli anni, ma piuttosto un uomo di
altri tempi che ha semplicemente paura di mostrare i propri sentimenti.
Nella quarta
di copertina si legge che La Feltrinelli ha paragonato il protagonista del
romanzo di Fulvio Fiori ad un novello Tristram Shandy: come il protagonista del
romanzo di Laurence Sterne infatti egli ricorda perfettamente la propria nascita.
Il romanzo
dal tono intimo e personale di Fulvio Fiori è un romanzo ironico e divertente, che, grazie ad uno stile arguto e sagace e ad una efficace
scrittura umoristica, riesce a raccontare con ironia e comicità i paradossi e
le stranezze che si annidano in seno alla famiglia e le difficoltà che
tutti inevitabilmente incontriamo, chi più chi meno, per tagliare il
proverbiale cordone ombelicale.
Se abbiamo
ricordato Laurence Sterne, però, parlando di questo romanzo non possiamo non
citare anche un altro grande della letteratura inglese, Oscar Wilde, i cui
aforismi caratterizzati da ironia, cinismo e sarcasmo ci riaffiorano alla mente
leggendo passi come:
Volete sapere cosa penso di me? Se ho
scoperto di essere un genio? Beh, decisamente no! Sono troppo intelligente per
credermi un genio!
Una
curiosità: questa edizione di “Il giorno che sono nato c’era sciopero delle
cicogne” è una riedizione rinnovata del testo edita per festeggiare i primi 15
anni di questo romanzo che nel 2003 ha
vinto il Premio Massimo Troisi per la Scrittura comica.
Se volete
saperne di più sulle opere di questo autore qui potete leggere la mia recensione
di “Il matrimonio è una fiaba a lieto inizio”, romanzo pubblicato da TEA nel
2018 .
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