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L’ILLUSIONE DELLA
SEPARATEZZA
di Simon Van
Booy
NERI POZZA
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“L’illusione
della separatezza” è un romanzo difficile da riassumere in quanto pur
trattandosi di un libro di poco più di duecento
pagine, queste sono di una tale intensità che diventa quasi impossibile provare
a condensarne il significato senza correre il rischio di rovinare la bellezza
dell’insieme.
“Siamo qui per risvegliarci dall’illusione della separatezza” sono queste parole del monaco zen
Thich Nhat Hanh che hanno ispirato Van Booy nella scelta del titolo e non solo.
Il filo conduttore del
romanzo è il concetto che ogni evento e ogni scelta nella nostra vita siano strettamente legati gli uni agli altri.
Nulla
accade per caso, ad ogni azione corrisponde una reazione e
che ne siamo consapevoli
o meno, ovunque andiamo lasciamo una parte di noi.
Nel
libro ogni capitolo è dedicato ad un personaggio che a sua volta può essere il
protagonista anche di più di un capitolo.
Ciò
che è davvero significativo è che le
vite di ciascuno dei protagonisti, senza che essi ne siano a conoscenza, sono
legate le une alle altre.
Nel
1944 John Bray cade durante una missione. Il suo aereo, un B-24 Liberator viene
abbattuto dalla contraerea tedesca nella Francia occupata dai nazisti.
Egli
è l’unico superstite e dopo aver ricevuto soccorso
dai maquis, i membri della Resistenza nelle zone rurali, vaga per il
territorio francese nella speranza di riuscire a ritornare in patria, nella
lontana Long Island, dalla sua amata Harriet.
Durante
quel suo vagabondare, ferito e malconcio, incontra
un soldato tedesco, un ragazzo più spaventato ed affamato di lui.
John gli punta contro la
pistola, ma alla fine preferisce non sparare e lasciarlo vivere; dopo aver condiviso quel poco cibo
che possiedono ognuno prosegue per la propria strada.
Sarà questa decisione
del soldato americano nei confronti di quello tedesco a costituire l’evento che cambierà la vita di molte
persone.

“L’illusione
della separatezza” è un romanzo struggente, emozionante ed elegante; è vera poesia
in prosa.
E’ un libro da leggere,
sottolineare e rileggere per non dimenticarne frasi e passaggi di infinita
bellezza.
Ciascuno di noi, come i protagonisti del romanzo, è parte della storia.
Leggendo
queste pagine infatti comprendiamo che tutti
noi, nessuno escluso, facciamo parte di un unico universo dove sogni, paure,
solitudini, delusioni sono propri di ogni essere umano:
Credo che le persone
sarebbero più felici se ammettessero più spesso i fatti. In un certo senso
siamo tutti prigionieri di un ricordo, o di una paura, o di una delusione,
siamo tutti definiti da qualcosa che non possiamo cambiare.
Non
è davvero possibile raccontare il romanzo di Simon Van Booy perché, per poterne
apprezzare pienamente la bellezza e comprenderne a fondo il significato, è estremamente
necessario che sia il lettore stesso a leggere le sue pagine, facendosi
trasportare dalle infinite emozioni che solo le parole del romanzo sapranno
suscitare in lui.
Elisa, quanti libri hai letto in vacanza?
RispondiEliminaTra l'altro, stai sfornando post proprio come fossero panini. Complimenti per l'impegno.
Grazie! Direi una decina...purtroppo il brutto tempo mi ha aiutata molto :)
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