“Mentre camminava per Rengent’s Park –
lungo un viale che sempre sceglieva, tra i tanti – Jasper Gwyn ebbe d’una
tratto la limpida sensazione che quanto faceva ogni giorno per guadagnarsi da
vivere non era più adatto a lui. Già altre volte lo aveva sfiorato quel
pensiero, ma mai con simile pulizia e tanto garbo.”
Jasper Gwyn è uno scrittore famoso. Un giorno mentre passeggia si rende conto che la sua
vita non lo soddisfa più e ha bisogno di dare un taglio netto, di cambiare
prospettiva. Così decide di scrivere un ultimo articolo per il “Guardian”, giornale
con il quale collabora di tanto in tanto, lo inserisce in una busta chiusa e lo
consegna chiedendo di aspettare una settimana prima di pubblicarlo.
L’articolo
è in realtà l’elenco delle cinquantadue
cose che Mr Gwyn si ripromette di non fare mai più: l’ultima delle quali è proprio
scrivere libri.
Dopo
un primo momento di euforia per la libertà ottenuta, Mr Gwyn giorno dopo giorno
deve iniziare a fare i conti con la crescente mancanza della scrittura…Jasper
Gwyn ha bisogno di scrivere, così per sopperire a quella sensazione di vuoto
prova diversi espedienti tra cui la scrittura mentale, ma nulla sembra
funzionare. Un giorno per caso visita una mostra fotografica di ritratti e qui comprende
quale sarà la sua prossima occupazione: scriverà ritratti…ma non nel senso di
biografie, lui sarà semplicemente un
copista, riporterà sulla carta il vero “io” delle persone che gli
chiederanno di essere immortalate.
Prende
quindi in affitto un garage ed inizia ad occuparsi di creare la giusta
atmosfera per poter svolgere al meglio questo suo nuovo lavoro di “copista di
anime”. Inizia con il ricercare la musica più adatta da mettere come
sottofondo. I suoi clienti dovranno posare nudi per quattro ore al giorno nel
suo studio e non dovranno mai parlare con lui. Passando poi alla scelta delle
luci, si reca da un artigiano al quale commissiona le lampadine che dovranno
emettere una luce che lui definisce
infantile. Per ogni cliente avrà bisogno, infatti, di 18 lampadine che
dovranno avere la durata di 32 giorni (periodo stabilito per eseguire il
ritratto) e che si dovranno spegnere a caso ad una ad una in un tempo compreso
tra un minimo di due giorni ed un massimo di una settimana.
La
prima persona a cui farà il ritratto sarà la stagista del suo agente, Rebecca,
che diventerà la sua assistente e che, nella seconda parte del libro, sarà la
vera protagonista del romanzo.
La
storia è indubbiamente surreale, ma il ritmo del racconto è davvero incalzante.
La curiosità di sapere cosa succederà è così forte che non si vede l’ora di
passare alla pagina successiva per scoprire il succedersi degli eventi. La
lettura è scorrevole e piacevole.
Il finale è un finale aperto e non potrebbe essere altrimenti. Gli interrogativi
rimangono senza risposta, ogni lettore ovviamente potrà fare le proprie
congetture e provare a risolvere il mistero…
Ma
al di là di non poter sapere che fine abbia fatto Jasper Gwyn, la più grande curiosità
insoddisfatta resta quella di non aver avuto un esempio concreto di questi
ritratti…insomma che cosa aveva scritto Mr Gwyn dei suoi clienti? In cosa
consisteva un ritratto eseguito da Mr Gwyn?
Questo
romanzo pone comunque un interessante interrogativo ai suoi lettori. Mr Gwyn
sostiente che tutti noi non siamo
protagonisti ma siamo storie. Jasper Gywn era uno scrittore, era se stesso
quando scriveva, l’atto dello scrivere stesso lo identificava e nel momento in
cui decide di smettere, non riesce più a sentirsi vivo.

Jasper Gwyn mi ha insegnato che non
siamo personaggi, siamo storie. Ci fermiamo all'idea di essere un personaggio
impegnato in chissà quale avventura, anche semplicissima, ma quel che dovremmo
capire è che noi siamo tutta la storia, non solo quel personaggio. Siamo il
bosco dove cammina, il cattivo che lo frega, il casino che c'è attorno, tutta
la gente che passa, il colore delle cose, i rumori.
Consiglierei
di leggere questo libro? La verità? Non lo so… Il libro ha senza dubbio un ritmo
stringente, la lettura è davvero molto avvincente, ma la delusione che
sopraggiunge all’ultima pagina quando tutto rimane irrisolto è davvero cocente.
Direi che questo romanzo, pur essendo un buon libro, non è adatto a chi, come
me, ama un finale chiaro ed esaustivo.
vabbè comunque mi hai incuriosito! è già nella mia wish list! e poi a me lo hai consigliato ^_^
RispondiEliminaSì sono convinta che ti piacerà...è il tuo genere ^^
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