QUALCOSA
di Chiara Gamberale
LONGANESI
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È un giorno speciale al castello: i sovrani Qualcuno di Importante e Una di Noi festeggiano l’arrivo della loro
primogenita.
La principessina sin dal primo vagito mostra il suo vero carattere; è evidente che ci sia qualcosa di difficile
da spiegare e di pericoloso in quell’esserino che, con un solo acutissimo
strillo, annuncia la sua venuta al mondo mandando in 1003 pezzi il lampadario di
cristallo.
La neonata mangia troppo, strilla troppo, alterna periodi in cui dorme troppo
a periodi in cui dorme troppo poco e, proprio per questo suo essere troppo di
tutto, Qualcuno di Importante decide che il nome perfetto per la figlia non possa
essere altro che Qualcosa di Troppo.
La principessina cresce rispettata da tutti in quanto figlia di due sovrani
amatissimi, ma è una bambina sola e
senza amici, i ragazzini Abbastanza infatti, nonostante gli avvertimenti e
le richieste delle loro ansiose madri, la
evitano.
Loro non sono mai né troppo tristi né
troppo annoiati né troppo felici e non possono sopportare la vitalità della
principessa sempre in movimento, sempre alla ricerca di nuove avventure.
Quando Qualcosa di Troppo ha appena 13 anni subisce un grave lutto; la
regina Uno di Noi muore dopo una lunga malattia.
La principessa ha per la prima volta
a che fare con qualcosa di troppo grande e troppo triste per lei, qualcosa che
le impedisce persino di piangere.
Per la prima volta avverte un buco
nel cuore, lei abituata al troppo pieno avverte il vuoto ed è totalmente
incapace ed impreparata a gestire questa nuova sensazione.
Terribilmente spaventata fugge dal castello e, giunta su una collina, incontra il Cavalier Niente, un tipo molto
strano che trascorre le sue giornate a non-fare
in compagnia di Madama Noia.
Grazie al Cavalier Niente la principessina scopre il valore della
meditazione, della noia e del dolce far niente.
Tornata al castello però Qualcosa di Troppo dimentica tutti gli insegnamenti
del Cavalier Niente, si getta nuovamente a capofitto in una marea di attività
fino a quando anche lei si lascia catturare dalla moda del momento e si chiude
in casa assorbita dallo Smorfialibro.
Il nuovo gioco ha catturato l’interesse di tutti i sudditi del regno ma soprattutto ha catturato quello dei ragazzini Abbastanza con i quali finalmente Qualcosa di Troppo ha qualcosa
da condividere.
Preoccupato per la figlia sempre più magra e pallida, Qualcosa di Importante decide che è giunto il momento per Qualcosa di
Troppo di sposarsi.
Inizia così la giostra dei pretendenti: la principessa si innamora a turno
di Qualcosa di Buffo, Qualcosa di Blu,
Qualcosa di Giusto, Qualcosa di Speciale; ogni storia è però destinata al
fallimento ed ogni volta che la storia finisce Qualcosa di Troppo avverte la
mancanza del Cavalier Niente.
Come andrà a finire ovviamente lo lascio scoprire a voi lettori.
“Qualcosa” di Chiara Gamberale è un volume di appena 180 pagine corredato da
bellissime e buffe illustrazioni opera di Tuono Pettinato, pseudonimo del
fumettista Andrea Paggiaro.
Il romanzo è una favola moderna che unisce la leggerezza del genere fantastico
allo spessore del romanzo classico.
La storia, di per sé bizzarra e divertente, si lascia leggere tutta d’un
fiato, ma le impressioni, le idee ed i suggerimenti che trasmette restano
dentro di noi a lungo per venire elaborati poi con il tempo. Diciamo che è un
libro i cui “effetti” non finiscono con la lettura dell’ultima pagina.
Se dovessi trovare nell’immediato un esempio di opera dello stesso genere
credo che penserei a “Il Piccolo
Principe” di Antoine de Saint-Euxupéry, non tanto per il tipo di prosa,
ovviamente quella della Gamberale, è senza dubbio più moderna, impudente ed
ironica, ma per la capacità e la grande abilità di entrambi gli autori di riuscire a far passare concetti
importanti e profondi con estrema leggerezza e grazia.
Il Piccolo Principe era una favola per bambini che si poteva rivolgere anche
ad un pubblico adulto, quella della Gamberale invece si rivolge ad adolescenti
ed adulti.
Il romanzo di Chiara Gamberale parla a tutti noi e ci racconta la nostra
complessità di persone oltre a denunciare alcuni limiti della società moderna. È
impossibile infatti non riconoscere, un esempio su tutti, un chiaro riferimento
a Facebook quando ci racconta dello Smorfialibro e di come un uso senza
controllo dei social ci impedisca un
rapporto diretto con il prossimo allontanandoci dagli altri anziché
avvicinarci.
L’autrice attraverso il romanzo ci
costringe a pensare ai nostri limiti, ai nostri errori, alle nostre paure.
Ci obbliga a guardarci dentro, a confrontarci con la nostra ossessione di voler riempire continuamente le giornate per non
dover affrontare l’ansia del vuoto.
Ci parla dell’amore e di cosa
dovrebbe essere davvero per noi cioè libertà e di quello che invece non
dovrebbe mai essere ovvero qualcosa che serva per risolvere i nostri guai.
L’amore, se proprio dobbiamo usare questa parolona, non è
qualcosa che deve risolvere i nostri guai. Anzi, di solito, per quello che
non-so, è qualcosa che i guai li aumenta.
«Allora perché tutti lo
cercano?»
Tutti gli esserucci umani lo cercano, è vero, ma quasi sempre per
il motivo sbagliato. Cercano l’amore per non rimanere soli. Per farsi riempire
lo spazio vuoto. E soprattutto perché non accettano che è il puro fatto di
stare al mondo la vera avventura.
È difficile leggere questo libro senza filtrarlo attraverso le proprie esperienze
personali e non facendo collegamenti con la propria vita di tutti i giorni.
“Qualcosa” è un romanzo che, per essere pienamente apprezzato, chiede al lettore
di trovare il coraggio di leggerlo guardandosi
dentro, permettendo alla favola di operare la sua magia per far sì che
ognuno di noi possa ritrovare la parte più vera di sé stesso e fare pace con il suo
essere più profondo.
Non dimenticate mai che “il bisogno è
solo un sogno: prima o poi finisce o comunque sfinisce”.
Buona lettura!