IL MONDO DELL’ALTROVE
di Sabrina
Biancu
DEL BUCCHIA
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“Il
mondo dell’altrove” è una raccolta i cinque
brevi racconti che trasportano il lettore in un mondo fantastico, un luogo
magico.
Il
prologo ci rimanda subito ad un grande capolavoro della letteratura per ragazzi
ovvero “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry e, proprio come questo
splendido libro, i racconti di Sabrina
Biancu affrontano importanti tematiche quali il senso della vita ed il valore
dell’amore e dell’amicizia.
Sin
dalle prime pagine, l’autrice pone al lettore l’eterno ed annoso quesito sul perché mai diventare adulti dovrebbe
significare per forza perdere la capacità di sognare.
Sabrina
Biancu risponde alla domanda attraverso le
storie di Elia, di Rosy, di Tea, di Desideria e di Irina la stellina.
Cinque
magici racconti che accompagnano il lettore adulto in un viaggio fantastico alla
riscoperta di sé stesso e dei valori veri della vita ed allo stesso tempo
affiancano il lettore adolescente aiutandolo a crescere e a maturare.
“Il mondo dell’altrove”
potrebbe essere quindi definito “il libro per tutte le stagioni”.
Questi
i titoli dei cinque racconti:
- Il ristorante della speranza
- Rosy e l’anatroccolo
- La rosa bianca
- Lo spirito della fonte
- La piccola stellina
Non
scrivo nulla della trama perché trattandosi di racconti molto brevi rovinerei
il piacere della lettura anticipando inevitabilmente parti significative che è
giusto che il lettore scopra da solo.
Ho
pensato però che potrebbe essere interessante proporvi una piccola intervista all’autrice, che devo ringraziare per aver accettato
di essere ospite sul mio blog.
Chi meglio di lei infatti
potrebbe presentare la sua opera?
Sabrina Biancu, classe 1981, è nata ad Oristano e vive
a Baressa. Frequenta il corso di laurea in Scienze dell’educazione e della
formazione. Ama i bambini, gli animali ed i libri.
Al
suo attivo ha una raccolta di racconti dal titolo “Luce azzurra” (2009).
Il titolo “Il mondo
dell’altrove” richiama alla mente la favola di Fantaghirò, così come il nome
Desideria, protagonista del quarto racconto ricorda un’altra celebre serie TV.
Quanto ti hanno ispirato questi racconti? Ci sono storie particolari che ti
hanno ispirata?
Questa
domanda mi riporta alla mente bellissimi ricordi, quando da ragazzina aspettavo
il natale per vedere queste belle favole dove mi è sempre piaciuto
rifugiarmi.
Sono
sempre stata un’inguaribile sognatrice che ha usato la fantasia, anche perché
ho vissuto dei momenti di solitudine a scuola, alle elementari e medie, perciò
tenere viva la mente mi ha aiutato a non cadere nello sconforto.
Fantaghirò non ha influito in questi racconti, ma
la quarta storia in piccola parte è stata influenzata da Sorellina e il principe del sogno, mi piaceva l’idea che una fonte
magica potesse aiutare dei giovani innamorati, quindi la ricorda solo per
questo.
Il
resto è interamente frutto della mia fantasia, anche se posso dire che le
letture e i film dell’infanzia ispirano molto i miei racconti, perché in buona
parte non voglio crescere, e non voglio dimenticare di tenere accesa la
creatività nonostante i miei 34 anni.
Nel primo racconto “Il
ristorante della speranza” scrivi: “Attiri a te ciò che ti serve e l’universo
di ascolta”. Credi alla legge dell’attrazione? Quanto secondo te il nostro
atteggiamento influisce su ciò che ci succede?
Sei
l’unica, o una delle poche che ha notato il chiaro riferimento alla legge
dell’attrazione. Sì, credo ciecamente alla legge dell’attrazione, l’ho scoperta
per caso e ho provato subito a metterla in pratica e devo dire che ha
funzionato, perciò tutt’oggi continuo a usarla.
Se
devo essere sincera la sto usando anche per la mia carriera da scrittrice e mi
sta aiutando, non solo, la metto in pratica anche per aiutare gli altri e sono
felicissima dei risultati, unita all’amore e alla gratitudine è una forza
potente.
Se
tutti provassero a usarla sono convinta che vivrebbero più felici.
Nei tuoi racconti si parla
molto del difficile rapporto genitori-figli: il padre di Nico che vuole imporre
le proprie scelte al figlio, il padre di Pietro che al contrario cerca di non
imporre regole, ma cerca invece il dialogo, i genitori di Rosy in crisi davanti
ai continui capricci della figlia. Quanto è difficile essere genitori oggi?
Questo
è un argomento che mi sta molto a cuore. Io lavoro con i bambini, faccio
l’animatrice e spesso mi sono ritrovata a chiedere cosa sia cambiato oggi
rispetto a quando io ero bambina, e mi sono ritrovata a fare un confronto.
Io
provengo da una situazione in cui mio padre era allevatore e mia madre
casalinga con quattro figli a carico, quindi non semplice, dove spesso non
avevo tutto quello che volevo perché non potevano permetterselo, nonostante ciò
sono stata una bambina felice e col senno di poi sono contenta di come sono
stata cresciuta anche perché non mi mancava niente.
Oggi
invece vedo che il consumismo è maggiore rispetto alle reali esigenze, e credo
che sia più difficile fare i genitori cercando di essere all’altezza dei tempi,
con bambini che vogliono avere le scarpe di marca e l’ultimo telefonino perché
lo hanno tutti altrimenti vengono scartati dai loro coetanei. Forse qualche no
in più non farebbe male, in fondo le nuove generazioni dovranno prima o poi
imparare a cavarsela con i loro mezzi.
I tuoi racconti parlano di
sentimenti: amore, amicizia, solidarietà…. Parlano dell’importanza di essere
sempre se stessi e della necessità di tenere a distanza le persone che vogliono
solo manipolarci. Insegnano l’importanza della bellezza interiore che troppo
spesso viene messa in ombra da quella esteriore…
Ho
scritto questo libro pensando alle mie esperienze passate, e volendo comunicare
un messaggio. A volte si è talmente occupati a vedere le cose con gli occhi che
non si ascolta più con il cuore; sembra che l’esteriorità abbia preso il posto
dell'interiorità, eppure spesso chi non si espone è chi ha più bisogno.
Con
il mio libro ho voluto dare voce a chi non viene ascoltato, ci tenevo a sottolineare
che se diamo una possibilità a ciascuno di dire la sua, può darci più di quanto
ci potremmo immaginare.
Il tuo libro può sembrare
in primo momento un libro dedicato agli adolescenti, può essere sotto questo
aspetto considerato uno strumento per aiutarli a crescere, a maturare. Ma
leggendo i racconti ci si rende conto, quasi immediatamente, che questi possono
tranquillamente essere un valido aiuto anche per gli adulti che si sono persi e
devono ritrovare la capacità di
sognare e credere…
Bella
parola credere, credere per vedere e non il contrario. Aiuta a sperare in un
futuro possibile e non smettere di sognare, e se la fiducia è tanta rimarremo
soddisfatti di ciò che vorremmo si realizzasse.
Sì,
ci hai preso in pieno, questo libro è dedicato agli adulti che si sono persi,
che hanno perso la capacità di sognare, perché pensano che diventare grandi non
implica lasciarsi andare a queste cose.
Ma
i sogni sono fondamentali, chi smette di farlo si perde e si lascia travolgere
dagli eventi, pensando di non avere controllo sulla propria vita, invece è il
contrario.
I
sognatori sono persone felici, che vivono appieno ogni momento e sanno che il
futuro gli riserverà qualcosa di bello, perché se lo creeranno esattamente come
lo hanno sempre immaginato.
Grazie di cuore Sabrina e
in bocca al lupo per la tua carriera!