DA QUANDO SEI SCOMPARSA
di Paula Daly
LONGANESI
|
Lisa è una donna che lavora, ha tre figli, un marito, tre
cani ed un numero imprecisato di gatti. Il suo matrimonio con Joe Kallisto è un’unione felice, qualche
incomprensione ogni tanto, ma nell’insieme nulla che non possa essere sistemato
con amore e tanta buona volontà.
Vive a
Troutbeck, un paese sulla sponda orientale del lago Windermere, situato nel famoso Lake District, nella contea
della Cumbria.
Il posto è per lo più un luogo di villeggiatura dove
il costo delle case è molto elevato, ma Lisa
e Joe non si sono mai pentiti della scelta di vita fatta, anche se ciò comporta
che entrambi debbano lavorare per
riuscire a vivere dignitosamente.
Come ogni donna iperattiva, Lisa è stressata per la mole di lavoro che ogni giorno è costretta ad
affrontare: la scuola e i problemi dei figli si sovrappongono al suo lavoro
come direttrice di un ricovero per cani e gatti abbandonati, lavoro che la
impegna moltissimo, ma che è per lei anche fonte di grandi soddisfazioni.
Lisa ama i
cani e i gatti affidati alle sue cure
e tutti i giorni combatte affinché questi possano trovare una nuova casa e una
nuova famiglia.
Ci sono
giorni in cui però Lisa invidia un po’ le donne che non sono costrette a
lavorare per far quadrare il bilancio familiare, donne come la sua amica Kate.
Kate
Riverty ha due figli, la più grande Lucinda ha l’età di Sally, la figlia maggiore di Lisa, ed il minore Fergus ha l’età di Sam, il più piccolo dei fratelli Kallisto.
I Riverty
possiedono diversi cottage che vengono affittati per le vacanze ai turisti e
Guy Riverty si occupa della loro gestione.
Grazie a questa redditizia attività, Kate Riverty può permettersi di rimanere a casa con i figli, essere presente a tutte le
feste di beneficienza organizzate dalla scuola, dialogare giornalmente con gli
insegnanti e cucinare del cibo vero senza essere costretta, come Lisa, a
comprare qualcosa di preconfezionato per mancanza di tempo.
Al contrario dell'amica che, sempre di corsa, si ritrova troppo spesso
a commettere errori e a dimenticare le cose, Kate Riverty è la donna di casa perfetta, efficiente e sempre presente.
Un giorno
Lisa Kallisto compie un errore imperdonabile.
Lucinda, la figlia di Kate, dovrebbe fermarsi a
dormire a casa Kallisto per fare una ricerca per la scuola con Sally, ma per un
disguido Lisa lo dimentica e quando il mattino dopo comprende quello che è
successo è ormai troppo tardi.
Lucinda è
scomparsa; dopo la scuola, il giorno
prima non è tornata a casa.
Lisa Kallisto,
la madre incapace e disorganizzata, si è persa la figlia di Kate Riverty, la
madre più efficiente del mondo.
Solo qualche giorno prima una ragazza di tredici anni era
stata rapita da uno sconosciuto che, dopo averla drogata e violentata, l'aveva
rilasciata il giorno seguente in stato di shock.
Lucinda è una ragazzina
immatura per la sua età che non dimostra assolutamente i suoi tredici anni, una
ragazzina di ottima famiglia che non è neppure immaginabile possa essere
scappata di casa volontariamente.
Si teme quindi il peggio ovvero che il maniaco abbia
colpito di nuovo.
“Da quando
sei scomparsa” è un thriller emozionante e ricco di colpi di scena; un libro
dal ritmo serrato, incalzante e avvincente.
Nulla è come sembra, tutti hanno qualche scheletro
nell’armadio, ma non tutti questi scheletri hanno però attinenza con la
soluzione del caso o almeno non ce l’hanno solo apparentemente.
E’ proprio questo ciò che rende questo libro
emozionante e coinvolgente, il fatto che il lettore venga continuamente
spiazzato, ogni volta che crede di essere vicino alla soluzione del caso, ecco
che ogni sua impressione viene ribaltata da qualche nuovo elemento.
Non
esistono famiglie ideali e la
facciata che noi vediamo spesso e volentieri nasconde qualcosa che noi non
sospetteremmo mai: un tradimento, un disturbo della personalità…
Perfetta è la descrizione dei personaggi; ognuno di loro trova una collocazione assolutamente
calzante all’interno della trama e sono tutti così convincenti, chi col suo
cinismo chi con la sua semplicità chi con le proprie debolezze, da rendere la
storia credibile e reale.
Lisa Kallisto, nonostante tutti gli sforzi per far
quadrare ogni cosa, è continuamente afflitta dai sensi di colpa e di inferiorità
ed è quindi inevitabile provare simpatia ed affetto per lei nel momento in cui
viene accusata da tutti e colpevolizzata per il rapimento di Lucinda.
Così come è inevitabile provare un istinto omicida nei confronti di una
donna fredda, acida e superba come Alexa, la sorella di Kate.
Il romanzo
pone però anche due importanti interrogativi: fino a dove sia lecito spingersi
pur di tenere unita la famiglia e a quali eccessi vengano spinte le donne di
oggi per sostenere contemporaneamente il peso della famiglia e della carriera.
Paula Daly è rimasta particolarmente impressionata da
un fatto di cronaca in cui una madre aveva dimenticato la figlia in auto e la
bimba non era sopravvissuta.
Questo purtroppo non è un caso isolato, queste
vicende si ripetono ormai troppo spesso.
La domanda
è: ci si può davvero dimenticare di un figlio?
Non ho figli e sinceramente non so, nel caso fossi
madre, se la mia opinione sull’argomento sarebbe diversa.
Mi chiedo però, se davvero è possibile arrivare a
livelli di stress quotidiano così devastanti da rendere possibile fatti di
cronaca di questo tipo, non sarebbe forse il caso di fermarsi un attimo e chiedersi
se davvero una carriera può valere il
prezzo di una vita?
Non dimentichiamo, infatti, che casi di questo tipo
si sono verificati anche a causa di padri, non solo di madri, che hanno
dimenticato il figlio in auto.
Non dico che sia corretto che una donna debba
rinunciare per forza alla propria carriera, credo però che sia giusto che una
persona debba interrogarsi su quali siano le proprie priorità nella vita.
Non è
questione di maschilismo o femminismo, credo sia solo una questione di buon
senso.
Non credo
assolutamente sia una scelta facile e tantomeno credo ci sia una regola che posa
valere per tutti, non è mai giusto generalizzare, ognuno dovrebbe agire nel
modo più corretto secondo la propria coscienza.
Permettetemi però di analizzare nello specifico il
caso di Lisa Kallisto; con tutta la simpatia che il suo personaggio ha
suscitato in me, come già precedentemete detto, sapendo di non avere tanti
mezzi finanziari sufficienti e di dover lavorare tutto il giorno per far quadrare
il bilancio familiare, non sarebbe stato più logico avere un solo figlio invece
di tre?
Mi piacerebbe parlarvi a lungo di questo romanzo e
commentare ogni particolare, ma non posso farlo per non rovinarvi il piacere
della lettura; questo libro merita davvero
di essere gustato pagina per pagina e vi assicuro che, una volta iniziato, lo
divorerete.
Un unico consiglio: non commettete il mio stesso errore,
ho iniziato a leggerlo durante una pausa pranzo ed è stato un tormento doverlo
abbandonare per riprendere il lavoro!
Per cui mi raccomando, per la vostra
pace interiore, cercate di iniziate la lettura solo quando siete davvero sicuri
di avere qualche ora libera davanti a voi da dedicargli…