La vicenda narrata da
Alexandre Dumas è nota. Siamo a Firenze dove i Medici sono tornati al potere
grazie all’accordo stretto tra Carlo V e il papa Medici Clemente VII dopo il
terribile Sacco di Roma.
Alessandro de’ Medici, duca di
Firenze, era ufficialmente il figlio illegittimo di Lorenzo de’
Medici duca di Urbino, ma la verità più accredita lo vuole figlio illegittimo
dello stesso Clemente VII.
Alessandro fu un tiranno nell’accezione
più negativa del termine, violento e irascibile, impose il suo governo con
la forza, procurandosi per questo molti nemici. Il suo stesso motto Non
vuelvo sin vencer (Non ritorno senza vincere) era esso stesso indice del
suo temperamento aggressivo e impulsivo.
Il Medici trovò la morte per
mano di un lontano cugino Lorenzo (o Lorenzino), appartenente
al ramo Popolano della famiglia Medici, che, dopo l’efferato omicidio, si
guadagnò il soprannome di Lorenzaccio. Si narra che Lorenzo avesse
sfruttato la passione per le donne di Alessandro per tendergli un agguato in
casa propria e qui assassinarlo.
Il romanzo si apre con una breve
prefazione in cui l’autore parla dell’Italia e di Firenze traendo alcune
conclusioni, più o meno condivisibili, sull’indole e i costumi degli italiani e
di come questi siano stati influenzati nel corso dei secoli dalla loro storia.
La trama, per quanto romanzata,
mantiene un fondo di verità storica e non mancano alcune brevi digressioni atte
a rafforzare la veridicità del racconto. Da segnalare forse solo qualche ingenuo
anacronismo a favore della miglior resa della narrazione.
Di fatto quello di Dumas è il
racconto di una storia d’amore.
Lorenzino è innamorato di
Luisa ed è da lei ricambiato. Il duca Alessandro è
invaghito della bella Luisa che è tra l’altro figlia di quel Filippo
Strozzi sulla cui testa è stata posta una taglia di diecimila fiorini per aver
congiurato contro il duca stesso. Alessandro assume a tratti quasi le
caratteristiche di un Don Rodrigo di manzoniana memoria. Lorenzino si presta
ad essere il mezzano degli intrighi amorosi del duca, ma la sua è solo finzione
in quanto il suo unico scopo è quello di salvare l’amata e liberare Firenze
dalla tirannia.
“Una notte a Firenze sotto
Alessandro de’ Medici” è un romanzo storico
ottocentesco sebbene vi si riconoscano moltissime caratteristiche tipiche
dei testi teatrali romantici sia nella resa della trama sia nella
caratterizzazione dei vari personaggi.
Un testo forse più vicino, a
mio avviso, alle opere teatrali di Friedrich Schiller anziché ai celebri
romanzi di Dumas stesso, vuoi anche perché la trama stessa si presta
massimamente ad una resa drammaturgia. Moltissimi sono anche i riferimenti
al teatro all’interno del racconto stesso.
Ho letto il romanzo nella
traduzione del 1861 di Vittoria D’Asti edita da Amazon Italia Logistica.
Purtroppo, devo segnalare che il numero di refusi e di errori di stampa è
davvero fastidioso soprattutto nella prima parte del volume.
Per cui, vivamente
consigliata la lettura del romanzo in quanto, soprattutto se amate i classici, si
tratta di un testo davvero interessante per ambientazione e periodo storico,
ma altrettanto sconsigliato l’acquisto di questa particolare edizione perché
davvero faticosa la lettura a causa dei tanti errori tipografici.
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