martedì 15 marzo 2022

“Il respiro degli angeli” di Emanuela Fontana

Venezia, 1688. Giambattista Vivaldi per mantenere la sua numerosa famiglia si è adattato a fare il barbiere, ma non perde occasione per dedicare ogni momento libero al suo amato violino.

Proprio con il violino è solito intrattenere anche i suoi bambini tra questi il piccolo Antonio che fin dalla nascita ha manifestato gravi problemi di salute. 

Toni, il cui cuore corre troppo veloce e a cui spesso manca il respiro, un giorno si ritrova il violino del padre tra le mani e, senza avere mai prima d’allora studiato musica, improvvisa una melodia che stupisce tutti i presenti. Sarà l’inizio di una passione che non lo abbandonerà più per tutta la vita neppure quando per voler dei suoi genitori sarà spinto a prendere i voti.

Antonio Vivaldi, conosciuto da tutti come il Prete Rosso per la sua ribelle chioma rossa come il fuoco, raggiungerà la fama e il successo, presenterà le sue opere in tutti i più celebri teatri e porterà la propria musica in tutte le più grandi Corti, farà conoscenza di nobili, re e principi, sarà ammirato e invidiato. Vivaldi sarà anche fonte di pettegolezzi a causa dell’unica donna della sua vita Anna Girò, prima sua allieva e poi sua cantante e musa, fino a quando terminerà i suoi giorni dimenticato da tutti in un freddo inverno viennese.

Della vita di Antonio Vivaldi si conosce poco o nulla per cui il libro di Emanuela Fontana, seppur ben documentato e frutto di un lungo lavoro di ricerca, è una storia fortemente romanzata a causa delle fonti lacunose.

Molti personaggi sono frutto di fantasia dell’autrice come il dottor Gavioli e la sua famiglia, i comprovati rapporti con i nobili Marcello sono stati rimaneggiati per meglio adattarsi alla narrazione e per quanto riguarda l’amore tra Antonio Vivaldi e Anna Girò non esiste alcuna fonte che ne possa confermare la veridicità sebbene all’epoca le voci e i pettegolezzi fossero stati molto insistenti al riguardo.

Il romanzo si svolge su più piani spazio-temporali. Ai capitoli nei quali viene narrata la vita di Vivaldi a partire da quando era un gracile bimbo di dieci anni fino alla conquista della fama, si alternano i capitoli che lo vedono, anziano e caduto in disgrazia, aggirarsi per le fredde strade di Vienna mentre la sua amata Anna, ignara dello stato di salute in cui lui versa si interroga, sul loro indissolubile legame.

Il ritmo del racconto sembra quasi seguire i tempi propri della musica, così da lento il ritmo narrativo accelera improvvisamente facendosi veloce per poi rallentare nuovamente e così via in un continuo crescendo e diminuendo.

Non sono quindi tanto i cambi spazio-temporali del racconto quanto piuttosto proprio questa continua variazione di cadenza che, per quanto di estrema efficacia narrativa, risulta talvolta un po’ impegnativa per il lettore che deve adattarsi al continuo alternarsi del ritmo.

Il Vivaldi di Emanuela Fontana è un genio del suo tempo, un uomo assetato di fama e denaro, ma allo stesso tempo generoso con i meno fortunati ai quali è sempre pronto a donare; un uomo ossessionato dal desiderio di compiacere il pubblico, perfezionista e accentratore tanto che delle sue opere egli vuole occuparsi in prima persona di ogni aspetto facendosi persino impresario.

Vivaldi è tormentato dalla fuggevolezza dello scorrere del tempo, è uomo legato agli affetti famigliari, ma allo stesso tempo se ne sente talvolta schiacciato, soffre ogni tipo di costrizione e per questo rifugge dalle accademie. È un uomo dalle mille contraddizioni, in perenne movimento.

“Il respiro degli angeli” è una storia struggente che appassiona e incanta per la sua intensità; un racconto carico di pathos e di liricità.

L’interesse dell’autrice non è rivolto solo al Vivaldi artista, ma anche incentrato sul desiderio di comprendere quale uomo si celasse dietro alla sua leggenda.

“Il respiro degli angeli” è però anche un viaggio attraverso la musica di Antonio Vivaldi, un invito ad approfondire la sua vasta produzione della quale troppo spesso si conoscono solo i concerti più famosi.




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