Maggio 1519, Sua
Eminenza Cristoforo Numai, legato
apostolico di papa Leone X, giunge al Castello di Clos Lucé dove Leonardo
da Vinci ormai anziano trascorre gli ultimi anni ospite del re di Francia
Francesco I.
Lo scopo della visita è farsi consegnare da Leonardo il
libro di Origene,
un libro condannato dalla Chiesa che si credeva andato distrutto e che invece Papa Leone X ha buone ragioni per credere
che sia in mano dell’artista.
Leonardo decide di
raccontare al legato apostolico una storia che tanti anni prima lo aveva visto
protagonista di un viaggio da Firenze a Milano in compagnia di un certo Lisandro Dovara, inviato da Ludovico il
Moro a Firenze per reclutare nella città del Giglio e in altre città gli artisti
che avrebbero dovuto rendere magnifica Milano e la sua corte.
A quel tempo Leonardo stava vivendo un momento di crisi artistica, ragion per cui Lorenzo
il Magnifico che lo stimava moltissimo lo aveva spinto a trasferirsi a
Milano alla corte dello Sforza per ritrovare l’ispirazione perduta dopo lo
scandalo che lo aveva visto coinvolto.
Sulla strada Leonardo e il suo compagno Lisandro Dovara
incontrarono molti artisti e vennero a conoscenza di segreti e verità taciute.
Attraverso simboli e indizi disseminati nelle varie opere d’arte scoprirono
anche l’esistenza di un circolo di intellettuali
e artisti iniziati ai misteri racchiusi nel libro di Origene e alla
metempsicosi.
Un viaggio affascinante
quello di Leonardo, ma anche terribilmente pericoloso; tra manoscritti antichi e antichi misteri, intrighi politici e
cospirazioni, Leonardo però ebbe
modo di trovare anche l’amore, un amore in grado di riaccendere in lui la sacra
fiamma dell’arte.
Barbara Frale è una
storica archivista conosciuta oltre che per i suoi saggi anche per i suoi
romanzi sui Medici.
Il Lorenzo de’ Medici che emerge dalle pagine di questo suo ultimo romanzo
è una figura che non può non affascinare il lettore. Il Magnifico della Frale
ha in sé qualcosa di diabolico, è astuto, sorridente e sicuro di sé, ammalia
Leonardo e tutti coloro che incontra sul suo cammino, ma soprattutto ammalia il
lettore che non può che rimanere stregato dalla sua forte personalità.
Quasi altrettanto
affascinante è il personaggio di
Lisandro Dovara, del quale non posso svelarvi molto per non rovinarvi la
sorpresa della lettura, ma posso anticiparvi che resterete conquistati al pari
di Leonardo dalla sua figura che ai modi bruschi da condottiero alterna una
squisita raffinatezza da cortigian, lasciando il povero Leonardo spesso
stordito e abbagliato per questa sua duplice personalità.
E veniamo infine al protagonista assoluto del romanzo: Leonardo
da Vinci. Poco sappiamo di certo sulla sua vita per cui è facile calcare la
mano romanzando alcuni episodi della sua esistenza. Siamo soliti pensare ad un Leonardo
piuttosto sicuro di sé, indifferente ai sentimenti e sempre assorto nei propri
studi e calcoli. Il Leonardo da Vinci nato dalla penna di Barbara Frale vuole
essere un Leonardo un po’ diverso, un giovane ancora inesperto della vita e un
po’ insicuro, una figura forse più
vicina a quella che sta emergendo anche dalla serie tv che sta andando in
onda proprio in questi giorni su Rai 1.
In occasione
della fiction ho letto molte critiche sulla scelta di voler rappresentare un
Leonardo così distante da quell’immagine che ormai a forza è entrata a far
parte del nostro immaginario collettivo. Esprimere un giudizio sulla questione se sia
giusto o sbagliato allontanarsi dalla verità storica è sempre molto soggettivo. Credo però che trattandosi di un romanzo va da se che la trama venga assoggettata alla
finzione letteraria.
Nel romanzo Barbara
Frale, per sua stessa ammissione, ruba
alcune scene ai concerti di David
Garrett, facilmente riconoscibili per le fan, come me, di questa star del violino. Oserei dire però che non ruba non solo quelle perché, prima di arrivare al termine e
leggere la sua confessione nella postfazione, avevo avuto la sensazione di
riconoscere nel personaggio di Lorenzo il Magnifico qualcosa della figura di Urbani
del film “Il violinista del diavolo” dove David Garrett interpreta il ruolo di
Niccolò Paganini.
Un’ultima annotazione sull’argomento
dal quale prende avvio la storia del romanzo: nel 2020 è stato effettivamente
ritrovato un frammento di uno sconosciuto trattato
intitolato De Igne (Libro del fuoco) scritto da Leon Battista Alberti intorno
al 1455 nel quale si ragionava sulla natura della luce e sull’elemento
fuoco.
“Leonardo da Vinci. Il
mistero di un genio” è un romanzo ricco di suspense, dove niente e nessuno è mai come sembra e soprattutto dove mai
fino all’ultima pagina si è certi di aver riposto correttamente la propria
fiducia. Un libro che ci regala l’immagine
di un Leonardo vista da una prospettiva diversa e che ci mostra anche
un’inedita lettura di alcune sue opere come La Gioconda (o Monna Lisa), il
giovane Bacco, la Leda col cigno…
La serie su Leonardo mi era proprio sfuggita. Ero rimasta ancora alla produzione con Tom Riley intitolata Da Vinci's demons.
RispondiEliminaQuesto romanzo sembra molto accattivante.
Mi era anche sfuggita la scoperta del frammento di un'opera originariamente scritta da Leon Battista Alberti.
In pratica: I live under a rock!
Da Vinci's demons ero riuscita a vedere una puntata ma non ero andata oltre. Questa della Rai la sto guardando ma mi lascia molto perplessa, troppe inesattezze storiche.
EliminaQui però rientriamo nel solito discorso: quanto è lecito che la fiction si allontani dalla verità storica?
Questo libro è abbastanza particolare, storia molto molto romanzata ma intrigante.
Tranquilla anche io mi ero persa il frammento! siamo talmente bombardati da notizie di tutti i tipi che alla fine ci dobbiamo perdere qualcosa per forza :-)