domenica 9 settembre 2018

“Cento poesie d’amore a Ladyhawke” di Michele Mari

CENTO POESIE D’AMORE
A LADYHAWKE
di Michele Mari
EINAUDI
Michele Mari, classe ’55, è un autore di prosa con all’attivo numerosi romanzi, uno scrittore molto stimato tanto da essere ritenuto uno dei migliori in circolazione.
La raccolta “Cento poesie d’amore a Ladyhawke” (2007) è il suo esordio poetico.

Il titolo del volumetto è un chiaro riferimento ad un famoso film intitolato appunto “Lady Hawke” di Richard Donner del 1985
La storia narrava le vicende di due innamorati che, a causa di una maledizione, erano condannati a non potersi mai incontrare nelle loro sembianze umane; lei, interpretata dalla bellissima Michelle Pfeiffer, di giorno era un bellissimo falco e lui, l’attore Rutger Hauer, di notte si trasformava in un temibile lupo.
I due innamorati, legati da una profonda passione, erano quindi destinati per l’eternità a restare sempre insieme eppure allo stesso tempo eternamente divisi. 

Come gli amanti del film anche il poeta vive un amore romantico e struggente, ed è proprio questo sentimento totalizzante, irrealizzato e irrealizzabile, ad ispirargli questo canzoniere d’amore moderno.

“Cento poesie d’amore a Ladyhawke” è una raccolta di poesie che riesce a ridare voce alla grande tradizione della poesia d’amore latina e medievale, rendendola quanto mai viva e moderna attraverso l’utilizzo di riferimenti alla realtà contemporanea; i richiami al cinema horror piuttosto che alla pubblicità ne sono un evidente esempio.

Fra il mulino bianco
e gli anelli di Saturno
la tua scelta era scontata

Ma non immaginerai mai
quanta farina
possono macinare quegli anelli

L’opera di Michele Mari si rifà, rivisitandone i versi, alle poesie della tradizione: al dolce stil novo, a poeti come Dante e Petrarca, solo per citarne alcuni, e così via fino ai nostri giorni con richiami a Pavese e Pascoli, senza tralasciare numerosi riferimenti anche alla filosofia.

Verrà la morte e avrà i miei occhi
ma dentro
ci troverà i tuoi

La donna amata da Mari è una donna reale, una compagna dei tempi del liceo. Un amore nato sui banchi di scuola, un amore mai dichiarato, ma non per questo meno intenso e vero. 
Uno di quegli amori che a volte è meglio non svelare a nessuno, neppure alla persona amata, forse per paura di un rifiuto o semplicemente perché si preferisce vivere nel dubbio.

Quando l’amore si rivela, quando i sentimenti di scontrano con la vita di tutti i giorni, la poesia potrebbe andare perduta e allora forse è preferibile accettare di rimanere nel limbo delle cose sospese.

Tertium dabatur
e sarebbe stato vivere
sfiorandoci

Ed è proprio quello che accade dopo trent’anni a Mari quando un giorno per caso ritrova la sua compagna di scuola. 
Dopo essersi confessati il loro reciproco amore adolescenziale, tra i due inizia una fitta corrispondenza, ormai però è troppo tardi per recuperare e lei non se la sente di fare un salto nel buio abbandonando la vita che si è costruita nel corso degli anni.

Certi amori sono nati per rimanere solo un’illusione, qualcosa che non deve essere contaminato dalla routine e dalla consuetudine.

Arrivati a questo punto
dicesti
o si va oltre
o non ci si vede più

Non capivi che il bello era proprio quel punto
era rimanere
nel limbo delle cose sospese
nella tensione di un permanente principio
nel nascondiglio di una vita nell'altra

Così il mio contrappasso di pokerista
è stato perdere tutto
appena hai forzato la mano

Quello cantato da Mari è un amore cerebrale, platonico e puro che scontrandosi con la realtà è destinato a perire. 
È un amore sospirato che non deve avere la possibilità di concretizzarsi carnalmente e quotidianamente perché ciò lo estinguerebbe inesorabilmente.

Ti cercherò sempre
sperando di non trovarti mai
mi hai detto all'ultimo congedo

Non ti cercherò mai
sperando sempre di trovarti
ti ho risposto

Al momento l’arguzia speculare
fu sublime 
ma ogni giorno che passa 
si rinsalda in me
un unico commento
ed il commento dice 
due imbecilli.

“Cento poesie d’amore a Ladyhawke” è un libro audace in un mondo dove i libri di poesia vendono pochissime copie e vengono sempre più visti come un prodotto editoriale di nicchia.
Michele Mari affronta con coraggio un tema, quello dell’amore esclusivo e totalizzante, che è una delle tematiche più sfruttate di tutti i tempi, ma riesce a farlo senza mai risultare banale; le sue poesie sono la testimonianza di un’ossessione privata, una lucida analisi dei mostri e dei tormenti che assillano la mente umana. 





2 commenti:

  1. Ho visto il film diverse volte e nonostante ciò non ho mai pensato al libro. La storia è ben recitata. Non amo tanto le poesie ma la curiosità di sfogliarlo c’è. Chissà potrò anche regalarlo … Ciao

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    1. Le poesie fanno riferimento al film, ma nulla più di questo. Lo stile è molto diverso, è un canzoniere classico e moderno allo stesso tempo. Un libro di poesie molto interessante.

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