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di Ildefonso
Falcones
LONGANESI
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Dopo il successo de “La Cattedrale del mare” e de
“La mano di Fatima”, Ildefonso Falcones torna in libreria con il suo terzo
successo letterario.
“La regina scalza”, romanzo storico ambientato nella Spagna del XVIII
secolo, ci racconta le origini del flamenco, stile musicale nato in
Andalusia che affonda le sue radici nella cultura di tre popoli: gitani,
moriscos e neri.
Protagoniste del romanzo sono Milagros, una giovane gitana bella e
sensuale e Caridad, una schiava appena affrancata giunta in Spagna da Cuba.
Milagros e Caridad sono due donne
diversissime così come molto differenti sono le loro storie: la prima è una
ragazzina quattordicenne piena di vita e sicura di sé, la seconda è invece una
donna adulta di ventisette anni che, nonostante la libertà ottenuta, si
sente ancora schiava, sempre con lo sguardo basso e completamente priva di
autostima.
Il racconto inizia a Triana, località dell’Andalusia considerata la
culla del flamenco, da qui le due giovani arriveranno fino a Madrid, un
viaggio durante il quale dovranno lottare per la propria vita e per la propria
dignità, troppo spesso calpestata; un viaggio che le vedrà cadere sotto i colpi
della sorte avversa ma che le vedrà anche rialzarsi grazie alla forza ed al
coraggio che le contraddistinguono.
Noi gitani siamo sempre stati liberi. Tutti i re e i principi in ogni
angolo del mondo hanno tentato di piegarci, senza riuscirci. Con noi non ce la
faranno mai. Niente e nessuno ci lega. Il rischio non ci fa paura, ce ne
infischiamo delle leggi e dei decreti. E' questo che chiunque si consideri un
vero gitano ha sempre sostenuto e difeso.
Nel 1748 Fernando VI ed il Marchese De La Ensenada decisero di
eliminare la popolazione gitana.
La maggior parte di questi venne
arrestata e incarcerata a vita. Gli uomini furono divisi dalle donne, i primi
inviati a lavorare nei cantieri e le seconde in carcere. I bambini che avevo
compiuto sette anni di età furono mandati con gli uomini, quelli più piccoli
furono incarcerati con le donne.
Questi avvenimenti storici fanno
da sfondo alla storia raccontata da Ildefonso Falcones, Ana Vega e José Carmona, madre e padre di Milagros, sono arrestati
insieme a molti altri gitani e proprio attraverso gli anni di carcere di Ana
Vega veniamo a conoscenza delle terribili vessazioni che il popolo gitano fu
costretto a subire dal governo spagnolo.
Attraverso altre figure tra cui quella
del nonno di Milagros, il fiero Melchor
Vega detto il Galeote, Ildefonso Falcone ci racconta del contrabbando del
tabacco nella Spagna settecentesca, attività redditizia nella quale ebbero un
ruolo di primo piano i religiosi.
“La regina scalza” non vuole
essere, come lo stesso Ildefonso Falcones ha dichiarato, un libro di storia, ma
semplicemente un racconto di fantasia,
ambientato in un periodo storico perfettamente delineato e per scrivere del
quale il suo autore si è accuratamente documentato.
E’ proprio questa sua passione
per i dettagli che spinge il lettore a volerne sapere di più e a voler indagare
ulteriormente sulla storia della Spagna, ma soprattutto sulla storia di un popolo che è stato spesso disprezzato e
del quale non si è cercato di capire fino in fondo la fierezza e l’orgoglio di
appartenere alla propria etnia.
“La regina scalza” è un romanzo
appassionante che coinvolge il lettore, lo fa commuovere, irritare, indignare,
ma che sopra ogni cosa è in grado di farlo emozionare.
Ci sarebbero ancora moltissimi
elementi da analizzare e molto da scrivere su questo avvincente romanzo di ben
settecento pagine, ma poichè credo sia giusto lasciare che scopriate da soli
tutto ciò che c’è da scoprire, non mi resta che augurarvi...buona lettura!
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