L’immagine che tutti noi abbiamo della Firenze
dell’epoca di Lorenzo il Magnifico è quella di una città ricca e caratterizzata da un grande fermento culturale.
Pierre Antonetti in questo libro che potete trovare in
libreria edito da BUR oppure in edicola come seconda uscita della collana
“Biblioteca della storia. Vite quotidiane” del Corriere della Sera, si pone
l’intento di ricostruire nella maniera più autentica possibile quella realtà piena di contrasti che
caratterizzò la Città del Giglio in quegli anni.
Sulla figura di Lorenzo il Magnifico la storiografia
ha fatto talvolta emergere delle ombre: Pierre Antonetti cerca, attraverso
l’analisi degli aspetti quotidiani della Firenze del tempo, di fare luce anche sulla personalità e sull’opera
di questo illuminato “sovrano” divenuto leggenda nell’immaginario collettivo.
Ogni aspetto della vita quotidiana della Firenze del
Quattrocento viene inserito all’interno di un quadro più ampio e soprattutto quando si tratta di argomenti che riguardano la politica e l’economia questi
vengono affrontati facendo le giuste premesse, rifacendosi cioè alla storia dei secoli precedenti e all’eredità anche
culturale lasciata dai predecessori a Lorenzo. Egli sotto moltissimi
aspetti fu l’esponente di maggior spicco della sua famiglia, ma ci furono campi
in cui altri brillarono maggiormente ed è il caso del banco dei Medici il cui
apice era stato raggiunto sotto la guida di Cosimo il Vecchio.
Molti i temi trattati: la città e le famiglie che si contendevano il potere, l’edilizia, la vita politica e la trasformazione
degli organi istituzionali, la
società e le differenze di classe, il
mondo del lavoro e i salari, la schiavitù, la banca e le valute e, infine, un ampio sguardo sul mondo della cultura, delle feste e dei giochi.
Si fa riferimento agli scritti del Magnifico mettendo in evidenza che, per quanto essi fossero
di pregevole qualità, il giudizio su di questi nel corso dei secoli sia stato
influenzato con ogni probabilità dalla grandezza dell’uomo di Stato che egli
indubbiamente fu.
Ampio spazio è poi dato agli artisti e alle loro botteghe, puntualizzando che la figura dell’artista libero di esprimere
la propria arte, di scegliere i temi e lo stile era ben lungi da quello che
intendiamo noi oggi. L’artista di quei tempi era pur sempre una specie di artigiano e, per quanto talvolta
amico del committente, come ne caso di Donatello e Cosimo de’ Medici, non
avrebbe mai potuto aspirare a quel rango di cittadino influente che gli avrebbe
permesso di dedicarsi alla direzione
degli affari pubblici.
Anche le appendici
del libro trattano temi e approfondimenti di notevole interesse che
integrano quanto già esposto nelle precedenti pagine; tra gli argomenti più rilevanti:
l’antisemitismo, la prostituzione e
l’omosessualità.
L’esposizione molto discorsiva rende la lettura veramente
piacevole, inoltre il testo è molto ben documentato come si evince dalle note a
piè di pagina e dall’ampia bibliografia
riportata al termine del volume.
Un libro interessante,
di qualità e mai ripetitivo o noioso. Una lettura assolutamente consigliata
per conoscere più a fondo questo affascinante periodo storico.
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