sabato 31 luglio 2021

“La profezia delle pagine perdute” di Marcello Simoni

Il mercante Ignazio da Toledo è morto, o almeno così pensano tutti, dopo aver sottratto all’astrologus personale dell’Imperatore Federico II di Svevia Il Merlino, una raccolta di profezie attribuite al leggendario personaggio.

Michele Scoto, magister della Corte di Sicilia, vuole recuperare il manoscritto che gli è stato rubato e per farlo è disposto a tutto. L’unico in grado di potergli garantire un valido aiuto è però il figlio del mercante, Uberto Alvarez. Così, pur di assicurarsi la sua collaborazione, non esita a farne rapire la moglie e la figlia.

In realtà Moira e la piccola Sancha sono all’oscuro di quel che sta accadendo intorno a loro anche perché vengono trattate da Michele Scoto più come due gradite ospiti che come due prigioniere.

Uberto, nel frattempo, si rende conto che non solo lo Scoto è interessato a quel libro. Sulle tracce del prezioso manoscritto ci sono infatti in gioco numerose forze ben più pericolose del magister tra cui la terribile Saint-Vehme ossia il tribunale segreto, la loggia dei sicari che nascondono i loro volti dietro a delle maschere.

A questo punto è evidente che la protezione che Michele Scoto è in grado di offrire alla famiglia di Uberto è ormai di vitale importanza.

“La profezia delle pagine perdute” è il quinto libro della saga dedicata alla figura di Ignazio da Toledo nata dalla penna di Marcello Simoni.

Non esistono difficoltà oggettive nel leggere questo romanzo senza aver letto i precedenti volumi, ma credo che leggerli in ordine cronologico renderebbe senza dubbio più agevole la comprensione della storia nel suo insieme.

Infatti, se è vero che non ci sono problemi a seguire lo svolgersi della trama, resta un po’ più difficile mettere a fuoco i rapporti che legano tra loro i vari personaggi.

Un esempio su tutti è il rapporto tra il padre Ignazio e il figlio Uberto. Leggendo il racconto si percepisce che nel passato tra i due ci sono state divergenze e incomprensioni, ma non si hanno sufficienti elementi per comprenderne né la ragione né l’entità.

I personaggi sono molto numerosi e ben cateterizzati, ma tra loro affiorano spesso figure del passato per le quali vale lo stesso discorso di cui sopra.

La trama corre su due binari paralleli: da una parte abbiamo la storia di Uberto e della ricerca del manoscritto, dall’altra quella di Ignazio che, lungi dall’essere veramente morto, in compagnia del pirata Antar che lo ha fatto prigioniero rincorre il sogno di ritrovare l’Arca dell’Alleanza trafugata dalla Regina di Saba a Re Salomone.

Il personaggio che mi ha affascinata di più è senza dubbio quello di Michele Scoto. Una figura misteriosa capace di incutere rispetto e timore, ma che nasconde allo stesso tempo anche quel lato umano che non ti aspetteresti. Senza dubbio un personaggio presente anche nei romanzi precedenti e del quale mi sarebbe piaciuto poter avere qualche riferimento in più soprattutto riguardo ai suoi legami con il mondo della negromanzia e dei culti druidici.

Il romanzo di Marcello Simoni è un giallo molto ben costruito, ricco di colpi di scena; la scrittura scorrevole rende la lettura molto piacevole.

Esiste un finale anche se piuttosto aperto per cui non ci resta che attendere la prossima uscita e magari nel frattempo sfruttare il tempo per recuperare i quattro volumi precedenti.




2 commenti:

  1. Marcello Simoni!

    Anni fa, quando il suo nome scoppiò nel mercato editoriale, mi decisi a leggere un suo libro breve, I sotterranei della cattedrale. Ricordo che, più che altro, ero incuriosita dall'autore perché è laureato in Storia, come me.

    Era da tempo che avevo perso le sue tracce. Non avevo idea che stesse scrivendo una serie.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io non lo conoscevo.
      Mi piace come scrive, ma lo sai che sono un po' allergica alle serie.
      Ho letto questo su suggerimento della casa editrice, ma non sapevo ne avesse scritto altri e che questo fosse già il quinto!
      La storia è bella, ma sono tanti volumi.

      Elimina