SIGISMONDO E ISOTTA
di Maria Cristina Maselli
PIEMME
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Romanzo d’esordio di Maria Cristina Maselli, “Sigismondo e Isotta” racconta la storia d’amore tra il signore di Rimini, Sigismondo Pandolfo
Malatesta, e Isotta degli Atti, la figlia di un
piccolo nobile della zona.
Nel 1437 Isotta, all’epoca una bimba
di appena cinque anni, incrocia per la prima volta la strada del ventenne
Sigismondo; dovranno passare però altri sette anni prima che la giovane abbia la
possibilità di incontrarlo nuovamente.
Francesco degli Atti, agiato
cambiavalute e mercante di lane, è divenuto nel frattempo consulente economico
del signore di Rimini e, proprio grazie alla carica paterna, Isotta ha la
possibilità di frequentare finalmente il suo principe.
Poiché Sigismondo è sposato con Polissena
Sforza, sua seconda moglie, e Isotta è stata cresciuta per diventare una devota
sposa e non certamente un’amante, non sarà per nulla facile per i due
innamorati poter coronare il loro sogno d’amore.
Sigismondo Pandolfo Malatesta è un
uomo testardo e di rara intelligenza, mentre Isotta una donna costante ed
innamorata, così, a dispetto di avversità, insidie ed incertezze, alla
morte di Polissena, nonostante la ragion di Stato sembri volere un’altra donna
di nobile lignaggio accanto al signore di Rimini, l’amore trionfa.
Senza curarsi di insidie, intrighi,
avidità e inganni dopo qualche anno, infatti, Sigismondo sceglie di fare di
Isotta degli Atti la sua nuova consorte.
Il romanzo di Maria Cristina Maselli racconta la storia di un amore la cui
leggenda ha attraversato i secoli, un
amore che ancora possiamo vedere celebrato nel Tempio Malatestiano di Rimini, dove
riposano le spoglie mortali dei protagonisti della vicenda.
Il Tempio Malatestiano è il luogo dove, secondo il desiderio di chi l’ha
pensato e voluto, l’amore di Sigismondo
e Isotta appare in tutta la sua forza in quelle due lettere intrecciate S ed I,
lettere che sono sì le iniziali di Sigismondo, ma sono soprattutto le iniziali del signore di Rimini e
dell’amore della sua vita Isotta.
Isotta degli Atti, la donna per la quale, ancora prima che divenisse sua
moglie, Sigismondo aveva fatto erigere un
monumento funebre degno di una principessa, dimostrando anche nella vita
affettiva lo stesso coraggio che era solito dimostrare sui campi di battaglia.
“Sigismondo e Isotta” è un vero romanzo d’amore, ma non per questo dovete aspettarvi
una storia melensa e sdolcinata, perché Sigismondo
Pandolfo Malatesta, per quanto uomo appassionato e innamorato, aveva comunque
un carattere forte e indomito e difficilmente si lasciava piegare.
Era ben conscio del fatto che l’amore è istinto e passione, ma era altresì
ben consapevole del fatto che non gli era concesso di governare in preda a
questi sentimenti, il bene della corte infatti doveva essere sempre garantito.
Da parte sua la bella Isotta degli
Atti era una donna combattiva seppur a volte anch’essa avesse bisogno di
conforto e fosse soggetta a colpi di testa; nonostante l’amore profondo che
la legava al suo signore era talvolta
colta dal dubbio, dall’ansia, dalla paura.
Tempus
loquendi, tempus tacendi, era il suo motto, ma non sempre era facile
per lei riuscire a dominare l’orgoglio, rimanendo in silenzio senza reclamare
nulla.
Ovviamente la fantasia dell’autrice,
come per sua stessa ammissione, ha dovuto sopperire ad alcune lacune storiche,
ma le licenze letterarie che la Maselli si è concessa sono più che giustificate
visto il risultato.
Il romanzo scorre veloce, appassiona
e coinvolge il lettore portandolo sui campi di battaglia e rendendolo partecipe
degli intrighi di corte e delle schermaglie amorose.
Ho apprezzato inoltre l’idea di apporre in
corsivo parole tratte da lettere, citazioni, frasi e versi originali
principalmente d’epoca malatestiana o di autori più o meno recenti.
In particolare, in coda ad alcuni capitoli vengono citati il Liber
Isottaeus, un canzoniere amoroso commissionato in prima persona dallo
stesso Sigismondo, e il De amore Iovis in Isottam liber di
Porcellio Pandoni.
Non sono solo le vicende dei due protagonisti principali ad emozionare il
lettore, ma anche la descrizione dei
luoghi, degli eventi, degli artisti dell’epoca, senza dimenticare i
personaggi solo all’apparenza secondari, ma in realtà fondamentali come il subdolo e vendicativo consigliere Abio,
la ferma e fedele Dorotea, il coraggioso e leale Galeotto, solo per citarne
alcuni.
Il libro di Maria Cristina Maselli ci regala uno splendido affresco dell’epoca attraverso un’attenta, seppur
romanzata, ricostruzione storica del Quattrocento, un periodo feroce e
bizzarro, un’epoca che passerà alla
storia per la sua mutevolezza, un mondo dominato da lupi ai quali l’abile
condottiero Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini, era ben conscio
di appartenere.
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