ACQUANERA
di Valentina
D’Urbano
LONGANESI
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"Dieci anni senza
mai tornare.
Quando arrivo è quasi mattina e piove, una pioggia di traverso, gelida, che ti taglia la faccia.
A Roccachiara è sempre così. Fa freddo e piove, oppure l’umidità è talmente densa che fa lo stesso, è come se piovesse.
Mi incammino per la via principale del paese e tutto è uguale a come mi ricordavo, sembra una fotografia, non cambia mai. Le case costruite una addosso all’altra, le inferriate dei negozi ancora chiusi, le stesse insegne di trent’anni fa. Le strade strette e desolate, i vicoli con le fioriere appese accanto alle porte.
Non c’è nessuno, solo la pioggia.
Tutto il resto è il silenzio.
Dicono che tutto questo silenzio provenga dal lago. Si solleva come nebbia, si spande per il paese, soffoca tutti i rumori."
Quando arrivo è quasi mattina e piove, una pioggia di traverso, gelida, che ti taglia la faccia.
A Roccachiara è sempre così. Fa freddo e piove, oppure l’umidità è talmente densa che fa lo stesso, è come se piovesse.
Mi incammino per la via principale del paese e tutto è uguale a come mi ricordavo, sembra una fotografia, non cambia mai. Le case costruite una addosso all’altra, le inferriate dei negozi ancora chiusi, le stesse insegne di trent’anni fa. Le strade strette e desolate, i vicoli con le fioriere appese accanto alle porte.
Non c’è nessuno, solo la pioggia.
Tutto il resto è il silenzio.
Dicono che tutto questo silenzio provenga dal lago. Si solleva come nebbia, si spande per il paese, soffoca tutti i rumori."
Inizia così “Acquanera” il
secondo romanzo di Valentina D’Urbano pubblicato nel 2013 da Longanesi ad un
solo anno dall’uscita del suo libro d’esordio “Il rumore dei tuoi passi”.
“Acquanera” è la storia di tre donne: Elsa (la nonna), Onda (la madre) e Fortuna (la figlia).
Tre generazioni di donne
straordinarie e dotate di particolari capacità, legate tra loro non solo da
vincoli di parentela ma anche da segreti inconfessati.
Il romanzo si apre con il ritorno in paese dopo dieci anni di assenza
di Fortuna.
Roccachiara è un luogo totalmente
nato dalla fantasia dell’autrice, un paese chiuso tra la montagna alle sue
spalle ed il lago più in basso, uno specchio d’acqua scura e minacciosa circondato
da fitti boschi. Unica indicazione geografica è la vicinanza con il confine
austriaco.
A richiamare al paese natio Fortuna è il ritrovamento dei resti di una
donna, molto probabilmente quello che resta del corpo della sua amica Luce,
scomparsa proprio dieci anni prima.
Il passato si riaffaccia
prepotentemente nella vita di Fortuna che, nonostante abbia provato nel corso
degli ultimi anni a lasciarsi tutto alle spalle, deve inevitabilmente
affrontarlo facendo i conti con ricordi e sentimenti sepolti ma mai
completamente sopiti.
“Acquanera” è una storia affascinante e inquietante. Un romanzo
misterioso come misteriose sono le sue protagoniste.
Pur trattandosi
di una storia “fantastica”, il cui filo conduttore è il paranormale: Elsa avverte la presenza degli spiriti dei trapassati,
Onda è una medium che dialoga con loro e la stessa Fortuna non è del tutto
priva di doti particolari delle quali non voglio anticiparvi nulla…nonostante gli eventi fuori dal comune
narrati nel romanzo, i personaggi riescono ad essere dolorosamente reali.
Elsa è una donna forte, custode di una
sapienza antica, una madre spaventata dalla propria figlia ma allo stesso tempo
una nonna preoccupata e amorevole.
Onda, costretta da Elsa a portare a
termine la gravidanza, non riuscirà mai ad amare la figlia. E’ assolutamente priva
di istinto materno, è una donna che rifiuta totalmente la maternità. La sua è
una personalità selvaggia, asociale e difficile.
Fortuna da bambina cerca in ogni modo
di essere accettata e amata da Onda ma crescendo prende coscienza
dell’impossibilità che il suo desiderio si possa avverare. E’ una ragazzina
emarginata e sola fino a quando incontrerà Maria
Luce, la sua amica “per sempre”, la figlia del becchino del paese, una
bambina abituata a vivere nell’ombra. Luce come Fortuna è discriminata e
rifiutata dalla società. Tutti hanno paura di lei e una volta cresciuta, pur diventando
una bellissima ragazza, in paese continueranno a temerla e ad evitarla.
La storia mi ha ricordato a tratti un
celebre film del 1999 con Bruce Willis intitolato “Il sesto senso” dove il
bambino protagonista è continuamente circondato da anime vaganti che vogliono
comunicare con lui. La scena in cui Cole Sear dice al Dr. Malcolm Crowe “vedo la
gente morta” mi è tornata subito in mente quando Onda viene
condotta dallo spirito del nonno Angelo sulle sponde del lago.
Un’altra
immagine poi mi ha riportata al mondo del cinema: il momento in cui Fortuna vede
per la prima volta Luce, l’apparizione
della bambina “fantasma” bianca e grigia
e nera che siede a gambe incrociate su una tomba sembra proprio uscita da un film
di Tim Burton.
Attraverso una
prosa asciutta e scorrevole, Valentina
D’Urbano riesce ad incatenare il lettore alle pagine rendendogli quasi impossibile
interromperne la lettura. Al lettore attento inoltre non possono sfuggire tutti
gli indizi che la D ’Urbano
sapientemente inserisce all’interno della storia e che anticipano i colpi di
scena finali.
“Acquanera” è un romanzo affascinante
e avvincente, una lettura che vi coinvolgerà emotivamente dalla prima all’ultima
pagina.
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