Brevi monologhi in una sala
da ballo di fine Ottocento
di Alessandra
Paoloni
formato
Kindle
|
Nonostante il titolo imponente che farebbe pensare ad un
tomo particolarmente sostanzioso, “Brevi monologhi in una sala da ballo di fine
Ottocento” è in realtà un libretto di pochissime pagine, circa un centinaio.
Chi mi conosce sa che non amo particolarmente il formato
e-book. Questa volta però mi sono lasciata tentare dal titolo davvero
intrigante del libro d’esordio dell’autrice e, con mia grande sorpresa, mi
sono ritrovata a leggere un’operetta in versi davvero interessante.
Alessandra Paoloni, come lei stessa racconta nella nota
introduttiva, ha tratto ispirazione per questo libro dalla lettura de
“L’antologia di Spoon River” una raccolta di poesie, opera di Edgar Lee Masters,
pubblicate tra 1914 ed il 1915.
Scritte sotto forma di epitaffio le poesie del poeta
americano raccontano la vita di alcune persone sepolte nel cimitero di un
piccolo paesino immaginario della provincia americana.
Inutile dire che ora sono davvero curiosa di leggere anche
il libro di Edgar Lee Masters che ho già provveduto prontamente ad inserire
nella lista dei prossimi acquisti.
In “Brevi monologhi in una sala da ballo di fine
Ottocento” sono gli stessi invitati al ballo a dialogare con il proprio io.
In sostanza ogni poesia consiste in una serie di brevi considerazioni tra sé e
sé da parte dei diversi protagonisti della storia che, terminato il proprio
monologo, introducono il personaggio successivo.
Sfilano dinnanzi a noi uomini e donne di ogni età, un vero
e proprio corteo di vizi e virtù dell’essere umano: facciamo conoscenza con giovani prossime al matrimonio, mogli, figlie, fidanzate
e amanti…incontriamo artisti, poeti, uomini anziani con giovani mogli al
seguito, dandy…
Ogni inviato porta infatti sulla scena ansie, paure,
desideri inconfessati, sentimenti non corrisposti, voglia di libertà ed
evasione…
In poche pagine Alessandra Paoloni riesce a regalarci un
quadro dettagliato di un mondo dove l’ipocrisia e il perbenismo regnano
sovrani. Ascoltando i pensieri di ogni personaggio riusciamo a cogliere
perfettamente l’estenuante lotta tra la
voglia di essere e l’importanza di apparire, un conflitto che ha
interessato l’uomo in ogni epoca e che ancora oggi è di estrema attualità.
Tutti indossano una
maschera per sottrarre il proprio vero io agli sguardi indiscreti ed indagatori
degli altri, ma nessuno però può sottrarsi dal giudicare e ancor meno
dall’essere giudicato dal prossimo.
La scrittura di Alessandra Paoloni è elegante, scorrevole
ed essenziale. Ogni parola è pensata e perfetta. I suoi versi sono degni dei
più famosi poeti dell’Ottocento e ad essere sinceri, il lettore potrebbe
essere facilmente ingannato sulla datazione dell’opera se non fosse già a
conoscenza del fatto che Alessandra Paoloni è un’autrice contemporanea.
“Brevi monologhi in una sala da ballo di fine Ottocento” può
essere definito tranquillamente una piccola perla. Assolutamente da leggere.
Nessun commento:
Posta un commento