Natale è arrivato! Tanti auguri a
tutti voi ed alle vostre famiglie! Che possa essere un giorno pieno di gioia e che porti armonia e pace nelle vostre vite e in quelle dei vostri cari…
Ho pensato che il modo migliore
per farvi gli auguri fosse quello di ricordare insieme i famosi “Libri del
Natale” (The Christmas Books) scritti da Charles Dickens tra il 1843 ed il
1848:
“Un canto di Natale” (The
Christmas Carol)
“Le campane” (The chimes)
“Il patto con il fantasma” (The haunted
man)
“La battaglia della vita” (The
battle for life)
“Il grillo del focolare” (The cricket on the hearth)
Nelle
pagine di questi brevi racconti, così suggestivi e talvolta surreali, Dickens
ci racconta il Natale e la sua magia. In queste pagine scritte per un pubblico
adulto così come per i più piccoli, lo scrittore ci invita a cercare la
semplicità delle cose, suscitando in noi sentimenti di tolleranza verso il
prossimo e facendoci volgere lo sguardo verso i più bisognosi, verso coloro che
sono stati meno fortunati di noi. Dickens sa ricreare perfettamente l’atmosfera
natalizia, quell’atmosfera di pace e serenità che si può ritrovare solo davanti
al focolare domestico e nelle piccole ed umili azioni quotidiane.
Augurandovi ancora un sereno e
lieto Natale, vi saluto con l’incipit di “Un canto di Natale”, forse il più famoso
dei cinque racconti grazie anche alle sue numerose trasposizioni cinematografiche.
Marley era morto.
Tanto per cominciare. Su questo non c’è alcun dubbio. Il certificato delle
esequie era stato firmato dal pastore, dal segretario della parrocchia, dal
becchino e da un parente. L’aveva firmato Scrooge. E in Borsa il nome Scrooge
godeva gran credito, qualsiasi cosa decidesse di fare.
Il vecchi Marley era morto come un chiodo piantato in una porta.
Attenzione! Non intendo dire di sapere, per conoscenza personale, che cosa mai ci sia di particolarmente morto in un chiodo piantato in una porta. Per quanto mi riguarda, sarei stato propenso a credere che sia un chiodo piantato in una bara l’articolo di ferramenta più morto sul mercato. Ma la saggezza dei nostri antenati sta nella similitudine e le mie mani profane non debbono turbarla, o sarebbe la rovina del paese. Mi permetterete, dunque, di ripetere con enfasi che Merley era morto come un chiodo piantato in una porta.
Il vecchi Marley era morto come un chiodo piantato in una porta.
Attenzione! Non intendo dire di sapere, per conoscenza personale, che cosa mai ci sia di particolarmente morto in un chiodo piantato in una porta. Per quanto mi riguarda, sarei stato propenso a credere che sia un chiodo piantato in una bara l’articolo di ferramenta più morto sul mercato. Ma la saggezza dei nostri antenati sta nella similitudine e le mie mani profane non debbono turbarla, o sarebbe la rovina del paese. Mi permetterete, dunque, di ripetere con enfasi che Merley era morto come un chiodo piantato in una porta.
Adoro Un canto di Natale!!!
RispondiEliminaAugurissimi cara Elisa!!! :)
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Laura
Tanti cari Auguri a te e alla tua famiglia...
RispondiEliminaAdoro Dickens...
Me lo ricordo bene l'incipit...:-)
RispondiEliminaBuon 2013!! ^^
Grazie mille!! Tanti auguroni anche a te!
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