domenica 29 marzo 2020

“Il giardino dell’arte” di Claudio Strinati


IL GIARDINO DELL’ARTE
di Claudio Strinati
SALANI
David, il protagonista del romanzo, si sta per laureare in Storia dell’arte all’Università di Halifax in Canada.
Affascinato dalle bellezze del nostro paese, riceve in regalo dalla nonna un viaggio in Italia per poter ammirare parte dei tesori che sono stati per anni oggetto dei suoi studi.

In questo Grand Tour sarà affiancato, seppur virtualmente, dal suo professore che lo seguirà passo passo tramite un continuo scambio di mail e tramite le lezioni che il giovane prima di partire ha caricato sul suo iPod.

Il nostro paese più di ogni altro al mondo è in grado di offrire bellezze artistiche e David purtroppo dovrà fare i conti fin da subito con l’amara sorpresa che i giorni a sua disposizione sono troppo pochi per poter visitare l’Italia come avrebbe desiderato.

Firenze, Roma, Venezia, Napoli sono le mete più ambite e conosciute dai turisti, esse racchiudono un inestimabile patrimonio artistico, ma come si può passare sotto silenzio le ricchezze di altre affascinanti città come Cremona, Udine, Orvieto solo per citarne alcune? 

Durante il suo viaggio David conoscerà molte persone, farà esperienze importanti per la sua futura carriera universitaria, incontrerà forse anche l’amore, ma soprattutto imparerà a conoscere se stesso.

“Il Giardino dell’arte” è un romanzo di formazione oltre che un emozionante viaggio attraverso le meraviglie d’Italia che ci farà guardare con occhi diversi le bellezze del nostro paese.

Leggendo questo romanzo mi è tornato in mente un altro libro piuttosto simile come tipologia che trattava però di tutt’altra materia, per la precisione di filosofia, libro che tutti voi consocerete intitolato “Il mondo di Sofia” di Jostein Gaarder.

“Il giardino dell’arte” non è un libro che si possa definire di facile lettura e vi confesso che ha messo a dura prova la mia resistenza perché alcune digressioni sono davvero ardue da affrontare, però vi assicuro che gli sforzi sono stati ben ripagati.

La narrazione risulta piuttosto frammentaria e non è facile prendere subito dimestichezza con i vari registri narrativi, ma una volta che ci si riesce a sintonizzare sul ritmo del racconto, si riesce anche ad apprezzare appieno non solo la spiegazione delle opera d’arte, ma anche i dialoghi tra i vari personaggi, dialoghi spesso divertenti e scanzonati.

Il protagonista, devo confessarvi, non mi ha ispirato molta simpatia, ma non fraintendetemi, credo sia una figura davvero ben riuscita; David è un personaggio vero e ben caratterizzato.
Quando leggiamo di questo giovane e bel ragazzo straniero e delle sue peripezie in giro per l’Italia, degli imprevisti che deve affrontare, delle sue paure e delle sue ansie ci sembra di vederlo proprio lì davanti ai nostri occhi.
Il mio riserbo nei suoi confronti, proprio perché l’ho letto e riconosciuto come un personaggio così vivo e reale, è senza dubbio dovuto al mio essere vagamente prevenuta nei confronti del turista un po’ presuntuoso d’oltreoceano che giunge in Italia ad ammirare le nostre bellezze.

La figura del professore, invece, mi ha ispirato fin da subito molta simpatia così come la nonna italiana di David della quale facciamo la conoscenza solo attraverso i racconti di David stesso e dei suoi parenti a Venezia.

Un consiglio per chi volesse affrontare la lettura di questo tomo, ebbene sì il libro consta di ben 700 pagine, munitevi di un tablet o tenete a portata di mano lo smartphone poiché a tratti diventa impossibile seguire l’esposizione, perché di lezioni si tratta, senza un pronto riscontro delle opere di cui l’autore ci parla.

Pagina dopo pagina vedrete che sarà oltremodo emozionante scoprire quanti degli artisti di cui ci viene raccontata la storia o di cui ci vengono illustrate le opere, sono in realtà già parte di noi, nascosti tra i nostri ricordi, mentre noi pensavamo di averli scordati completamente.

“Il giardino dell’arte” ci insegna a riscoprire il piacere dello studio e dell’approfondimento; troppo spesso infatti facciamo l’errore di andare in giro cercando di vedere il più possibile, mossi senza dubbio dalle migliori intenzioni, ma finiamo per fare indigestione di opere d’arte senza in realtà guardarle davvero.

Claudio Strinati con questo libro prova a riportarci sulla retta via, ricordandoci l’importanza del guardare, azione che sembra che noi abbiamo ormai dimenticato, noi vediamo le cose ma non le guardiamo e questo errore spesso lo facciamo anche quando ci avviciniamo alle opere d’arte.

Ci soffermiamo a vederle, le giudichiamo belle o brutte, secondo il nostro gusto estetico o rifacendoci a quanto leggiamo o percepiamo dall’ambiente che ci circonda, ma senza guardarle con attenzione, senza indagarle a fondo, senza pensare al periodo in cui l’artista è vissuto, senza confrontarle con altre opere coeve o meno.

Spesso subiamo l’arte, ci meravigliamo sì di fronte ad essa, ma non la indaghiamo, non la viviamo come dovremmo, non la facciamo veramente nostra.

Come avrete notato non ho fatto alcun nome di artista riportato nel libro, è stata una scelta voluta perché ritengo sia giusto che scopriate da soli i loro nomi leggendo il romanzo.
Vi posso però anticipare che accanto ai nomi più famosi ne troverete molti che non vi sareste mai aspettati di incontrare tra queste pagine e, perché no, vi stupire anche della mancanza di altri di cui non è stata fatta menzione.

Se dovessi descrivere questo libro con tre aggettivi? Direi stimolante, prezioso ed emozionante. 

A questo punto, non mi resta che augurarvi buon viaggio tra le meraviglie della nostra splendida Italia.





domenica 15 marzo 2020

“Lo straniero venuto dal mare” di Winston Graham


LO STRANIERO VENUTO DAL MARE
di Winston Graham
SONZOGNO
Siamo nel 1810 e sono trascorsi ormai dieci anni dagli eventi narrati nella Furia della marea laddove si era interrotto anche il racconto della serie televisiva.

Demelza attende a Nampara il ritorno di Ross impiegato in Portogallo per conto del governo presso l’armata di Wellington.

Il rapporto tra Ross e Demelza è ormai un rapporto consolidato e sereno così come quello tra il dottor Enys e la sua bella moglie Caroline.

Sono ora le nuove generazioni che iniziano ad imporsi sulla scena.

I figli di Ross e Demelza sono ormai cresciuti, Isabella-Rose ha appena dieci anni, ma Jeremy ne ha ormai diciannove anni e Clowance sedici.

George Warleggan, vedono da undici, sembra deciso a risposarsi e per questo inizia a corteggiare un’elegante lady.
Deve però fare i conti con i comportamenti piuttosto dissoluti del suo primogenito Valentine e con alcune avventate scelte finanziarie che metteranno a rischio il suo patrimonio.

Anche i fratelli di Demelza conducono ormai una vita serena: Drake e Morwenna hanno coronato la loro storia d’amore e hanno avuto una figlia, mentre Sam è felicemente sposato con Rosina.

Un giorno Jeremy trae in salvo dal naufragio di una nave un marinaio, il suo nome è Stephen Carrington.

L’uomo è un tipo gioviale, allegro e passionale; Jeremy e Clowance restano entrambi affascinati dalla nuova conoscenza, ognuno ovviamente a modo suo.

Jeremy vede infatti incarnato in Stephen lo spirito di avventura e Clowance invece se ne innamora fin da subito.

Clowance che, a dire il vero, vanta un nutrito numero di ammiratori tra i quali spicca persino un lord, non è una ragazza frivola e senza senno per cui, seppur scossa e spaventata dai sentimenti che sente di provare per Stephen, non si lascia assolutamente travolgere dalla passione.

Come avrete capito anche questo nuovo capitolo della saga di Poldark non delude il lettore.
La scrittura è scorrevole, piacevole ed il romanzo si legge tutto d’un fiato.

I personaggi sono intriganti ed affascinanti; le vicende come sempre appassionanti ed emozionanti.

I protagonisti che si affacciano sulla scena per la prima volta riescono a coinvolgere il lettore con le loro storie fin dalle prime pagine.

Come sempre quello che colpisce di più è la grande capacità di Winston Graham di saper raccontare nuove storie senza mai perdere continuità con le precedenti.

La fluidità del racconto è assoluta; le nuove storie si inseriscono perfettamente in quelle raccontare precedentemente; i vecchi personaggi interagiscono con i nuovi restando sempre fedeli a se stessi, senza che il racconto evidenzi mai un minimo scollamento.

Ne è un esempio il modo in cui l’autore ci racconta il conflitto tra il vecchio e il nuovo che avanza.
Jeremy è entusiasta delle nuove tecnologie, egli vede tutte le meravigliose potenzialità che un uso più ampio del vapore potrebbe apportare alla società e cerca di persuadere di questo suo padre. 
Ross all'inizio è piuttosto scettico e fatica a lasciarsi convincere, ma poi cede dinnanzi alle competenze di quel figlio che gli ha anche dimostrato di essere ormai diventato un uomo.

Lo straniero venuto dal mare inaugura la seconda parte della saga di Poldark e lo fa, non solo attraverso il racconto delle vicende della nuova generazione della famiglia, ma anche attraverso il racconto di un epoca e delle sue conquiste. 

Protagonista del romanzo, però, non è esclusivamente la nuova scienza tecnologica, ma, come per i precedenti volumi, i veri protagonisti della storia sono i sentimenti e gli amori che siano questi appena nati, contrastati o impossibili.

Protagoniste del libro sono le pene d’amore di Jeremy per Cuby, ma anche i sentimenti dei pretendenti di Clowance.
Ci dispiace per Ben Carter che sembra avere ben poche speranze, nutriamo forti dubbi nei confronti di Stephen che sembra nascondere un qualche segreto, ma soprattutto facciamo il tifo per Lord Edward che sembra un personaggio uscito dalle pagine di un romanzo di Jane Austen. Come si potrebbe non fare il tifo per lui?

Per sapere come andrà a finire, però, non ci resta che aspettare l’uscita del prossimo libro sperando davvero di non dover attendere troppo a lungo.



Qui potete trovare gli altri post relativi alla saga di Poldark


domenica 1 marzo 2020

“La congiura” di Franco Cardini e Barbara Frale


LA CONGIURA
Potere e vendetta nella Firenze dei Medici
di Franco Cardini e Barbara Frale
LATERZA
La famiglia Medici è considerata oggi un’indiscussa protagonista di centrale importanza per il Rinascimento italiano.

La storia dei Medici occupa quasi tre secoli e mezzo di storia, ma possiamo affermare che il periodo che va dal 1434, anno in cui Cosimo Pater Patrie prende in mano le redini della famiglia, al 1492, anno della morte di Lorenzo de’ Medici, conosciuto anche come Lorenzo il Magnifico, sono gli anni più interessanti dal punto di vista sia storico che artistico.

Il quarantennio che corre tra il 1454 e il 1494 è definito, su indicazione di Francesco Guicciardini, l’età dell’equilibrio.
In realtà questo lungo periodo corrisponde a una fase piuttosto instabile della situazione della penisola italiana.

La storia della famiglia Medici fu una successione ininterrotta di congiure e complotti, ma la congiura per eccellenza, il momento cruciale che doveva mettere fine al dominio mediceo una volta per tutte, fu senza dubbio quella del 1478, conosciuta come la congiura dei Pazzi.
  
Il saggio di Franco Cardini e Barbara Frale ci racconta non solo l’evento in sé, ma ne analizza ogni sua possibile conseguenza, non tralasciando nessuna ipotesi e raccontando la storia dall’inizio, partendo proprio da quegli eventi, anche quelli all’apparenza più insignificanti, che provocarono pian piano il gonfiarsi della tempesta.

La figura di Lorenzo de’ Medici viene analizzata in ogni suo aspetto.

Particolarmente interessante è l’indagine che gli autori compiono per cogliere quei cambiamenti del suo carattere e del suo modo di agire che inevitabilmente avvennero a seguito degli accadimenti occorsi quando il Magnifico era all’apogeo della sua fortuna.

Lorenzo de’ Medici aveva un temperamento cerebrale, era dotato di una mentalità pragmatica, sicuro e caparbio, era senza dubbio più ambizioso dei suoi predecessori.

Il giorno 26 aprile 1478 è lo spartiacque della storia: mentre il fratello, Giuliano de’ Medici, viene assassinato barbaramente, a Lorenzo il destino riserva una sorte diversa, egli esce quasi indenne dall’agguato, riportando solo ferite superficiali.

Lorenzo medita la sua vendetta, è un uomo del Quattrocento e come nel Medioevo vige ancora la legge della Bibbia, “occhio per occhio e dente per dente”, Lorenzo vuole e deve difendere il suo onore.
Non sarà facile, saranno tempi dura per la famiglia Medici, ma Lorenzo nonostante gli  errori commessi, a volte inevitabili altre volte meno, saprà uscire vittorioso da quella guerra che la congiura ha finito per innescare, la cosiddetta “guerra dei Pazzi”, anche se il prezzo che dovrà pagare sarà molto elevato, non solo in termini economici.

Cupo, sospettoso, chiuso in se stesso, il Lorenzo degli anni dopo la congiura è un uomo completamente diverso dal Lorenzo che si era affacciato sulla scena politica prima del 26 aprile 1478.

I nemici si sono coalizzati contro di lui, non ha più una vita propria, la sua quotidianità è avvolta nell’oscurità e teme costantemente per la propria sicurezza e per quella della sua famiglia.

Partendo proprio dal cambiamento avvenuto in Lorenzo de’ Medici gli autori si dicono propensi a credere che la famosa Canzona di Bacco, che egli scrisse nel 1490, non sia da interpretare come un inno di gioia alla vita e alla gioventù, come i più sono soliti interpretarla, bensì piuttosto come una presa di coscienza da parte del Magnifico di una mesta e consapevole memoria di tutti gli errori e i mali commessi.

Personalmente, sin dai tempi della scuola, ho sempre avvertito una certa malinconia, mai allegria, leggendo queste strofe, quindi mi trovo pienamente d’accordo con questa possibile interpretazione.

Tra i numerosi scritti sulla storia dei Medici in generale e su Lorenzo de’ Medici in particolare, “La congiura. Potere e vendetta nella Firenze dei Medici” si impone come un saggio che sa regalare molti spunti al lettore per approfondire gli argomenti trattati.
Non va tralasciato, infatti, di sottolineare anche che il volume è corredato di numerose e interessanti note, suddivise per capitolo, dalle quali si può ricavare una ricca bibliografia.

Un libro scorrevole e dalla scrittura elegante, un saggio dettagliato e ricco di contenuti.

Un volume indispensabile nella libreria di tutti gli appassioni di storia medicea e non solo.





sabato 29 febbraio 2020

“La trilogia delle anime” di Deborah Harkness


 Tutto ebbe inizio con l'assenza e il desiderio.

Tutto ebbe inizio con il sangue e la paura.

Tutto ebbe inizio con la scoperta delle streghe.


Questo l’incipit della "Trilogia delle anime", opera di Deborah Harkness, dalla quale è stata tratta la serie televisiva di cui nei giorni scorsi è andata in onda la prima stagione su Sky Atlantic intitolata “A Discovery of Witches” e della quale la stessa Sky ha già annunciato l’uscita prossimamente di una seconda e terza stagione.

Il primo volume della trilogia si intitola “Il libro della vita e della morte”.

Diane Bishop, una giovane storica, specializzata in studi di alchimia, durante una delle sue ricerche all’interno della biblioteca Bodleiana di Oxford si imbatte in un antico manoscritto, l’Ashmole 782, che si rivela essere un testo stregato.
Diana Bishop è una giovane strega i cui genitori sono morti quando era  ancora una bambina.
A causa del trauma provocatole dalla perdita subita, Diane aveva deciso di allontanarsi per sempre dalla magia, convinta che fosse stata proprio questa a causare la morte dei genitori.
Quando però Diane entra in contatto con l’Ashmole 782, i suoi poteri riprendono all'istante forza e lei si ritrova all'improvviso a dover fare i conti con qualcosa di molto potente che non è in grado di controllare.

L’Ashmole 782, conosciuto anche come “Il libro della vita” è un manoscritto a cui streghe, stregoni, vampiri e demoni stavano dando la caccia da svariati secoli senza alcun risultato.
A Diane, invece, era bastato farne richiesta al bibliotecario per ritrovarsi il prezioso volume tra le mani, segno evidente che il manoscritto era stato destinato a lei da molti, moltissimi anni.

Perché proprio Diane sarebbe la prescelta? Quali segreti nasconde il prezioso manoscritto? L’Ashmole 782 è come sostengono i vampiri un testo che racconta le origini delle creature? Oppure come credono le streghe è un potente grimorio nel quale sono raccolti gli incantesimi delle prime streghe tra cui quello in grado di  annientare per sempre la nemica stirpe dei vampiri?

Tra coloro che danno la caccia al prezioso manoscritto un vampiro si distingue su tutte le altre creature: l’affascinante professor Matthew Clairmont, appassionato studioso di genetica e strenuo sostenitore delle teorie darwiniane.

Tra la giovane strega e il seducente vampiro, neanche a dirlo, scocca immediatamente la scintilla e, anche se l’amore tra una sangue caldo ed un mangemort non è mai cosa semplice e desiderabile, i loro sentimenti saranno più potenti di qualunque ostacolo il destino vorrà mettere sulla loro strada.

Come se non bastasse, infatti, il loro amore sfida apertamente anche la legge delle creature infrangendo Il Patto, un accordo vecchio di secoli che impedisce l’unione di creature appartenenti a razze diverse.

Diane e Matthew sono però dei predestinati; la loro storia era già stata scritta secoli prima nel “Libro della vita” ed è loro compito adesso risolvere l’arcano mistero.

Cercando di non svelarvi troppo con il rischio di rovinarvi la lettura, vi anticipo qualcosa sugli altri due volumi della saga.

Il secondo volume, intitolato “L’ombra della notte” è ambientato nell’Inghilterra elisabettiana.
Diane ha il dono di viaggiare nel tempo ed insieme a Matthew torna nel passato per sfuggire ai suoi persecutori e per trovare un’insegnante in grado di istruirla ed aiutarla a comprendere meglio i suoi poteri.

Il terzo volume “Il bacio delle tenebre” è il capitolo finale.
Matthew e Diane tornano a casa, nel presente, dove ritrovano tutte le persone care e si preparano ad affrontare un’epocale battaglia che non mancherà di regalare svariati colpi di scena.

Esiste anche un quarto volume intitolato “Il figlio del tempo”, uno spin-off della trilogia che racconta la storia di Marcus Whitmore de Clermont, uno dei figli di Matthew.
Ad una lettura sommaria della trama sembrerebbe uno sviluppo interessante della storia principale, penso quindi che il libro possa meritare di essere inserito nella mia wishlist delle prossime letture.

Analizziamo ora la storia della trilogia che, lo so, potrebbe sembrare molto affine ad un’altra famosa saga vampiresca, mi riferisco ovviamente alla quadrilogia di Twilight di Stephanie Meyer.

In realtà a parte la storia d’amore tra un vampiro e una donna a sangue caldo e ad alcuni particolari molto calcati soprattutto nella serie tv più che nei libri, in comune con Twilight c'è molto poco.

"La trilogia delle anime" di Deborah Harkness, se superiamo i pregiudizi iniziali, risulta essere un’opera piuttosto notevole in considerazione anche del fatto che i libri sono molto ricchi di riferimenti alla letteratura, alle scienze e alla storia.
Proprio questi colti e continui richiami alle più svariate discipline rendono la trama ricca di spunti interessanti per eventuali approfondimenti da parte di un lettore curioso.

La tematiche trattate, seppur nascoste all’interno di una trama fantasy, toccano tutte importanti problematiche contemporanee come la paura del diverso, la prevaricazione nelle dinamiche di coppia, i diritti delle coppie omosessuali, il pericolo insito nell’’ideologia di razza e così via.

La storia è avvincente e le pagine scorrono veloci pur se i romanzi sono caratterizzati da lunghe descrizioni particolareggiate di luoghi e non solo.

Le lunghe digressioni non sono mai fini a se stesse e spingono il lettore alla ricerca, a voler approfondire le proprie conoscenze sia storiche che scientifiche.

Non si può che invidiare a Diane la capacità di viaggiare nel tempo ed a Matthew, grazie alla sua lunghissima permanenza sulla terra, la fortuna di aver potuto conoscere di persona nel corso dei secoli scrittori, poeti, filosofi, re, regine e politici dei quali noi possiamo solo leggere nei libri di storia.

Chi non avrebbe voglia poi di potersi aggirare nelle biblioteche delle residenze dei de Clermont così ricche di antichi testi, palinsesti e prime edizioni?

Molto avvincenti nel secondo volume sono i racconti sulla Scuola della Notte e sui suoi membri, mentre nel terzo volume tendono a risultare un po’ incomprensibili per chi non conosce la materia le lunghe digressioni sulla genetica, nulla comunque di così noioso o proibitivo da compromettere il piacere della lettura.

I protagonisti entrano subito nel cuore del lettore così come tutti i numerosissimi personaggi che ruotano intorno a loro.

Impossibile non farsi trascinare dagli eventi ed appassionarsi alla trama.

Così come è impossibile non amare Ysabeau de Clermont.
La madre di Matthew è una donna che sa come lasciare il segno con la sua eleganza, la sua classe, la sua determinazione, la sua intelligenza e, perché no, anche la sua spietatezza di cui non esita a servirsi quando vengono minacciate le persone a lei care.

Una trama avvincente e appassionante, dei personaggi affascinanti e seducenti, la descrizione di luoghi suggestivi, la magia e la storia sono gli ingredienti principali di questa travolgente e coinvolgente trilogia alla quale è davvero difficile sapere resistere.

Veniamo ora alle dolenti note: il primo volume è facilmente reperibile sia nella vecchia che nella nuova edizione, purtroppo però il secondo e il terzo volume sono reperibili sono in formato eBook a meno che non si voglia attendere la riedizione che senza dubbio avverrà prossimamente, ma della quale non conosco le tempistiche.
Per chi, invece, è in grado di leggere i libri in lingua originale è disponibile anche una bellissima edizione in cofanetto.


Nell’attesa di poter guardare su Sky la seconda stagione di “A Discovery of Witches” che vedrà ancora una volta Matthew Goode vestire i panni di Matthew de Clermont e  Teresa Palmer quelli di Diane Bishop, non vi resta che scegliere l'edizione dei libri a voi più adatta.








domenica 2 febbraio 2020

“L’ultimo segreto di Botticelli” di Lisa Laffi


L’ULTIMO SEGRETO DI BOTTICELLI
di Lisa Laffi
TRE60
Corre l’anno 1526 quando Luce viene condotta al cospetto di Bianca Riario, prima marchesa di San Secondo.

Luce è rimasta da poco orfana, la madre è morta qualche giorno prima e di suo padre non ha mai conosciuto neppure il nome.
La ragazza ha sempre creduto che la madre fosse una popolana afflitta dalla cecità fin dalla nascita, ma ora è arrivato per lei il momento di sapere la verità sulla sua famiglia.

Sarà proprio Bianca, la figlia di Caterina Riario Sforza, a rivelargliela e quanto Luce apprenderà dalla marchesa di San Secondo sconvolgerà per sempre la sua vita.

Un tempo Rosaria, la madre di Luce, era stata la dama di compagnia di Caterina, figlia illegittima di Galeazzo Maria Sforza.
Quando questa aveva lasciato la corte paterna per andare in sposa a Girolamo Riario, Rosaria aveva anch’essa lasciato Milano per seguire la sua signora.

Caterina Sforza, rimasta vedova, aveva sposato in seconde nozze Giacomo Feo che venne assassinato per mano di Gian Antonio Ghetti, il padre di Luce.
Alla congiura presero però parte anche gli stessi figli di Caterina.

La vendetta della famigerata Tigre di Forlì si abbatté violentemente su tutti quanti e anche Rosaria, seppur innocente ed in attesa di Luce, fu imprigionata.

La donna riuscì a mettersi in salvo grazie all’intervento dei figli di Caterina Riario Sforza, Bianca e Ottaviano, che però non riuscirono ad impedire che venisse resa cieca dai suoi carcerieri prima della fuga.

Rosaria si nascose nei boschi dove trascorse il resto dei suoi giorni insieme alla figlia, adoperandosi come guaritrice grazie alla conoscenza delle erbe che aveva appreso da quella grande maestra che era stata Caterina Sforza.

La marchesa ora vorrebbe fare ammenda per le sue colpe nei confronti di Rosaria, accogliendo Luce in casa propria e contribuendo alla sua istruzione, ma pur essendo una donna accorta, calcolatrice e senza scrupoli, neppure Bianca Riario è in grado di prevedere il futuro.

In un periodo dominato da guerre, faide e da oscure trame di palazzo, l’astuta Bianca non può infatti immaginare che Luce farà innamorare perdutamente di lei il figlio prediletto di Caterina Riario Sforza, il Grande Diavolo, al secolo Giovanni de’ Medici, conosciuto anche come Giovanni dalle Bande Nere.

A questo punto vi starete chiedendo il perché del titolo “L’ultimo segreto di Botticelli”. Ottima domanda, in realtà la chiave di lettura della Primavera del Botticelli è il tema centrale della vicenda narrata dal romanzo.
Noi tutti siamo soliti accettare l’interpretazione neoplatonica della stessa, ma accanto a questa più comune e ormai accettata interpretazione del dipinto, ce ne sarebbe un’altra di carattere storico e proprio da questa seconda chiave di lettura Lisa Laffi prende spunto per il suo libro.

Un romanzo storico davvero ben costruito, in cui la verità storica viene rispettata quanto più possibile trattandosi comunque, non possiamo dimenticarlo, pur sempre di un’opera di fantasia.

Luce, così come molti altri, è un personaggio nato dalla penna dell'autrice, ma la maggior parte dei protagonisti citati nel libro sono invece personaggi realmente esistiti.

La storia d’amore di Giovanni dalle Bande Nera con una popolana è frutto della fantasia di Lisa Saffi, ma benché storia senza fondamento storico resta pur sempre una storia verosimile per l’epoca, così come, anche se non esiste alcun documento in merito, non possiamo completamente escludere la possibilità che i figli stessi di Caterina avessero partecipato alla congiura che portò alla morte il suo secondo marito, Giacomo Feo.

Sulla copertina del volume, sotto il titolo, leggiamo “Un dipinto immortale. Un celebre condottiero. Un amore che non conosce ostacoli”.
Spesso i sottotitoli sono fuorvianti e ingannevoli, ma non è assolutamente questo il caso.

“L’ultimo segreto di Botticelli” mantiene quel che promette: una storia coinvolgente ed emozionante e personaggi carismatici, coraggiosi ed appassionati.

Un romanzo che si legge davvero tutto d’un fiato, tanto che nonostante le sue 339 pagine, ho letto il libro in un sol giorno; per cui, se siete amanti del genere, vi consiglio di non lasciatevelo scappare.






sabato 18 gennaio 2020

“I Medici” di Stefano e Vincenzo Giannetti


I MEDICI
di Stefano e Vincenzo Giannetti
Angelo Pontecorboli Editore
La storia della famiglia Medici è così affascinante e varia da sembrare quasi un romanzo.

I Medici hanno dominato la storia di Firenze e non solo per quasi quattro secoli e la loro influenza sull’arte è stata davvero vasta.

Grandi mecenati, amanti della letteratura, della pittura e della scienza, appassionati collezionisti, i Medici misero a disposizione le loro immense ricchezze a favore del sapere e delle arti.

Il libro di Stefano e Vincenzo Giannetti non vuole certamente essere, per stessa ammissione degli autori, un esaustivo saggio sui Medici poiché sarebbe ovviamente impossibile condensare la loro storia in così poche pagine, ma piuttosto l'opera deve intendersi come un omaggio a questa potente e gloriosa famiglia.

Ecco proprio in quest’ottica deve essere affrontato questo volume. Ho letto diversi libri sull’argomento e chi segue il mio blog, sa che ultimamente mi sono molto appassionata alla storia di questa dinastia.

Il libro dei Giannetti è un un’opera molto valida per chi desidera avvicinarsi per la prima volta alla materia e magari, partendo proprio da queste pagine, dedicarsi a letture più specifiche per approfondire alcuni argomenti o le vicende della vita di uno o più esponenti della famiglia.

Inoltre può essere un libro utile per fare il punto su quanto si è appreso precedentemente e trovare spunti per verificare alcune teorie e perché no, vagliare anche tesi diverse.

Nel corso dei secoli la famiglia Medici ha sempre diviso molto l’opinione pubblica tanto che spesso i fatti storici che li riguardano sono a noi giunti molto distorti a seconda che questi venissero raccontati ed elaborati da loro detrattori oppure da persone a loro favorevoli.

Un esempio su tutti è la vicenda di Isabella de’ Medici, la figlia di Cosimo I che si dice fosse stata uccisa, per la precisione strangolata, dal marito Paolo Orsini.
Il libro di Stefano e Vincenzo Giannetti sostiene apertamente questa tesi, ma recentemente ho letto un altro libro  intitolato “L’onore perduto di Isabella de’ Medici” dove l'autrice, Elisabetta Mori, si dichiara di tutt'altro avviso sulla vicenda.

Se vogliamo trovare difetti al libro direi senza dubbio l’assenza di una bibliografia, un elenco di opere consultate dagli autori potrebbe infatti essere molto utile ad un lettore interessato ad eventuali approfondimenti, e inoltre una certa approssimazione nelle didascalie delle opere riportate (dipinti, stampe, vedute ecc.) in quanto per la maggior parte mancanti di indicazioni sulla loro collocazione.

Nell’insieme però “I Medici” è davvero un libro gradevole, ben scritto e dalla veste grafica piacevole ed elegante.

Un’opera utile a chiunque voglia conoscere le vicende degli esponenti della famiglia, uomini e donne che, innamorati della propria città e grazie alla potenza conferita loro dalla ricchezza e dall’amore per l’arte, fecero di Firenze quella grande città di cui noi tutti abbiamo letto, studiato e di cui ancora oggi riecheggiano i fasti nelle opere d’arte giunte fino a noi. 



mercoledì 1 gennaio 2020

“L’ombra di Caterina” di Marina Marazza

L’OMBRA DI CATERINA
di Marina Marazza
SOLFERINO
Lei è Caterina, una bella popolana.
Lui, Ser Piero, un giovane ed ambizioso notaio appartenente ad una delle famiglia più in vista di Vinci.

Caterina, per stessa ammissione di Ser Piero, è bella da sposare, ma Ser Piero non potrà mai prenderla in moglie vista la differenza di classe sociale.

La storia di Caterina, se vogliamo, è una storia come tante altre se non fosse che il figlio che lei darà alla luce risponderà niente meno che al nome di Leonardo da Vinci.

Ser Piero si farà carico delle sue responsabilità ed il piccolo verrà allevato nella casa dei da Vinci, protetto dalla famiglia paterna ed in particolare dallo zio Francesco, fratello di Ser Piero, che stravede per il nipote.

Leonardo, seppur illegittimo, rimarrà per lungo tempo l’unico figlio di Ser Piero prima che nascano numerosi fratelli e sorelle frutto dei diversi matrimoni contratti dal padre.

La storia della vita di Leonardo è conosciuta da tutti, oscura è invece la storia della madre del grande genio, la storia di quella donna che egli credeva essere semplicemente la sua balia e che fu costretta ad abbandonarlo perché, come si diceva all’epoca, i figli appartengono ai padri.

Caterina affidò quindi il piccolo alla famiglia di Ser Piero che senza dubbio sarebbe stata in grado di garantirgli una vita migliore di quanto mai lei avrebbe potuto fare.
La donna, però, non dimenticò mai davvero il suo Leonardo e negli anni a venire lo seguì di nascosto ogni volta che le fu possibile, gioendo per i suoi successi e dolendosi per le sue pene.

Caterina, io narrante del romanzo, ci racconta in prima persona la sua storia, ma L’ombra di Caterina è anche un romanzo corale e come tale vuole prima di tutto essere, quanto più possibile, una ricostruzione fedele di un’epoca.

I fatti storici raccontati nel libro sono fatti realmente accaduti: la vita dei Da Vinci, la storia di Ludovico il Moro, la congiura dei Pazzi, la morte di Lorenzo de’ Medici, Girolamo Savonarola ed il falò delle vanità, ma da buona romanziera Marina Marazza riempie magistralmente i vuoti documentali con la fantasia sua propria stando sempre attenta ad offrire al lettore un racconto il più verosimile possibile.

Il romanzo della vita di Caterina ci regala un autentico affresco di quella che doveva essere la vita dell’epoca.
Grazie alla storia della protagonista e dei suoi congiunti, della sorella Lisa, dei suoi fratelli Pantaleo e Cambio, del marito Tonio, delle figlie e del figlio Cesco, e ancor più attraverso le loro attività e mestieri, il soldato, il fornaciaio, il contadino, la levatrice, l’autrice riesce a riportarci indietro nel tempo.
                                                                                                             
L’ombra di Caterina è un romanzo emozionante e coinvolgente, una storia che si lascia leggere tutta d’un fiato, capace di far commuovere ed appassionare il lettore come solo le grandi storie sanno fare.
Il libro di Marina Marazza, seppur creato su solide basi storiche, è un’opera di fantasia.
Un romanzo storico che ci racconta una storia originale e che ci regala l’immagine di un Leonardo diverso da quello conosciuto, un Leonardo più umano e più vicino a noi.
Una lettura decisamente consigliata.