Ambientato
nell’Inghilterra della restaurazione, dopo il ritorno a Londra di Carlo II
dall’esilio in Europa ed il ripristino della monarchia, il romanzo racconta la
storia di Amber, figlia illegittima di genitori nobili ma non legati dal
vincolo matrimoniale, che viene allevata come una nipote da una coppia di
contadini.
Il
racconto è la narrazione della sua vita avventurosa e della sua scalata verso
il successo: da povera ed ingenua ragazza di campagna fino al titolo di
duchessa.
Amber
St. Clare riesce a farsi largo, sfruttando il suo fascino e la sua bellezza, in
un mondo a lei estraneo ed è proprio grazie anche alla sua intraprendenza che
per ottenere quello che desidera, non esita ad usare tutte le sue armi astuzia,
spregiudicatezza e soprattutto la sua sessualità.
All'età di 16 anni, innamoratasi a prima vista di Bruce Carlton, un cavaliere di
passaggio nel suo villaggio, decide di seguirlo a Londra. Dopo pochi mesi
dall’arrivo in città, abbandonata da quest’ultimo ed in attesa di un figlio,
rimane vittima di un raggiro e si ritrova presto sposata con un poco di buono
che non esita a rubarle tutto il denaro che Bruce le aveva lasciato per il
mantenimento del nascituro. Rinchiusa a Newgate per i debiti contratti, riesce
ad evadere dalla prigione grazie all’aiuto del bandito Black Jack. Dopo un periodo
trascorso in compagnia di quest’ultimo, vivendo di espedienti e di furti, trova
lavoro come attrice in teatro. Poiché diversi nobili e perfino il Re rimangono
affascinati dalla sua bellezza, la carriera teatrale diviene il trampolino di
lancio per la sua ascesa sociale.
Carlo II Stuart |
Dapprima
diviene l’amate di un ufficiale, il capitano Morgan; in seguito sposa un
mercante, il signor Dangerfield, che morendo le lascia in eredità un discreto
patrimonio. Ormai ricca, decide di sposare il conte Radclyffe, un nobile che le
consente finalmente di raggiungere la posizione a cui aspirava. Rimasta
nuovamente vedova, si trasferisce a corte, dove divenuta l’amante di Carlo II,
diviene una cortigiana molto influente. In attesa di un figlio del Re e proprio
su suggerimento di quest’ultimo, sposa Lord Southesk che, grazie alla
benevolenza di Sua Maestà verso la moglie, diviene immediatamente conte e
successivamente duca, facendo in tal modo raggiungere ad Amber il titolo da lei
tanto ambito di duchessa.
Cercare
di condensare un libro di quasi 900 pagine in poche righe è praticamente
un’impresa titanica e diviene impossibile se il romanzo, come in questo caso, racconta
una storia così movimentata, articolata e complessa. All’inizio abbiamo
addirittura due racconti paralleli, quello di Amber e quello della corte, che
nel corso della vicenda troveranno sempre più punti di intersezione fino a
fondersi in un’unica storia.
Il
romanzo fu pubblicato per la prima volta nel 1944 e fu vietato in 14 stati
americani per “70 riferimenti a rapporti sessuali, 39 gravidanze illegittime,
10 immagini di donne nude poste davanti ad uomini”. La Winsor capovolge gli schemi
del romanzo d’appendice, creandone così un’antitesi vera e propria: Amber non
attende passiva il ritorno del suo “principe azzurro”, lei si adopera usando
ogni mezzo a disposizione lecito ed illecito per raggiungere i suoi fini e
procurarsi i vantaggi desiderati; non c’è nessuna redenzione, nessun rimorso e
nessun pentimento finale della protagonista. Il romanzo suscitò grande scalpore
per la sua storia oscena ed immorale, ma ebbe un grande successo di pubblico
tanto che vendette centomila copie solo la prima settimana ed ancor oggi viene
considerato il miglior libro scritto da Kathleen Winsor.
Nonostante
“la mole”, che potrebbe spaventare il lettore, il libro è scorrevole,
coinvolgente e appassionante. Si rimane affascinati soprattutto dall’affresco
dell’epoca che emerge dalle pagine del romanzo. Le ricerche storiche effettuate
dall’autrice sono impeccabili e di grande qualità, la storia è curata in ogni
minimo dettaglio ed il periodo storico viene descritto in maniera impeccabile:
la vita del teatro, i personaggi storici realmente esistiti, la vita sregolata
della corte, la prigione di Newgate, la peste, l’incendio di Londra…
Sorprende
sopratutto l’eccezionale capacità della Winsor di riuscire a tenere il lettore
incollato alle pagine per leggere le avventure di un’antieroina irritante ed
indisponente, i cui comportamenti sono dettati esclusivamente dal suo
opportunismo, dalla sua mania di protagonismo e dal suo sfrenato arrivismo sociale.
Amber
ricorda diversi personaggi femminili della letteratura tra i quali Becky Sharp
(“La fiera delle vanità” di William
Thackeray), Catherine Earnshaw (“Cime
tempestose” di Emily Brontë) e Rossella O’Hara (“Via col vento” di Margaret
Mitchell), ma di tutte sembra riassumere solo i difetti, senza condividerne
alcun pregio, tranne la bellezza fisica. Amorale e priva di scrupoli quanto
Becky Sharp, non ha però la sua cultura. Becky parla fluentemente inglese e
francese, è intelligente, ha il dono della satira, suona il piano, canta e
recita. Amber decide di calcare le scene per puro calcolo, per lei non è
importante essere un’attrice capace e preparata, ma solo apparire fisicamente
al meglio, saper recitare è superfluo quando come lei si possiedono bellezza e
sensualità; non prova alcun rimorso per la sua ignoranza e le uniche arti che
coltiva, le coltiva esclusivamente per aumentare il proprio potere di
seduzione. Ricordiamo a questo proposito il colloquio tra Amber e il conte Radclyffe:
“Entrate, madame, ve ne prego. Non vedo
perché una donna non possa frequentare una biblioteca, anche se difficilmente
troverà cose di suo gusto. O siete per caso uno scherzo di natura, vale a dire
una donna istruita?”
Mentre parlava le sue labbra avevano
assunto una piega ironica. Come molti uomini, considerava la cultura nelle
donne una cosa assurda e perfino divertente. Amber finse di non rilevare il suo
sarcasmo, perché su quell’argomento non si offendeva facilmente.
Amber
è indomita, viziata e testarda, ribelle e capricciosa quanto Rossella O’Hara e
proprio come lei considera il matrimonio un mezzo per raggiungere i propri
scopi. Ma Rossella, al contrario di Amber, ha una forza diversa, più vera e
pura, sa all’occorrenza rimboccarsi le maniche, lavorare anche la terra perché
è proprio dalla terra di Tara, il suo luogo natio al quale è legata, che trae
la forza per andare avanti ed e proprio a Tara che trova rifugio nelle
avversità. Amber cerca sempre la via più semplice, meno faticosa e i suoi fini
sono sempre egoistici e superficiali; non si guarda mai indietro, ha tagliato
definitivamente i ponti con il passato, non ha rimpianti e ha cancellato per
sempre dalla sua vita la famiglia lasciata a Marygreen.
Catherine Earnshaw è forse il personaggio che si avvicina
maggiormente ad Amber e che come lei è orgogliosa e maliziosa, determinata e
posseduta dalla smania di far parte dell’alta società.
Cathy però decide di rinunciare all’uomo che ama per
non degradarsi nonostante il suo sia un amore infinito ed eterno tanto che la
sua psiche non reggerà allo stress causatole dalla sua scelta e questa sua
rinuncia di felicità la condurrà alla morte. L’amore di Amber per Lord Carlton
non sembra mai totalmente sincero, sembra il frutto di un comportamento
immaturo, a volte quasi figlio di un semplice puntiglio infantile, nonostante
la sua fissazione per quest’uomo la renda una donna priva di dignità ed orgoglio.
Perfino quando si prodiga a curare Bruce durante la peste mettendo a
repentaglio la sua stessa vita o quando mette in pericolo le sue relazioni
matrimoniali per correre da lui ogni volta che ritorna, il suo attaccamento non
convince totalmente. In verità Lord Carton, con il suo atteggiamento sprezzante
ed altezzoso, non ispira certamente più simpatia della sua amante. E’ un uomo
meschino, egoista e soprattutto ipocrita, Amber per lui è l’amante perfetta ma
non sarà mai degna di essere sua moglie. Insomma Amber St. Clare e Bruce
Carlton sono la coppia perfetta, degni uno dell’altro sotto ogni aspetto.
“Amber” nel suo insieme è un romanzo avvincente di
cui consiglio decisamente la lettura soprattutto a chi sia attratto dall’idea
di leggere un romance storico di
ottima qualità che esponga una storia da una prospettiva insolita e
particolare.