Questo libro fa parte di un ciclo di romanzi che si intrecciano nell’universo letterario del Cimitero dei Libri Dimenticati. I romanzi che compongono questo ciclo sono legati attraverso personaggi e fili argomentativi che gettano tra loro ponti narrativi e tematici, sebbene ciascuno di essi offra una storia indipendente e chiusa in se stessa.Le varie puntate della serie del Cimitero dei Libri Dimenticati possono essere lette in qualunque ordine o separatamente, consentendo al lettore di esplorare il labirinto di storie accedendovi da diverse porte e differenti sentieri, i quali, una volta riannodati, lo condurranno nel cuore della narrazione.
Così
recita l’introduzione de “Il prigioniero del cielo”, l’ultimo romanzo
appartenente alla trilogia del Cimitero dei Libri Dimenticati.
Ad essere
sincera non mi trovo molto d’accordo con il fatto che ogni libro sia
indipendente e che quindi la lettura di questi possa essere affrontata in
ordine “sparso”. Il personaggio di David Martin ed i riferimenti alla sua opera
“La città dei maledetti” nonché i continui richiami a “L’ombra del vento” ed a “Il
gioco dell’angelo”, rendono a mio avviso consigliabile aver letto i due romanzi
precedenti.
Ritengo che “L’ombra del vento” sia il miglior libro che Zafón abbia scritto, mentre devo ammettere di essere stata un po’ delusa da “Il gioco dell’Angelo”. “Il prigioniero del cielo”, anche se ovviamente non all'altezza del primo capitolo del Cimitero dei Libri Dimenticati, è comunque un buon romanzo intrigante ed enigmatico, dal finale sospeso ad effetto che lascia le porte aperte ad un altro possibile capitolo della storia o forse a quello conclusivo.
Ho
ritrovato con piacere le bellissime descrizioni che solo Zafón è in grado di
fare di una città tetra e misteriosa. Descrizioni che mi hanno spinto a
visitare Barcellona qualche tempo fa alla ricerca dei luoghi vissuti da quei
personaggi diventati ormai per me così familiari…
Ed ora
qualche frase del libro accompagnata da alcune foto che ho scattato durante il
mio “pellegrinaggio” nella città di uno dei miei autori contemporanei preferiti:
In questa vita si perdona tutto, tranne dire la verità.
Pazzo è chi si ritiene savio e crede che gli stupidi non siano della sua condizione.
Ci sono epoche e luoghi in cui essere nessuno è più onorevole di essere qualcuno.
Il destino non fa visite a
domicilio, ma bisogna andarlo a cercare.
Gli uomini sono così, come i
gerani. Quando sembra che ormai si debbano buttare via, si ravvivano.
di questo autore ho letto Marina e me ne sono innamorata! dell'autore non di Marina eheh!
RispondiEliminaanche io ho sottolineato e trascritto alcune frasi (di solito lo faccio se ne vale la pena)!
Tra quelle che hai citato tu "Le persone dall’animo piccino cercano sempre di rimpicciolire anche gli altri" è quella che preferisco perchè sperimentata!
molto bello anche Marina...alcune pagine ti mettevano un'ansia!!!
RispondiEliminaUna volta quando leggevo avevo l'abitudine di sottolineare e trascrivere le frasi che mi avevano colpito, abitudine che con il tempo ho perso ed ho ritrovato solo ultimamente.
Nei libri di Zafón si trovano sempre frasi bellissime e VERE!! Condivido pienamente il giudizio su quella che hai citato.