La guerra contro Napoleone continua ad infuriare sul continente, mentre a casa Poldark Ross e Demelza sono in attesa del loro quinto figlio.
La nuova miniera sembra destinata a non dare risultati in tempi brevi ma, trattandosi di una speculazione, c’è bisogno di tempo per avere certezze.
Jeremy, il
figlio maggiore, sembra proprio non riuscire a dimenticare l’affascinante Cuby
Trevanion, ma il fratello della giovane è sempre più intenzionato a trovarle
un marito ricco in grado si saldare i debiti da lui contratti per la
costruzione della pretenziosa dimora di famiglia oltre che ai numerosi debiti
di gioco.
Mentre la piccola di
casa Isabella-Rose cresce sempre più ribelle, Clowance accetta di
sposare l’attraente e tenebroso Stephen Carrington.
La passione tra loro
divampa ad ogni sguardo, ma sarà sufficiente la sola attrazione fisica per far
fronte a tutte quelle differenze che sembrano ogni giorno scavare una voragine
sempre più profonda tra loro?
George Warleggan,
sempre più ai ferri corti con il figlio maggiore Valentine, un damerino
vanesio e libertino, compie il grande passo convolando a nozze con Lady Harriet.
L’esser riuscito a sposare
la figlia di un duca rende George, se possibile, ancora più altezzoso e
determinato a consolidare la propria ascesa sociale, ma sul suo cammino
ancora una volta incocerà il nome dei Poldark.
Ambientato nella Cornovaglia
del 1812, il nono capitolo della saga dei Poldark consacra definitivamente le
nuove generazioni, già protagoniste dell’ottavo romanzo, come principali
personaggi della storia.
Valentine, il figlio
di Ross ed Elizabeth, che tutti credono essere figlio di George, sembra aver
ereditato il carattere licenzioso e lo spirito depravato del nonno paterno,
inoltre, per uno strano gioco del destino, il suo cammino sembra ormai indirizzato
a scontrarsi con quello del fratellastro/cugino Jeremy, quasi a voler replicare
lo scontro che in passato aveva opposto suo padre Ross al cugino Francis per la
conquista del cuore di sua madre Elizabeth.
Cuby Trevanion ricorda molto Elizabeth, come lei è bella e di nobile nascita; anche Elizabeth aveva seguito il volere della famiglia, aveva accettato di sposare Francis per il decoro e per il denaro invece di seguire il suo cuore e sposare Ross. Cuby sembra intenzionata a fare la stessa scelta, ma riuscirà a rimanere ferma nei suoi propositi fino alla fine?
Per ora non è dato saperlo,
dovremo attendere i prossimi romanzi così come dovremo aspettare le prossime uscite
per conoscere quali saranno le scelte definitive di Clowance, l’adorata figlia di Ross.
“La danza del mulino”
è un romanzo scorrevole come tutti i romanzi nati dalla penna di Winston Graham,
anch’esso si legge tutto d’un fiato e non risulta mai noioso tranne forse nelle
poche pagine in cui l’autore si perde nei dettagliati tecnicismi relativi ai
motori e alle caldaie, ma fa tutto parte dell’economia del racconto.
La differenza con
gli altri romanzi nasce dal fatto che questo libro lo si potrebbe
considerare un volume di passaggio, nella prima parte infatti non ci
sono grandi sviluppi nella storia e il finale resta più aperto del solito presentando uno
spiazzante colpo di scena.
“La danza del mulino”
è più improntato alla descrizione dei personaggi, all’indagine della loro psicologia
così da preparare il lettore a quello che accadrà dei prossimi libri. È forse
il romanzo che più di tutti lascia il lettore con il fiato sospeso in attesa di
conoscere gli eventi futuri.
Ancora una volta
Winston Graham riesce a turbare il lettore regalandogli emozioni e
coinvolgendolo nella storia, creando aspettative e mantenendo alta la tensione
del racconto, rendendolo sempre partecipe della vita dei suoi personaggi
siano essi vecchie o nuove conoscenze.
“La danza del mulino” è un romanzo che
conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, la grande capacità narrativa del suo autore e ci lascia, ancora una volta, in trepidante attesa dell’uscita del
prossimo romanzo.
Qui potete trovare i post dedicati agli atri volumi della saga di Poldark