Ci sono saghe a cui non vedi
l’ora di fare ritorno per ritrovare quei personaggi che ti fanno sentire a
casa. Ecco, la saga dei Gonzaga nata dalla penna di Tiziana Silvestrin è
proprio una di quelle.
La Corte di Mantova è un porto
sicuro dove approdare perché si ha sempre la certezza che ogni avventura di Biagio dell’Orso, intrepido
capitano di giustizia, ti appassionerà fin dalla prima pagina.
“Un sicario alla corte dei
Gonzaga” è il terzo volume della serie
che, al pari di tutti i gli altri libri della saga, può essere
tranquillamente letto come una storia a sé in quanto ogni episodio è
autoconclusivo.
Ho usato volutamente il
termine episodio perché davvero
questi libri si presterebbero benissimo a diventare una validissima serie tv,
una bella serie crime ambientata nel
Rinascimento. Non stupisce, infatti, che la sua autrice abbia scritto per il
teatro e faccia parte lei stessa di una compagnia teatrale amatoriale. Uno dei
tanti punti di forza dei suoi romanzi è proprio questa sua capacità di rendere perfettamente le scene tanto che il lettore si
sente totalmente partecipe degli eventi, quasi vi stesse assistendo in prima
persona.
In questo romanzo il capitano
di giustizia Biagio dell’Orso è alle
prese con un sicario intenzionato ad assassinare il duca di Mantova Vincenzo Gonzaga,
da poco succeduto al padre Guglielmo.
Diverse solo le ipotesi su chi
possa essere il mandante: qualcuno che vuole impedire al duca di prendere parte
alla crociata contro i Turchi? Oppure più semplicemente qualcuno che vuole regolare
un conto in sospeso?
L’assassino manca il bersaglio per ben due volte ed in entrambi i casi a farne le spese sono due vittime innocenti. Quella del capitano di giustizia è una vera corsa contro il tempo per sventare l’omicidio di Vincenzo Gonzaga.
Nella storia incontriamo anche
personaggi già noti e cari al
lettore come il bargello Gio Morisco, il consigliere Donati, l’affascinante
duchessa Eleonora de’ Medici e non poteva mancare Rosa, la fidanzata veneziana di
Biagio dell’Orso. La loro relazione sarà messa a dura prova dagli eventi e dal tormentato passato del capitano, un passato di cui lui si ostina a non voler parlare.
Diverse
sono le ambientazioni del racconto: la sfarzosa Corte di Mantova, Venezia, la corte di Rodolfo II a Praga, Vienna e infine il campo dei Crociati in Ungheria dove
il fior fiore della nobiltà europea dagli Aldobrandini, agli Asburgo ai Medici ostentano lo stesso lusso dei loro palazzi.
Tanti anche i nuovi personaggi che si affacciano per la
prima volta tra le pagine di questa saga, tra cui il giovane musicista Monteverdi
e Giovanni de’ Medici fratellastro del Granduca Ferdinando de’ Medici oltre
che zio della duchessa di Mantova Eleonora de’ Medici, figlia di Francesco I.
Molti i riferimenti a
quest’ultimo o meglio alla sua passione per le scienze alchemiche e al suo Casino di San Marco dove egli
portava avanti i suoi esperimenti. Anche suo genero Vincenzo Gonzaga fece
allestire qualcosa di simile dopo la visita al suocero e non meno attivi furono
gli alchimisti alla corte del cugino di questi, l’imperatore Rodolfo II
d’Asburgo.
Una narrazione serrata ed avvincente dove personaggi reali e di fantasia si
integrano alla perfezione regalandoci un romanzo originale basato su verità
storiche frutto delle accurate ricerche effettuate dall’autrice.
Arrivederci al prossimo
episodio…
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